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EVANGELO E COSTITUZIONE. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4. 1-8). «Et nos credidimus Charitati...»!!!!

INCONTRO PAPA RATZINGER (FORZA "DEUS CARITAS EST") E BERLUSCONI ("FORZA ITALIA"), IL 6 GIUGNO. O.d. G.:"Lo Stato faccia di più per le scuole cattoliche". La parola "Pubblica" del Ministero dell’Istruzione della Repubblica è da dimenticare, da cancellare!!! - a cura di pfls

venerdì 6 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
(il manifesto/vignetta, 30.05.2008)

Papa Ratzinger parla alla 58esima assemblea della Cei
"Vita, famiglia e povertà: sono le sfide per il Paese"
Benedetto XVI: "Provo gioia
per il nuovo clima politico"
"Lo Stato faccia di più per le scuole cattoliche".
Il 6 incontra Berlusconi
ROMA - "Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in (...)

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> INCONTRO PAPA RATZINGER (FORZA "DEUS CARITAS EST") E BERLUSCONI ("FORZA ITALIA"), IL 6 GIUGNO. O.d. G.:"Lo Stato faccia di più per le scuole cattoliche". La parola "Pubblica" del Ministero dell’Istruzione della Repubblica è da dimenticare, da cancellare!!! - --- Gianni Letta ha preparato con Bertone l’agenda dell’incontro con il Papa. Sul tavolo anche la sicurezza e la scuola. Berlusconi «sceglie» il Vaticano e avverte i suoi alleati (di Francesco Verderami).

giovedì 5 giugno 2008

Il retroscena. Gianni Letta ha preparato con Bertone l’agenda dell’incontro con il Papa. Sul tavolo anche la sicurezza e la scuola

Berlusconi «sceglie» il Vaticano e avverte i suoi alleati

di Francesco Verderami (Corriere della Sera, 05.06.2008)

ROMA - Nei trenta minuti di udienza che Benedetto XVI gli ha concesso per domani, il premier offrirà al Pontefice «la mia personale disponibilità e quella del governo che rappresento». Perché Berlusconi intende capitalizzare la pubblica apertura di credito ricevuta dal Papa, con il quale affronterà le più delicate questioni internazionali del momento. Ed è pronto ad accettare, nel successivo colloquio con il segretario di Stato Bertone, consigli e suggerimenti sui temi di politica interna che sono in agenda, e che spaziano dall’educazione ai diritti civili, dalla salute alla sicurezza. «Visti gli eccellenti rapporti, sarà certamente un incontro dall’esito positivo», preannuncia l’ex presidente del Senato Pera, che di Ratzinger è amico da tempo.

D’altronde il copione della visita Oltre Tevere è già scritto, ci ha pensato il «gentiluomo del Papa» Gianni Letta a redigerlo insieme a Bertone, con cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si sente con regolarità quasi quotidiana. E non c’è dubbio che Berlusconi assicurerà al segretario di Stato massima attenzione alle richieste che gli verranno presentate. Il Cavaliere intende proporsi come interlocutore affidabile del Vaticano, e uno che di queste cose se ne intende - come Casini - sostiene che le gerarchie «vorranno mettere il premier alla prova»: «Perché la Chiesa ha passato gli ultimi due anni a difendersi sulle questioni eticamente sensibili. E ora che il centrosinistra non è più al governo - prosegue il leader dell’Udc - si attende la difesa di quei valori dalla nuova maggioranza, e anche risposte chiare su alcuni temi che stanno a cuore al Vaticano».

L’ex presidente della Camera li snocciola come se avesse letto l’agenda del colloquio di domani: «C’è anzitutto il problema del pluralismo educativo scolastico, dato che gli istituti cattolici sono ormai allo stremo. C’è il quoziente familiare. E c’è la richiesta di una svolta nel modo in cui sono gestiti oggi i consultori. Noi siamo pronti a sostenere l’esecutivo se si muoverà in tal senso, o ne denunceremo le manchevolezze». In verità è certo che a denunciarle sarebbe Ratzinger in persona, se si pensa al modo in cui stropicciò a gennaio gli amministratori del Lazio, dal sindaco Veltroni al governatore Marrazzo.

Secondo fonti accreditate, in agenda potrebbe esserci anche un altro tema, al quale avrebbe fatto indirettamente riferimento il Papa quando ha espresso la propria «gioia» per il nuovo clima politico in Italia: se è vero infatti che in Parlamento si preannuncia una stagione di riforme, è nelle cose la prospettiva di modificare la Costituzione. E in Vaticano sono molto sensibili alla materia, specie per quegli articoli della Carta che si richiamano alla famiglia, ai diritti della persona, e che vanno difesi per evitare in futuro pericolose brecce legislative. Nei colloqui troverà certo posto il nodo immigrazione e il contrastato articolo del pacchetto sicurezza sul reato di clandestinità. Ma a parte il fatto che - come spiega Cossiga - «quella norma verrebbe comunque cassata dalla Corte Costituzionale», il primo a dubitarne - fin dall’inizio - è stato Berlusconi. Fu il Cavaliere che, nel gioco di sponda con il Colle, accolse il «suggerimento» di Napolitano e spostò la norma dal decreto al disegno di legge. Si mosse quindi in anticipo rispetto alle critiche giunte dal Vaticano. Semmai proprio quelle critiche lo hanno spinto a pubblicizzare le sue perplessità: «Non è quella la norma chiave del pacchetto sicurezza, e non possiamo farne un totem ideologico come accadde con l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori».

La mossa - che ha spiazzato il Carroccio - è il segno che Berlusconi non vuole farsi risucchiare «nei vecchi schemi del passato, quando era l’Udc a frenare l’alleanza». Nella sua sortita - racconta un ministro forzista - c’è anche «la forte irritazione » per le dichiarazioni di Calderoli sul trattato di Lisbona. Insomma, è certo che il Cavaliere sul tema sicurezza si troverà in sintonia con gli interlocutori Oltre Tevere.

Lui, che guida il governo con la minor presenza di cattolici della storia, vuol essere l’interlocutore del mondo cattolico. Proprio mentre nel Pd la questione è vissuta con apprensione. Ieri la componente rutelliana si è riunita all’hotel Bristol, e ha ascoltato la reprimenda di alcuni intellettuali di area. Oggi Franceschini e Fioroni ne discutono in un seminario a porte chiuse alla Pontificia Università Gregoriana. Tutti devono fare i conti con i dati di uno studio del professor Segatti di Milano: alle elezioni il 56% dei cattolici è «fuggito» dal Pd. E Berlusconi domani sarà dal Papa.


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