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IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS. La Memoria, la Filologia e ... la Teologia del "latinorum" e dell’eu-carestia!!!

LA CARESTIA E LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4., 1-8). LO SCEMPIO DEL "CORPUS DOMINI". Una nota di don Aldo Antonelli sulla presente *carestia*, umana e teologica - a cura di Federico La Sala

MA CHI E’ IL “PADRE NOSTRO”?! AMORE (gr.: “AGAPE”, gr.: “CHARITAS”, da “charis” da cui anche “eucharistia) O MAMMONA (lat.: “CARITAS”)?!
lunedì 26 maggio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] E mi infonde coraggio e mi dà nuovo ardire ciò che scrive don Paolo Farinella da Genova:
«Nel giorno in cui viviamo Dio in quanto corpo/carne, non possiamo non pensare ed essere uniti e solidali con tutti i corpi/carne dilaniati, squartati, violati, violentati e stuprati nel mondo. Oggi il nostro cuore è accanto ai bambini e alle bambine vittime della pedofilia, di cui si rendono colpevoli anche coloro che dovrebbero maestri e custodi dei corpi indifesi.
Oggi vogliamo essere accanto (...)

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> LA CARESTIA E LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4., 1-8). --- PASTO DIVINO. Anselm Schubert racconta la storia dell’eucaristia dal primo Cristianesimo a oggi concentrandosi perla prima volta sugli alimenti utilizzati.

venerdì 5 luglio 2019

Scheda editoriale (Carocci editore)

Anselm Schubert

Pasto divino

Storia culinaria dell’eucaristia

«Prendete e mangiate, questo è il mio corpo [...]. Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue». Con queste parole Gesù istituisce la comunione. Oggi, però, sappiamo che l’eucaristia cristiana nasce dagli antichi simposi. Si è discusso a lungo su cosa si mangiasse e si bevesse nella Chiesa delle origini: formaggio, pesce o verdure? Latte, succhi o miele? Oppure soltanto pane? Lievitato o azzimo? Vino rosso o bianco? Solo per l’officiante o anche per i fedeli? In epoca moderna i dubbi non hanno fatto che aumentare: non sarebbe più igienico usare un calice personale? Il vino può essere anche analcolico e la farina senza glutine? E cosa si deve usare nei paesi in cui non si trovano né grano né vino? Vanno bene anche Coca-Cola, noci di cocco e succhi di frutta? Anselm Schubert racconta la storia dell’eucaristia dal primo Cristianesimo a oggi concentrandosi perla prima volta sugli alimenti utilizzati. Ne risulta una brillante ricostruzione che fa vedere con altri occhi il Cristianesimo e il suo rito più solenne.


Saggi

Una storia dell’eucaristia

di Maurizio Gentilini (Almanacco della Scienza, 08. 05.2019)

Le dispute attorno alla forma e ai contenuti della formula liturgica di consacrazione dell’eucaristia, che si richiama ai gesti compiuti da Gesù nell’ultima cena tramandati dal racconto evangelico, hanno attraversato la storia delle chiese cristiane fin dai primi secoli. Poiché “tradurre è sempre tradire”, anche in anni recenti i confronti più accesi tra liturgisti e biblisti, tra teologi e filologi, insistono sul senso da attribuire al passo - dedotto dalla Vulgata - “Pro vobis et pro multis effundetur”, confrontato con l’“uper pollon” del più antico testo greco dei Vangeli. Il sangue di Cristo, “versato per voi e per tutti” nel canone liturgico italiano, è stato versato solo “per molti” (secondo il testo latino) o “per la moltitudine” (secondo il senso dell’espressione greca)?

Al di là delle dispute teologiche, che storia hanno avuto il pane e il vino per diventare forma simbolica e ufficialmente riconosciuta dalla tradizione canonica e rappresentare il corpo e il sangue di Cristo? Lo storico della Chiesa Anselm Schubert, docente all’Università di Erlangen-Norimberga, nel suo libro ’Pasto divino’ racconta la storia dell’eucaristia dal primo Cristianesimo a oggi, concentrandosi per la prima volta sugli alimenti utilizzati. Una ricostruzione laica, approfondita e brillante, che presenta da un punto di vista inedito il rito più solenne del cattolicesimo e di altre confessioni cristiane.

L’autore passa in rassegna gli usi liturgici di molte comunità dei primissimi secoli (anche quelle bollate di eresia) e i riferimenti nei testi canonici e apocrifi, evidenziando come quella eucaristica fosse una cena nel senso letterale della parola, cioè un ritrovo di persone che mangiavano assieme, consumando le specie consacrate al termine del pasto, dopo altre portate. Dal II al IV secolo, dalla Grecia, alla Turchia all’Africa settentrionale, si può rilevare la consuetudine di consacrare di pane e olio, ma anche formaggio, sale, pesce e verdure. Nel 397 il Concilio di Cartagine vietò espressamente ai sacerdoti di consacrare latte e miele finché, di lì a poco, si sarebbe trovata unità nella Chiesa sull’uso del pane e del vino. Nei secoli e millenni successivi la cultura eucaristica e la disciplina liturgica si sarebbero andate consolidando, attraverso però controversie teologiche, scismi e divisioni confessionali. La modernità, la colonizzazione, la presenza missionaria in tutto il mondo e le necessità di inculturazione della fede fecero infatti incontrare gli usi liturgici con le materie prime e i cibi locali, spesso molto diversi dal frumento e dall’uva.

Pasto divino’, attraverso la storia degli ingredienti della comunione, permette un viaggio nella storia della cultura e dell’alimentazione dell’ecumene (o globale, come diremmo oggi), che sembra sempre più orientata a convergere verso il punto di partenza.

Maurizio Gentilini

titolo: Pasto divino
-  categoria: Saggi
-  autore/i: Schubert Anselm
-  editore: Carocci
-  pagine: 228
-  prezzo: € 22.00


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