Le donne del centrosinistra pubblicano i dati dei centri di aiuto alle donne a Roma L’80% maltrattamenti "domestici". Solo in 2 casi su 10 autori del crimine non italiani
Stranieri violenti? "Falso
è il marito italiano che picchia" *
ROMA - L’80% delle violenze è "domestico", ovvero le violenze vengono subite in casa. Nella metà dei casi, l’autore è il marito della vittima, quasi sempre un italiano. Le donne del centrosinistra, insieme alle associazioni che gestiscono i centri antiviolenza di Roma ("Differenza donna", "Solidea"), rispondono alle polemiche nate dopo lo stupro compiuto vicino alla stazione de La Storta, a Roma, ai danni di una studentessa africana. Si sono riunite in un luogo simbolico nella capitale, la Casa internazionale delle donne, per rifiutare "una strumentalizzazione della violenza che ci addolora e ci violenta ancora di più".
I numeri. Dei 612 casi registrati nel 2007 dal centro antiviolenza di Torre Spaccata - uno dei sette centri di ascolto nel Lazio - emerge che l’80% delle violenze è "domestico", cioè si tratta di maltrattamenti subiti in casa. Il 5% è violenza psicologica grave, il 2% è rappresentato da casi di stupro in famiglia. Lo stupro a opera di sconosciuti è meno del 2%. Per quanto riguarda gli autori delle violenze, si conferma il dato di un fenomeno che nasce e cresce soprattutto in casa: nel 52% dei casi l’autore è il marito della vittima. Solo nel 3% dei casi la violenza è compiuta da uno sconosciuto. Gli autori del crimine sono per lo più italiani (79%) e solo per il 21% stranieri.
"Non strumentalizzare il fenomeno a fini elettorali". E’ questo l’appello lanciato dall’assessore capitolino uscente alle Pari opportunità, Cecilia D’Elia. Un monito sostenuto anche dagli altri partecipanti al convegno, fra i quali la coordinatrice della campagna elettorale romana per la Sinistra L’arcobaleno, Patrizia Sentinelli, il sottosegretario uscente agli Interni Marcella Lucidi, l’assessore regionale alla cultura Giulia Rodano e le presidentesse di "Solidea" e "Differenza donna", Maria Grazia Passuello e Emanuela Moroli.
"Violenza sessista". Una violenza che la storica femminista Edda Billi chiede di chiamare "sessista" e non sessuale, perché "sono il machismo e il sessimo la causa vera". Cecilia D’Elia ricorda "l’importanza dei centri antiviolenza non solo come risposta alle vittime, ma come strumenti di formazione degli operatori e prevenzione nelle scuole".
"Le forze politiche devono collaborare". Proposte e un invito a collaborare alle diverse forze politiche viene da Marcella Lucidi che ricorda come "le leggi più importanti contro la violenza sulle donne vennero approvate all’unanimità" ma osserva che "ora la destra sta arretrando, usa questo tema come strumento di campagna elettorale e ha ridotto la prescrizione per i reati di violenza. Noi - aggiunge - chiediamo invece di raddoppiarla e, nel caso di vittime minorenni, di farla decorrere dal raggiungimento della maggiore età". Così anche Patrizia Sentinelli, che sottolinea come "vadano migliorati i servizi e resa più sicura la città. Il programma del centrosinistra non dice di rimanere fermi a quanto è stato fatto fino a oggi, ma pensa al presidio sociale non solo attraverso i vigili urbani, l’illuminazione, l’apertura di negozi e le insegne nelle stazioni, anche in collaborazione con i privati. Perché le politiche della sicurezza - conclude - richiedono un lavoro integrato".
* la Repubblica, 21 aprile 2008