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SCIENZA.Cosmologia e Fisica delle particelle....

L’UNIVERSO E LA NOSTRA SCONFINATA IGNORANZA. Al CERN di Ginevra sta per essere avviato l’Lhc (Large Hadron Collider). Vedremo che cosa è successo immediatamente dopo il Big Bang. Il resoconto di una visita sul posto di Fabrizio Ravelli - a cura di pfls

È un momento storico per la scienza, e quel che scopriremo potrebbe cambiare i libri di testo. Fra un anno o due, c’è la possibilità che si scopra l’origine della materia oscura che costituisce il venticinque per cento dell’universo.
mercoledì 10 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Vedremo l’origine dell’universo, che cosa è successo un decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, perché quelle sono le condizioni che verranno ricreate. Un progetto simile non è mai stato tentato, ed è il più ambizioso al mondo. Non poteva succedere che qui al Cern, il più importante laboratorio planetario per la fisica delle particelle, l’impresa che (dal 1954) tiene insieme venti stati membri europei, e circa sessanta di tutto il mondo, impegnando ogni giorno ottomila (...)

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> L’UNIVERSO E LA NOSTRA SCONFINATA IGNORANZA. Al CERN di Ginevra sta per essere avviato l’Lhc (Large Hadron Collider). ---- «Così indaghiamo il disegno di Dio»... «Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui » . La citazione è del biologo Pasteur, ma a riprenderla per tratteggiare la sua esperienza professionale è Lucio Rossi, fisico piacentino di stanza al Cern di Ginevra nell’ambito del progetto Lhc (di BARBARA SARTORI).

sabato 13 settembre 2008

il caso

LE FRONTIERE DELLA SCIENZA

Parla Lucio Rossi, fisico che al Cern di Ginevra partecipa all’esperimento Lhc: «Scoprire il bosone di Higgs, la ’particella di Dio’, ci farà capire molto sulla formazione dell’universo. A noi scienziati il creato appare dotato di un ordine sorprendente: c’è chi vi vede solo il caso, ma io scorgo piuttosto un piano intelligente»

«Così indaghiamo il disegno di Dio»

DA PIACENZA BARBARA SARTORI (Avvenire, 13.09.2008)

«Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui » . La citazione è del biologo Pasteur, ma a riprenderla per tratteggiare la sua esperienza professionale è Lucio Rossi, fisico piacentino di stanza al Cern di Ginevra nell’ambito del progetto Lhc. Dal 2001 Rossi dirige la costruzione del grande acceleratore di particelle, che il 10 settembre ha aperto nuove frontiere nello studio della materia. C’è chi ha guardato all’esperimento con diffidenza, paventando addirittura la fine del mondo. E chi l’ha interpretato come uno schiaffo alla visione cristiana dell’origine del cosmo. Niente di più lontano dalla realtà, dice Rossi, che domenica torna a Piacenza per ricevere, nella cornice della Festa della cattedrale, il premio ’ Angil dal Dom’.

È un viaggio nell’infinitamente piccolo, quello aperto al Cern con il test del Large Hadron Collider, che ha aperto la caccia alla ’ particella di Higgs’, nota anche come ’ particella di Dio’. « Newton trovò che la massa è responsabile della gravitazione. Einstein che la massa è equivalente all’energia - sintetizza Rossi -. La particella di Higgs, ipotizzata una ventina d’anni fa, spiegherebbe l’origine della massa, quindi di molti fenomeni del mondo che ci circonda » .

Qualche esponente del mondo scientifico, però, preferisce parlare del bosone di Higgs come del ’ dio degli scienziati’ e considera il progetto Lhc una vittoria della scienza sulla fede. «Per me ci vuole più fede a non credere che a credere - ribatte invece Rossi -. Vedo una complessità tale nell’universo, governata peraltro da regole di simmetria di base molto armoniose, che mi sembra indichi più facilmente l’idea di un disegno intelligente piuttosto che di un grandissimo caso » .

Scienza e fede, insomma, non solo è un binomio possibile, ma necessario. « Credo che l’esistenza di un Dio Incarnato non ponga alcun problema alla scienza. Mi sembra anzi che sia la via più certa per affermare che noi siamo fatti strutturalmente per comprendere - e fino in fondo - il mondo fisico e la sua razionalità. Se Dio si è incarnato, allora il mondo, anche il mondo fisico, è importante da conoscere, ne vale davvero la pena, e non solo per ’ utilizzare’ le conoscenze. La scienza moderna è uno dei più bei fiori della valorizzazione che il cristianesimo ha fatto della razionalità greca, come papa Ratzinger sta spiegando, da Ratisbona in poi » .

Lo scienziato che studia l’infinitamente piccolo non ha dimenticato la lezione del padre agricoltore, con cui, da ragazzo, condivideva il lavoro nei campi. « Dall’agricoltura ho appreso che si semina, si suda, ma non si sa se si raccoglie. Il lavoro è indispensabile, ma non è quello che fa crescere i prodotti della terra. C’è di mezzo un disegno che non è del lavoratore. Così è anche nella ricerca scientifica. Una scoperta, un’innovazione tecnologica non sono solo dello scienziato. Intanto ci si appoggia sulla tradizione, senza la quale non si costruirebbe nulla. E poi - lo si avverte chiaramente se si è onesti - c’è qualcos’altro. Chi dice il caso, io dico un disegno » .


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