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"MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO E CRISTIANO" (A. Z.).

CONTRO LA XENOFOBIA ITALIANA, L’APPELLO E LA DENUNCIA DI PADRE ALEX ZANOTELLI. Non possiamo stare zitti, dobbiamo parlare, gridare, urlare. E’ in ballo il futuro del nostro paese, ma soprattutto è in ballo il futuro dell’umanità anzi della vita stessa - a cura di pfls

venerdì 27 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Mi vergogno di appartenere ad un paese che si dice cristiano ma che di cristiano ha ben poco. I cristiani sono i seguaci di quel povero Gesù di Nazareth crocifisso fuori le mura e che si é identificato con gli affamati, carcerati, stranieri. «Quello che avrete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me».
Come possiamo dirci cristiani mentre dalla nostra bocca escono parole di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di fare le (...)

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> CONTRO LA XENOFOBIA ITALIANA, L’APPELLO E LA DENUNCIA DI PADRE ALEX ZANOTELLI. --- IMPRONTE DIGITALI... l’impronta verrà presa prima di tutto e più facilmente ai bambini che vanno a scuola e verranno che marchiati di fronte ai compagni. E sarà una umiliazione grave per la Polizia italiana. L’ideologia conta poco e nessuno, salvo xenofobia e razzismo, conosce uno straccio di ideologia della Lega. Ma la decisione di sottoporre i bambini di un gruppo selezionato come nemico all’umiliazione delle impronte digitali è una decisione fascista (di Furio Colombo)..

venerdì 27 giugno 2008

Caso sicurezza: al Senato è iniziato ieri l’esame del disegno di legge. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, annuncia che nei campi nomadi «saranno prese le impronte a tutti gli abitanti, minori compresi», ma precisa: «Lo faremo per evitare fenomeni come l’accattonaggio. Non si tratterà di una schedatura etnica».

Maroni: impronte digitali ai minori rom

di Fiorenza Sarzanini (Corriere della Sera, 26.06.2008)

Dall’opposizione, va all’attacco Rosi Bindi, del Pd: «Si trattano i bambini rom come se fossero incalliti criminali».

ROMA - Il ministro dell’Interno nega che si tratti di una «schedatura», ma la decisione di prendere le impronte digitali anche ai rom minorenni sta già scatenando polemiche. E all’interno del governo è scontro anche sulla regolarizzazione delle badanti, visto che lo stesso titolare del Viminale boccia il piano concordato dai suoi colleghi del Welfare e delle Pari Opportunità.

Il tema sicurezza continua a tenere banco visto che al Senato è iniziato ieri l’esame del disegno di legge che introduce tra l’altro il reato di ingresso illegale, maggiori poteri ai sindaci, disposizioni antimafia e norme più severe per chi sfrutta i minori, compresa la perdita della patria potestà. Roberto Maroni annuncia che nell’ambito del censimento avviato nei campi nomadi «saranno prese le impronte a tutti gli abitanti, minori compresi», ma precisa: «Lo faremo per evitare fenomeni come l’accattonaggio. Non si tratterà di una schedatura etnica, bensì di una ulteriore garanzia perché chi ha il diritto di rimanere possa vivere in condizioni decenti. E per mandare a casa chi non ha il diritto di stare in Italia». Attacca Rosi Bindi «si trattano i bambini rom come se fossero incalliti criminali. Il ministro lo nega, ma questa è una schedatura etnica, francamente inaccettabile».

È invece uno scontro tutto interno all’esecutivo quello che riguarda le badanti. Perché il primo «no» alla proposta di Maurizio Sacconi e Mara Carfagna che mira a regolarizzare chi assiste ultrasettantenni, portatori di handicap e malati gravi arriva proprio da Maroni. «Sono e resto contrario a qualsiasi sanatoria generalizzata: o si fa una norma che non possa essere considerata di questo tipo, e non è facile, o io sono contrario. O si è regolari o si è irregolari, e se si è irregolari l’unico modo per vedere "sanata" la propria condizione è l’espulsione e l’eventuale, successivo reingresso con regolare contratto di lavoro».

