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Natura e Cultura. Ricerca scientifica ...

EVOLUZIONISMO. La teoria di Charles Darwin si evolve ancora e finisce su internet. Una nota di Alessia Grossi - a cura di Federico La Sala

sabato 19 aprile 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] online la prima bozza della rivoluzionaria teoria sull’evoluzione e altri documenti di Darwin consultabili gratuitamente grazie ad un’iniziativa dell’università di Cambridge.
L’obiettivo è quello di far conoscere meglio e su scala planetaria il pensiero di uno scienziato che «ha cambiato la nostra comprensione della natura».
Oltre ai documenti d’archivio - circa 20mila - il sito di Darwin rende possibile l’accesso a circa novantamila fotografie dello scienziato e la sua opera [...] (...)

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> EVOLUZIONISMO. - L’origine delle specie per selezione naturale. La corsa di Darwin: così riuscì a beffare il collega più giovane (di Telmo Pievani)

mercoledì 15 dicembre 2010

La corsa di Darwin: così riuscì a beffare il collega più giovane

Accelerò la pubblicazione e cambiò le scienze

di Telmo Pievani (Corriere della Sera, 15.12.2010)

L’ opera alla quale stava lavorando da anni avrebbe dovuto assumere i contorni di un trattato in più volumi, ma l’imbarazzante circostanza di un collega più giovane che era giunto dopo di lui alle stesse conclusioni lo aveva indotto a stenderne in tutta fretta una sintesi. Nei tredici mesi di lavorazione la moglie Emma aveva letto le bozze, trovandovi un certo eccesso di punteggiatura. Infine giovedì 24 novembre 1859, negli uffici di Albermarle Street, John Murray, l’editore londinese delle guide turistiche per vittoriani, annunciò l’uscita del nuovo libro del naturalista e geologo inglese Charles Darwin, dal titolo L’origine delle specie per selezione naturale.

L’autore era nello Yorkshire per le cure di «idroterapia» e ostentò serenità: «Sono infinitamente compiaciuto e fiero dell’aspetto della mia creatura» . Amato e odiato in pari misura, quel testo peculiare - pieno di citazioni di sconosciuti allevatori, di collezionisti dilettanti, di agronomi, viaggiatori e giardinieri- era in procinto di innescare una delle più accese discussioni scientifiche e filosofiche di tutti i tempi, incidendo in modo irreversibile sulla storia del pensiero e della cultura moderna. Spesso si dimentica che non fu l’opera di un giovedì 24 novembre 1859, negli uffici di Albermarle Street, John Murray, l’editore londinese delle guide turistiche per vittoriani, annunciò l’uscita del nuovo libro del naturalista e geologo inglese Charles Darwin, dal titolo L’origine delle specie per selezione naturale.

L’autore era nello Yorkshire per le cure di «idroterapia» e ostentò serenità: «Sono infinitamente compiaciuto e fiero dell’aspetto della mia creatura» . Amato e odiato in pari misura, quel testo peculiare - pieno di citazioni di sconosciuti allevatori, di collezionisti dilettanti, di agronomi, viaggiatori e giardinieri- era in procinto di innescare una delle più accese discussioni scientifiche e filosofiche di tutti i tempi, incidendo in modo irreversibile sulla storia del pensiero e della cultura moderna. Spesso si dimentica che non fu l’opera di un esordiente, bensì di un cinquantenne ben affermato nella comunità scientifica britannica, Royal Medal per i suoi studi monumentali sui cirripedi, già noto al di fuori della cerchia accademica per quel Viaggio di un naturalista intorno al mondo definito «eccellente» da chi di esplorazioni si intendeva, Alexander von Humboldt.

Non fu dunque una pubblicazione per la carriera, ma una sofferta gestazione dopo venti anni di osservazioni meticolose, di sperimentazioni e di congetture teoriche, tenute in gran parte segrete. A quelle idee, che ben presto diverranno evidenze corroborate - e cioè la trasformazione incessante delle specie biologiche per «discendenza con modificazioni» nel corso di milioni di anni e la parentela fra tutti gli esseri viventi sulla Terra, specie umana compresa- il naturalista stava infatti lavorando già dal 1838, quando iniziò a mettere nel cassetto i suoi Taccuini della trasmutazione.

Ma l’attualità di Darwin non sta soltanto nell’affermazione dell’evoluzione come fatto assodato, quanto nella solida longevità del «lungo ragionamento» con il quale spiegò cause e meccanismi dei processi evolutivi. Benché nel libro non vi potesse essere traccia dell’ereditarietà, il nucleo centrale della teoria dell’evoluzione continua oggi a essere, pur con le opportune revisioni ed estensioni, quello darwiniano: variazione nelle popolazioni e selezione naturale. Non solo, la sesta e ultima edizione del 1872 venne riscritta da Darwin integrando le risposte alle critiche.

In quelle pagine si trovano ipotesi aggiuntive, come quella della cooptazione funzionale di strutture già esistenti, che sono state persino rivalutate in tempi recenti. La storia delle specie veniva per la prima volta efficacemente descritta come un processo interamente naturale, colmo di imperfezioni e di contingenza, senza più il bisogno di ricorrere a cause finali e a creazioni speciali. Da lì i difensori della nuova visione evoluzionistica seppero promuovere una vera e propria politica culturale ed educativa a favore della rivoluzione darwiniana. Nell’Autobiografia, con uno strappo alla solita modestia, Darwin scriverà: «Ha avuto fin dall’inizio un grande successo» .

Un successo al quale non sono estranee l’efficacia argomentativa e la prosa suggestiva con cui L’origine, né saggio specialistico né libro divulgativo, fu composto. A farne un classico della letteratura scientifica fu anche, come notò lo scrittore armeno Osip Mandel’štam nel 1932, lo stile affabile del naturalista vittoriano: «Non è una sonata, né una sinfonia... ma piuttosto una suite.

L’energia dell’argomentazione si scarica in "quanti", in fasci. Accumulo e resa, inspirazione ed espirazione, flussi e riflussi» . Il «bel tempo scientifico di Darwin» splende quando «raggruppa il dissimile, il contrastante, il diversamente colorato» della natura. Mentre da ogni pagina sventola «la bandiera della flotta britannica» , si assapora il gusto di un’amabile conversazione fra gentiluomini di campagna.


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