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Attualità locali

Domenico Barberio interviene propositivamente sul disagio a San Giovanni in Fiore, in Calabria

Quando c’era il vecchio web, 0.0
lunedì 12 dicembre 2011
Del maggio 2008, rispolverato e ripubblicato.
Meritano particolare attenzione gli ultimi episodi di cronaca che hanno caratterizzato la vita della nostra comunità: i tre tentati suicidi di fine 2007 e il suicidio dell’aprile di quest’anno. In tutti e quattro i casi tragici protagonisti giovani sulla trentina. I numeri sono molto eloquenti ma è necessario andare oltre e cercare di problematizzare quello che questi numeri ci dicono.
Credo che questi fatti siano il segno evidente di un (...)

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> Domenico Barberio interviene propositivamente sul disagio a San Giovanni in Fiore, in Calabria

mercoledì 21 maggio 2008

Gentile signor Mele, poichè il commento del signor Gioacchino è concorde nella sostanza con il suo ultimo, credo che questo sia rivolto a me; in ogni caso la ringrazio a prescindere per essersi soffermato e sul mio intervento e sulla lunga discussione che nè è scaturita.

Sicuramente la vocedifiore.org offre un’opportunità di prendere coscienza di realtà, avvenimenti, punti di vista inerenti il paese e il Paese, e la sua diffusione online ne rappresenta la vitale dimensione di fruibilità, immediata e costante, fondamentale per noi fuori sede: io non ho mai fatto mistero di leggerne almeno settimanalmente interventi e commenti.

Purtroppo intervengo poco, per un motivo sostanziale: non sono esperta di contenuti. Mi piacciono i concetti, mi piace esprimermi, ma i giudizi fini a sè stessi non sono o forse non sono più graditi su un giornale che inevitabilmente, data la nostra caratteristica di animali politici, e data l’azione politica che il gruppo de La Voce ha intrapreso, ha assunto, almeno per quanto riguarda i contenuti direttamente connessi alla realtà di San Giovanni ("in Fiore, CS", Calabria, Italia), connotati politici. E’ di fatto, anche, uno strumento di divulgazione politica. Giustissimo.

I massimi sistemi, le ideologie, gli idealismi, evidentemente, si sgretolano a contatto con l’atmosfera della Sila.

Io non ho mai saputo a quanto ammonta il nostro debito pubblico o l’esatto numero di disoccupati; avendo un cervello piccolo e limitato, le carenze dell’amministrazione che notavo quando vivevo in paese erano quelle realative: alle strutture, alle politiche giovanili, alle (si dice così?!) politiche per la sanità e a quelle per il turismo. Per ricollegarmi al suo commento, proprio l’immobilità mentale era una delle cose che mi spaventavano maggiormente del mio paese: dire che va sempre tutto male e non fare niente per cambiare.

Io ho cercato nel mio piccolo almeno di contribuire all’azione critica, collaborando per un periodo con il gruppo de "La Testata" e con i giornali scolastici, se potevo. Le occasioni di dibattito e di confronto, mi creda, sono state create, se non altro dalle scuole: a parte il matto e disperatissimo studio tra un manuale di cucina e uno di cucito, più i corsi di indottrinamento serali, a me ad esempio rimaneva il tempo di assistere, almeno mensilmente, a incontri con autori conterranei e non, registi, filologi classici, rassegne cinematografiche, le stesse conferenze del Centro Studi Gioachimiti, le presentazioni di libri in Biblioteca: certo, sarei stata felice se si fosse fatto di più per i giovani e per la cultura; ma il motivo su cui insisto è che anche questo "poco" che c’era spesso non veniva affatto recepito, da tanti giovani che continuavano a dirsi annoiati di tutto, nati in una terra sfigata, senza sbocchi, senza aria. Quante volte ho parlato con coetanei per ore e l’unico verdetto in ultimo era: "si, però c’è disagio". E’ questo che mi ha sempre fatto rabbia.

Come può una persona definirsi "mentalmente paralizzata" se legge libri, giornali, naviga sul web, scrive su dei forum, studia? Mi ricordo di alcune mattinate estive trascorse in biblioteca comunale tanto per avere dello svago in più rispetto al binomio divano-internet: sempre vuota. Bisogna partire da quello che c’è, poi chiedere dell’altro con educazione e fiducia: ero anch’io tra gli studenti che, dopo una manifestazione, chiesero un incontro con il sindaco per avanzare richieste: almeno alla mia scuola vennero assegnate le sedie e alcuni banchi nuovi e un computer per ogni classe.

Ma smetto perchè mi sento troppo provinciale, troppo poco artistica, troppo idealista per questo forum. Concordo con lei sull’invito a mantenere vitale l’intelletto, rimango dubbiosa sull’ultilità di riunirsi per discutere del disagio: già che ci si riunisce, si potrebbe proiettare un film e commentare quello, almeno sarà stata una serata diversa. Mi è capitato di piangermi addosso e non devo certo dirle io, dato che sono più piccola e ho meno esperienza, come spesso non serva.

Con cordialità e gratitudine, Chiara.

(Sull’anonimato e l’utilizzo di nomi di fantasia, concordo in toto con il direttore. Mi sono sempre firmata, non merito di essere associata agli anonimi. Solo quando ho bisogno di consulenze su cilicio.net mi servo di pseudonimi).


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