Il ministro ne fa una «questione di principio» perché «non c’è un modo per sanare i giusti e rimandare indietro gli ingiusti. I clandestini sono clandestini: le figure del quasi clandestino, del clandestino meritevole di sanatoria o del clandestino eticamente regolare sono figure intermedie che faccio fatica a definire. E poi, perché sanare chi fa da badante a un anziano di 70 anni e non a uno di 69? Perché sanare una badante e non un muratore che magari con il suo lavoro mantiene moglie e tre figli? L’unica distinzione possibile è tra chi rispetta le leggi e entra nel nostro Paese in modo legale e chi le aggira ed entra irregolarmente. C’è chi chiede allo Stato intransigenza nelle leggi e chi poi quando è in gioco il suo interesse personale chiude tutti e due gli occhi: è un tipo di doppia morale che non mi è propria». Immediata è la reazione del segretario del Pd Walter Veltroni secondo il quale «il governo colpirà decine di migliaia di badanti che svolgono una funzione sociale in 350 mila famiglie italiane. È un fatto ingiustificabile».


l’Unità 27.o6.2008

Zingari

di Furio Colombo

Uno strano errore è stato commesso e ripetuto dai diversi schieramenti che, nel corso di 15 anni, si sono opposti, spesso con tollerante mitezza all’impero di Berlusconi (nel senso di tutti i soldi e tutte le televisioni con cui fa politica). È stato l’errore di dire e pensare che Roberto Maroni fosse il più umano e normale dei leghisti, niente a che fare con vergognose figure come Borghezio e Gentilini.

Un errore grande. Non c’è alcuna differenza fra Maroni e Borghezio o Gentilini. Il ministro degli Interni di un Paese democratico che ordina di prendere le impronte digitali di migliaia di bambini italiani o ospiti dell’Italia, solo perché quei bambini sono Rom, è fuori dalla nostra storia di paese libero. È estraneo allo spirito e alla lettera della nostra Costituzione, è ignaro del fascismo da cui ci siamo liberati e di cui ricordiamo con disgusto, fra i delitti più gravi, l’espulsione dei bambini italiani ebrei dalle scuole italiane.

È stato uno dei peggiori delitti perché quella umiliazione spaventosa a cui sono stati sottoposti i più piccoli fra i nostri concittadini ebrei, alla fine ha generato lo sterminio. Il ministro degli Interni non è così giovane e così ignaro, per quanto la sua formazione sia immersa nella barbara e claustrofobica visione leghista.

Il ministro dell’Interno sa, e non può fingere di non sapere che obbligare i bambini di un gruppo etnico (molti radicati in Italia da decenni, alcuni da secoli) alle impronte digitali vuol dire lacerare la nostra vita, spaccare e isolare dal resto del Paese una parte di coloro che vivono e abitano con noi. Vuol dire indicare a tanti, che hanno più o meno la sensibilità morale del ministro, “gli zingari” compresi “i bambini zingari” come estranei, reietti e degni di espulsione. Chi è indicato come “da escludere” diventa per forza qualcuno da perseguitare.

Si noti un particolare davvero disgustoso e non accettabile: l’impronta verrà presa prima di tutto e più facilmente ai bambini che vanno a scuola e verranno che marchiati di fronte ai compagni. E sarà una umiliazione grave per la Polizia italiana. L’ideologia conta poco e nessuno, salvo xenofobia e razzismo, conosce uno straccio di ideologia della Lega. Ma la decisione di sottoporre i bambini di un gruppo selezionato come nemico all’umiliazione delle impronte digitali è una decisione fascista.

Mi impegno a tentare con le mie prerogative di parlamentare di impedirlo. Chiedo ai colleghi Deputati e Senatori che si riconoscono nella Costituzione di volersi unire per difendere i bambini Rom, l’onore della nostra Polizia, ciò che resta della nostra civiltà democratica. Il ministro dell’Interno sa, e non può fingere di non sapere che obbligare i bambini di un gruppo etnico (molti radicati in Italia da decenni, alcuni da secoli) alle impronte digitali vuol dire lacerare la nostra vita, spaccare e isolare dal resto del Paese una parte di coloro che vivono e abitano con noi. Vuol dire indicare a tanti, che hanno più o meno la sensibilità morale del ministro, “gli zingari” compresi “i bambini zingari” come estranei, reietti e degni di espulsione. Chi è indicato come “da escludere” diventa per forza qualcuno da perseguitare.

Si noti un particolare davvero disgustoso e non accettabile: l’impronta verrà presa prima di tutto e più facilmente ai bambini che vanno a scuola e verranno che marchiati di fronte ai compagni. E sarà una umiliazione grave per la Polizia italiana. L’ideologia conta poco e nessuno, salvo xenofobia e razzismo, conosce uno straccio di ideologia della Lega. Ma la decisione di sottoporre i bambini di un gruppo selezionato come nemico all’umiliazione delle impronte digitali è una decisione fascista.

Mi impegno a tentare con le mie prerogative di parlamentare di impedirlo. Chiedo ai colleghi Deputati e Senatori che si riconoscono nella Costituzione di volersi unire per difendere i bambini Rom, l’onore della nostra Polizia, ciò che resta della nostra civiltà democratica.

furiocolombo@unita.it


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