Pippa, addio in festa. Il dolore si veste di verde
di Davide Carlucci *
Mille persone vestite di verde in corteo, con la banda degli Ottoni a scoppio che suona marce popolari, e un funerale riflessivo e festoso: così Milano saluta Pippa Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, artista morta a 33 anni in Turchia mentre viaggiava vestita da sposa per una sua performance. Ma la città vuole ricordarla anche in futuro e le proposte si sprecano: con un Ambrogino d’oro, come propone il sindaco Letizia Moratti - anche lei, come tutti, con qualcosa di verde addosso, un foulard - o, in alternativa, dedicando a lei Palazzo Dugnani, il luogo dove si celebrano i matrimoni.
Ma c’è chi parla di una candidatura al Nobel per la pace, proposta caldeggiata dal ministro alle Pari opportunità Barbara Pollastrini. Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura, ricorda di aver conosciuto Pippa quando andò a trovarlo per perorare la causa della Casa degli artisti, in corso Garibaldi, per chiedere che fosse vincolata e destinata agli artisti. «Il soprintendente mi ha scritto - assicura Sgarbi - per dirmi che sì, il vincolo memoriale ci sarà».
Quando la bara è già fuori dalla chiesa di San Simpliciano, avvolta nel suo drappo verde, un sole gagliardo esplode e benedice questo strano funerale che si trasforma in festa. «Ha visto che organizzazione? Era tutto previsto, anche il sole: l’ha voluto lei», sorride Elena Manzoni, madre di Pippa e sorella di Piero, artista dalle mille provocazioni (sua la celebre "merda d’artista"). La banda intona "Te voglio bene assaie" e un’amica batte le mani piangendo. Il sublime è questo, il mescolarsi di gioia e dolore. E questo hanno voluto dire i suoi cari: la vita può essere arte, messaggio di pace, come nel viaggio di Pippa, e anche il funerale, la morte, è prosecuzione di quell’opera.
Ma quel che davvero rimarrà di questa ragazza che aveva un sorriso per tutti sarà il suo messaggio d’amore. In chiesa il console turco si avvicina alla madre e chiede di poter ospitare anche in Turchia la mostra dedicata a lei: «Sì - promette Elena Manzoni - quando sarà pronta la porteremo in giro per il mondo, anche in Turchia». E lo scandalo del viaggio di Pippa viene interpretato dai preti che celebrano le esequie come un modo, seppur originale, di parlare di Dio, di aver fiducia negli altri: «Pippa cercava la festa - dice don Giuseppe Angelini - e il messaggio spavaldo, audace, del suo viaggio ci chiede di uscire dai luoghi troppo chiusi». E se per quest’apertura verso gli altri ha corso un rischio mortale, «la verità dello Spirito è sempre rischiosa» mentre «se continuate a vivere in difesa la terra rimarrà fredda, increspata dall’odio». Per questo «per ciascuno di noi c’è l’impegno a vivere come Pippa ci ha insegnato».
Scattano gli applausi ma il prete dice che non sono opportuni in chiesa. Nel funerale-festa di Pippa Bacca, però, tutto è diverso: la banda che suona l’Internazionale, i pugni chiusi, la presenza imbarazzata di Ignazio La Russa, gli amici che festeggiano con il vino, i palloncini, la madre che invita gli amici a raccontare barzellette. Tutto è spiazzante come una ragazza che viaggia in autostop in Turchia, vestita da sposa. «Sei stata imprudente - scrive un’amica in un messaggio - ma hai realizzato un sogno».
* la Repubblica/Milano, 20 aprile 2008.