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Pianeta Terra. Sull’uscita dallo stato di minorità, oggi......

LO SPIRITO CRITICO E L’AMORE CONOSCITIVO. LA LEZIONE DEL ’68 (E DELL ’89). Un omaggio a Kurt H. Wolff e a Barrington Moore Jr. - di Federico La Sala

martedì 23 aprile 2024 di Maria Paola Falchinelli
[...] Contro ogni illusione di continuità di istituzioni e di divinità, un fatto resta determinante. Siamo giunti a un grado zero di civiltà. La secolarizzazione non è stata uno scherzo: non solo «Dio è morto» ma anche l’Uomo. Il lungo processo storico che in Europa e nel mondo, almeno dal XVIII secolo, ha innescato la contrapposizione delle diverse forme del contesto sociale all’individuo come un puro strumento per i suoi scopi privati, come una necessità esteriore, e, nel contempo, ha (...)

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> LA LEZIONE DEL ’68. LO SPIRITO CRITICO E L’AMORE CONOSCITIVO. ..... Uno studio sociologico americano durato oltre trent’anni, dal 1972 al 2004.... "I giovani di oggi - continua Ampola - vivono invece il conflitto tra quantità e qualità. Hanno a disposizione tutto quello che vogliono, ma faticano a dare un valore qualitativo alle proprie risorse". Secondo il professore si tratta di una questione di qualità della vita: "E’ la società che non mette i giovani in condizione di apprezzare ciò che hanno: viviamo una fase di passaggio simile a quella che, a metà dell’800, sconvolse il mondo del lavoro con il passaggio all’industrializzazione. In momenti così delicati le nuove generazioni dovrebbero essere ascoltate".

lunedì 21 aprile 2008

Secondo uno studio Usa la generazione dei baby boomers è ancora ricca di entusiasmo Il sociologo Ampola: "Ai giovani manca una vita di qualità: dedicate più ore all’amore"

La felicità aumenta con gli anni "E’ il grido d’aiuto dei ragazzi"

di SARA FICOCELLI *

ROMA - La felicità è una questione di qualità e aumenta con l’avanzare degli anni. Questa frase non è solo la strofa di una canzone dei CSI ("Io sto bene") ma il risultato di uno studio sociologico americano durato oltre trent’anni, dal 1972 al 2004.

La ricerca è arrivata a questa conclusione a seguito di una serie di interviste condotte dal National Opinion Research Center dell’Università di Chicago, che ogni anno ha chiesto a 1500 - 3000 persone: "Diresti che sei molto felice, abbastanza felice o non troppo felice?".

A sorpresa, a rispondere in modo più ottimista sono state le persone più in là con l’età. Tra il 15 e il 33 per cento dei giovani americani si è detto contento, e tra questi le donne più degli uomini e i bianchi più dei neri. Ma oltre la metà degli intervistati intorno agli 80 anni si è dichiarato decisamente soddisfatto, in barba a rughe, responsabilità e acciacchi. "Con l’età arriva la felicità perché crescendo migliora la qualità della vita" spiega Yang Yang, sociologo dell’Università di Chicago, in un rapporto sul sondaggio pubblicato dall’American Sociological Review. Yang sostiene inoltre che il miglioramento nell’autostima e altri tratti che contribuiscono al benessere tendono a venire con l’età.

Secondo il professor Massimo Ampola, docente di Metodi e tecniche della ricerca sociale presso l’Università di Pisa, le ragioni sono invece da cercarsi altrove. "Gli adulti e gli anziani di oggi sono figli di generazioni che hanno lottato e creduto in ciò che facevano - spiega - Generazioni cresciute con una concezione costruttiva della vita: i baby boomers di ieri, grazie a quell’entusiasmo, riescono oggi a sentirsi ancora vivi". Nonostante le delusioni, i sogni irrealizzati e le aspettative mancate, gli adulti e gli anziani di oggi mantengono dunque un bagaglio di ottimismo ed entusiasmo che li aiuta a trovare sempre nuova energia.

"I giovani di oggi - continua Ampola - vivono invece il conflitto tra quantità e qualità. Hanno a disposizione tutto quello che vogliono, ma faticano a dare un valore qualitativo alle proprie risorse". Secondo il professore si tratta di una questione di qualità della vita: "E’ la società che non mette i giovani in condizione di apprezzare ciò che hanno: viviamo una fase di passaggio simile a quella che, a metà dell’800, sconvolse il mondo del lavoro con il passaggio all’industrializzazione. In momenti così delicati le nuove generazioni dovrebbero essere ascoltate".

Ecco perché il professore, ai suoi studenti, ricorda quanto sia importante dedicare più ore all’amore, alle amicizie e ai rapporti sociali in generale: questa, secondo lui, può essere l’unica strada verso il recupero della qualità di ogni giornata.

Con il termine baby boomer si intende una persona nata tra il 1945 ed il 1964 nel Regno unito, negli Stati Uniti, in Canada o Australia. Dopo la seconda Guerra Mondiale, questi Paesi presentarono un forte incremento nelle nascite, fenomeno comunemente conosciuto come "baby boom". I baby boomers hanno vissuto la guerra del Vietnam, le lotte per i diritti civili, il movimento hippie, la rivoluzione sessuale. E si ritrovano oggi, dopo aver attraversato l’ultimo secolo del millennio, mediamente più felici dei propri figli.

* la Repubblica, 21 aprile 2008.


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