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STORIA D’ITALIA . ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" (1994): "STATO" DI ECCEZIONE, "STATO" DI MENZOGNA, "STATO" DI FOLLIA ....

IL REGNO DEL MENTITORE. L’ITALIA SOTTO L’EFFETTO LUCIFERO. Il contributo di Philip Zimbardo (recensione di Umberto Galimberti) per capire - a cura di Federico La Sala

lunedì 7 aprile 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] è sufficiente che leggiamo il libro di Philip Zimbardo, L’effetto Lucifero (Raffaello Cortina, pagg. 650, euro 35). Lucifero, prima di diventare Satana, il principe del male, era il portatore di luce, l’angelo prediletto da Dio. Ciascuno di noi può trasformarsi da Lucifero in Satana, non per predisposizione interna come crede la psicologia quando distingue il normale dal patologico, al pari della religione quando distingue il buono dal cattivo, ma per altri due fattori che sono il (...)

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> IL REGNO DEL MENTITORE. L’ITALIA SOTTO L’EFFETTO LUCIFERO. ---- "LASCIO, MA NON SONO LUCIFERO". IN SENATO LE DIMISSIONI DI NICOLA DI GIROLAMO: "NON HO PORTATO IN QUEST’AULA LA MFIA".

mercoledì 3 marzo 2010


-  Iniziata la seduta che prenderà in esame la questione del senatore coinvolto nell’inchiesta di riciclaggio
-  L’intervento a Palazzo Madama: "Dopo tanto fango credo sia arrivato il momento della responsabilità e della verità dei fatti"

-  In Senato le dimissioni di Di Girolamo
-  "Non ho portato in quest’Aula la mafia"
*

ROMA - E’ iniziata la seduta del Senato che ha all’ordine del giorno le dimissioni del senatore Nicola Di Girolamo. Per l’esponente del Pdl la procura della Repubblica di Roma che segue l’inchiesta sul maxi-riciclaggio ha richiesto l’adozione di custodia cautelare a seguito delle accuse mosse contro di lui dall’imprenditore Mokbel. Il voto, a scrutinio segreto, è previsto per le 12.

"Ho rassegnato le mie dimissioni dalla carica di senatore della Repubblica italiana - ha detto Di Girolamo nel suo intervento davanti all’assemblea di Palazzo Madama - Dopo tanto fango, dopo l’ignominia di un’esposizione mediatica che mi ha descritto agli occhi del Paese come un mostro, usurpatore della politica e del mandato elettorale, credo fermamente che sia arrivato il momento della responsabilità e della verità dei fatti".

"Sono convinto di dover rendere disponibile la mia persona, la mia storia personale, la mia esperienza recente - ha aggiunto -, perché chi dovrà giudicarmi possa davvero conoscere i contorni di una vicenda che potrà finalmente essere vagliata lontano dai riflettori e dal clamore delle prime suggestioni". "Intendo, con questa ferma decisione, allontanare dalla Camera alta del nostro ordinamento l’ignominia che mi ha riguardato e che saprò ricondurre alle circostanze e ai fatti che possono essermi ascritti" ha detto Nicola Di Girolamo, confermando nell’Aula di Palazzo Madama le sue dimissioni da senatore. "Quelli che riguardano le mie responsabilità e non certamente i contorni di un quadro di compromissioni che oggi mi vengono attribuite ma che non appartengono al mio vissuto reale".

"Vorrei dedicare due parole per dire che è stata per me un’esperienza altissima. Non ho portato in quest’Aula l’indegnità della mafia e della ’ndrangheta". Ripercorrendo i fatti recenti che lo hanno portato a presentare la lettera di dimissioni, il senatore ha ricordato la "serie di fotografie sui giornali" che lo ritraggono con un esponente della malavita organizzata, il boss Franco Pugliese. ’’Vorrei ricordare che quella foto fu scattata in campagna elettorale. In quella occasione - ha tenuto a sottolineare - davanti a quella torta feci 250 fotografie. Quel signore mi fu presentato come un ristoratore e per questo molto ben inserito nella comunità all’estero. Anche voi avete fatto delle foto e non credo che avete chiesto i documenti a quelli che erano con voi. Dopo davanti a quella torta feci molte altre foto tra cui alcune anche con il parroco e con il sindaco. Per quella foto in tre giorni la mia vita privata e professionale è stata annientata’’.

"Sono entrato nell’Aula del Senato forte di una delega affidatami da 24.500 elettori di tutti i Paesi europei, 24.500 cittadini italiani né mafiosi, né delinquenti. Di una piccola parte di costoro avrebbe abusato un gruppo di individui probabilmente inquinati da frequentazioni criminali" ha detto Di Girolamo. "Non mi interpreti come troppo ingenuo - ha detto rivolgendosi alla senatrice Rosy Mauro che presiedeva la seduta - non ero consegnato anima e corpo a questi figuri. La frenesia della campagna elettorale mi ha spinto a valutare poco e male e lei, mi auguro, immaginerà che non si diventi mafioso nello spazio di un mattino, colpevole come sono di uno o due incontri disattenti".

"Vorrei ringraziare tutti coloro del gruppo - ha concluso Di Girolamo - Non faccio nomi, visto che sono il Lucifero e l’untore. Credo che i colleghi sanno a chi è diretta la mia riconoscenza. Per loro stessa tutela non li chiamo per nome. Vale anche per i colleghi di opposizione con molti dei quali ho lavorato". L’intervento del senatore Di Girolamo è stato salutato da un breve applauso dai banchi del centrodestra al Senato.

* la Repubblica, 03.02.2010. (ripresa parziale, per ulteriori approfondimenti cliccare sul rosso).


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