Hillary, Obama e gli operai
di Immanuel Wallerstein *
In tutto il mondo il 1° maggio è celebrato come la festa dei lavoratori. Unica eccezione gli Stati Uniti. L’ironia è che il 1° maggio si celebra in memoria di un evento americano, la rivolta di Haymarket a Chicago. Il 1° maggio 1886 in molte città americane i lavoratori furono impegnati in uno sciopero generale in difesa delle otto ore lavorative. A Chicago, 80 mila lavoratori marciarono per questo. Al quarto giorno di manifestazioni esplosero le violenze. Chi e come le provocò non è ancora chiarito. Alcuni poliziotti furono uccisi. Come conseguenza degli incidenti, i leaders dello sciopero furono tutti arrestati e quattro di loro furono condannati a morte con l’accusa di omicidio. Anche se erano sindacalisti immigrati dalla Germania, morirono cantando la Marsigliese, una espressione della solidarietà di classe internazionale. Nonostante questo, i politici negli Stati Uniti hanno sempre provato a minimizzare l’importanza dello scontro di classe, dicono che non sia uno dei temi della politica americana, ed è questa una delle ragioni per cui non si celebra negli Stati Uniti il 1° maggio.
Siamo nel 2008, ed è in corso una dura corsa per la presidenza degli Stati Uniti. C’è una competizione in campo Democratico per la nomination. In lizza una donna e un afro-americano. Il candidato per i Repubblicani è un uomo bianco. All’inizio, tutti hanno negato che la questione della "razza" e del genere fossero un problema. Ma man mano che la competizione è diventata più feroce, sia la "razza" che il genere sono venuti alla ribalta. Ma tutti continuano a negare che la questione di classe sia un tema.
L’incrocio tra "razza", genere e classi è una delle vecchie storie del moderno sistema mondiale. E’ al centro della storia politica degli Stati Uniti. Il 1848, è stato un anno di importanti turbolenze politiche in tutto il mondo. La Francia assisteva alla prima rivoluzione sociale della sua storia moderna, e in tutta Europa vi furono sommosse nazionaliste, tanto che gli storici la chiamarono "la primavera delle Nazioni". Negli Stati Uniti l’evento più importante fu la Seneca Falls Convention, che viene indicata da molti come la fondazione del movimento femminista americano. La sua famosa "Dichiarazione dei sentimenti" del 20 luglio 1848, che riprendeva la dichiarazione di Indipendenza, inziava così: "Riteniamo chiare di per sé le seguenti verità: che tutti gli uomini e le donne sono stati creati uguali". Tra le lamentele elencate nel documento c’era il fatto che le donne erano deprivate "dell’inalienabile diritto al voto", diritto che sarà poi riconosciuto "anche al più ignorante e al più indegno degli uomini, sia indigeni che stranieri".