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"MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO E CRISTIANO" (A. Z.).

CONTRO LA XENOFOBIA ITALIANA, L’APPELLO E LA DENUNCIA DI PADRE ALEX ZANOTELLI. Non possiamo stare zitti, dobbiamo parlare, gridare, urlare. E’ in ballo il futuro del nostro paese, ma soprattutto è in ballo il futuro dell’umanità anzi della vita stessa - a cura di pfls

venerdì 27 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Mi vergogno di appartenere ad un paese che si dice cristiano ma che di cristiano ha ben poco. I cristiani sono i seguaci di quel povero Gesù di Nazareth crocifisso fuori le mura e che si é identificato con gli affamati, carcerati, stranieri. «Quello che avrete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me».
Come possiamo dirci cristiani mentre dalla nostra bocca escono parole di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di fare le (...)

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> CONTRO LA XENOFOBIA ITALIANA, L’APPELLO E LA DENUNCIA DI PADRE ALEX ZANOTELLI. --- Ratzinger: «Basta stragi, i paesi europei accolgano gli irregolari». Il Vaticano: in Ue xenofobia verso i rom.

domenica 31 agosto 2008

la preghiera domenicale dedicata all’ultimo naufragio nel canale di Sicilia

-  Immigrazione, l’appello del Papa
-  «La politica dia risposte efficaci»

-  Ratzinger: «Basta stragi, i paesi europei accolgano gli irregolari».
-  Il Vaticano: in Ue xenofobia verso i rom

CASTEL GANDOLFO (Roma) - L’emergenza immigrazione e le stragi del mare «impongono efficaci risposte politiche». È questo il duro monito di Benedetto XVI, che ha quasi interamente dedicato l’Angelus recitato a Castel Gandolfo al naufragio dei giorni scorsi nel canale di Sicilia. «In queste ultime settimane la cronaca ha registrato l’aumento degli episodi di immigrazione irregolare dall’Africa. Non di rado - ha spiegato Benedetto XVI -, la traversata del Mediterraneo verso il continente europeo, visto come un approdo di speranza per sfuggire a situazioni avverse e spesso insostenibili, si trasforma in tragedia».

APPELLO ALL’EUROPA - All’Europa Ratzinger ha rivolto un appello preciso: sviluppare strutture di aiuto e accoglienza degli immigrati irregolari. «I Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione - ha detto il Pontefice - sono, tra l’altro, chiamati a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari». «Allo stesso tempo - ha aggiunto il Papa - questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti». «Come Padre comune - ha quindi affermato ancora Ratzinger - sento il profondo dovere di richiamare l’attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione. Il Signore ci accompagni e renda fecondi i nostri sforzi!».

«UE XENOFOBA VERSO I ROM» - L’appello di Ratzinger arriva a quattro giorni dal sesto Congresso mondiale della Pastorale per gli Zingari, in programma dal primo al 4 settembre a Freising, in Germania. In quell’occasione la Chiesa cattolica farà un appello a tutti gli Stati, e in primo luogo quelli europei, perché rispettino i diritti delle popolazioni nomadi, difendendole dalle discriminazioni. Ad anticiparlo è il segretario del pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto, che concluderà i lavori del congresso. Marchetto ha ribadito di ritenere che oggi gli zingari siano vittime di discriminazione. «Basta pensare alle polemiche suscitate negli ultimi mesi da alcuni provvedimenti legislativi sfavorevoli alle popolazioni zingare. Dai rapporti che ci pervengono dalle Chiese locali - ha detto - constatiamo che un po’ dappertutto gli zingari sono vittime di discriminazione, disuguaglianza, razzismo e xenofobia». Non si salva neanche l’Europa, dove «i Rom e Sinti, pur se cittadini di Stati membri e muniti di documenti validi, non possono godere degli stessi diritti degli altri cittadini. In alcuni Paesi - ha aggiunto - i bambini zingari sono costretti a frequentare scuole speciali per disabili fisici o mentali, mentre molte donne vengono sottoposte a sterilizzazione forzata. E la generale mancanza di fiducia - ha concluso - fa sì che ai giovani, pur se ben preparati professionalmente, non è concesso l’ingresso al mondo del lavoro come per gli altri».

* Corriere della Sera, 31 agosto 2008


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