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2 GIUGNO 2008. FESTA DELLA REPUBBLICA?! NON POSSO TACERE LA MIA PREOCCUPAZIONE, IN QUESTO MOMENTO ... MESSAGGIO DEL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO ALLE ISTITUZIONI E A TUTTI GLI ITALIANI E A TUTTE LE ITALIANE - a cura di Federico La Sala

martedì 3 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] questa giornata è l’occasione per ricordare anche come nacque, oltre sessant’anni fa, la Repubblica: tra grandi speranze e potendo contare sulla volontà allora diffusa tra gli italiani di ricostruire e far rinascere il paese, in un clima di libertà, attraverso uno sforzo straordinario di solidarietà e unità.
E’ qualcosa che vale la pena di ricordare perché l’Italia, divenuta un paese altamente sviluppato, avrebbe oggi bisogno di uno sforzo simile, per la complessità dei problemi che (...)

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> 2 GIUGNO 2008. FESTA DELLA REPUBBLICA?! NON POSSO TACERE LA MIA PREOCCUPAZIONE, IN QUESTO MOMENTO ... NAPOLITANO: LA COSTITUZIONE, CARTA SIMBOLO E FONDAMENTO REPUBBLICA - "Il 2 giugno 1946, con il referendum istituzionale, prima espressione di voto a suffragio universale nella storia nazionale, gli italiani scelsero la Repubblica ed elessero l’Assemblea costituente, che, l’anno successivo, avrebbe approvato la Carta costituzionale, ispirazione e guida della ricostruzione materiale ed istituzionale dell’Italia e, da allora, simbolo e fondamento della democrazia del nostro paese" (Ansa).

lunedì 2 giugno 2008

Ansa» 2008-06-02 16:03

NAPOLITANO: CARTA SIMBOLO E FONDAMENTO REPUBBLICA

ROMA - Con gli onori finali al capo dello Stato da parte di uno squadrone di corazzieri e di carabinieri a cavallo, si è conclusa la parata militare per la Festa della Repubblica: il presidente Giorgio Napolitano ha lasciato Via dei Fori Imperiali a bordo della Flaminia presidenziale, accompagnato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini.

La parata, che si è svolta come da programma, ha visto sfilare sotto la pioggia 7.200 persone, tra militari e civili. Una festa, anche di pubblico, rattristata però dalla morte dell’elicotterista Filippo Fornassi, ieri a Bracciano: lo stendardo del primo reggimento Antares dell’Aviazione dell’Esercito è sfilato listato a lutto. Ultimo atto della parata, il passaggio delle Frecce Tricolori.

La pioggia a intermittenza su Roma non ha scoraggiato i tantissimi cittadini, romani e non, e i turisti giunti ai Fori Imperiali e in piazza Venezia per assistere alla parata . Vengono un po’ da tutta Italia, molti si trovano a Roma per trascorre il ponte festivo, altri sono giunti nella Capitale proprio per l’evento. "Veniamo da Benevento - racconta Luigi Piccirillo, pensionato di 65 anni - Siamo partiti ieri sera. Io e mia moglie ci tenevamo ad essere qui perché i militari, le forze dell’ordine, fanno tanto, e lo fanno tutti i giorni dell’anno, per garantire la nostra sicurezza: è giusto ringraziarli".

Il presidente della Repubblica passato a pochi metri, le Frecce Tricolori, i gruppi a cavallo: per molti che sono qui ad assistere è un’emozione forte. "Non lo nego, mi sono commossa - dice Luisa Guiducci, casalinga romana - Non è vero che quella del 2 giugno è una festa poco percepita dai cittadini: oggi sono orgogliosa di esserci ma sono soprattutto fiera di questi ragazzi che si impegnano per noi".

NAPOLITANO, CARTA SIMBOLO E FONDAMENTO REPUBBLICA - "Il 2 giugno 1946, con il referendum istituzionale, prima espressione di voto a suffragio universale nella storia nazionale, gli italiani scelsero la Repubblica ed elessero l’Assemblea costituente, che, l’anno successivo, avrebbe approvato la Carta costituzionale, ispirazione e guida della ricostruzione materiale ed istituzionale dell’Italia e, da allora, simbolo e fondamento della democrazia del nostro paese".

Così il Capo dello Stato Giorgio Napolitano esordisce in un messaggio inviato al Capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, in occasione della Festa della Repubblica.

"Nel ricordo di quello storico evento di sessantadue anni fa che ha visto nascere la Repubblica Italiana, la nostra Repubblica, rivolgo il mio deferente omaggio, senza distinzione, a tutti gli uomini e le donne che sono caduti perché quel giorno potesse finalmente giungere ed a tutti quelli che, dopo di loro, hanno perso la vita perché i valori che avevano ispirato la conquista della democrazia potessero durare nel tempo e consolidarsi. Quei valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini, rispetto dei diritti, delle capacità e del merito di ognuno sono ancora oggi il fondamento della coesione della nostra società ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa. Essi costituiscono l’essenza del forte e convinto contributo- prosegue Napolitano- che il nostro Paese fornisce alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunità internazionale". "Ed è in questa nuova prospettiva di apertura verso il mondo e di concorso concreto alla risoluzione delle grandi problematiche poste dagli scenari della globalizzazione che le Forze Armate italiane del XXI secolo rinnovano il proprio fondamentale ruolo di custodi e garanti della Costituzione repubblicana, interpretandone il significato universale nelle innumerevoli missioni a sostegno dei diritti umani, della legge e dello sviluppo sociale ed economico in tante aree di crisi. Le Forze Armate sono cresciute ben oltre la loro tradizionale funzione di ultima risorsa, di capacità per l’emergenza. Sono divenute componente produttiva e costruttiva, strutturale e non occasionale, del sistema istituzionale del nostro Paese, sempre più impegnato in Europa e nelle organizzazioni internazionali, per l’attuazione di una strategia di cooperazione volta a garantire sicurezza, stabilità e pace". "Ed il 2 giugno le Forze Armate sono giustamente protagoniste, anche formalmente, di fronte al Paese ed alle sue massime autorità, circondate dalla stima e dall’affetto dei cittadini, dei quali costituiscono espressione diretta, sempre più consapevole e convinta. Ad esse, a nome di tutti gli italiani, esprimo la mia gratitudine e formulo il più fervido augurio. Viva le Forze Armate, viva l’Italia!".

LA RUSSA,TRICOLORE SI SERVE CON CORAGGIO E COSTANZA - "Il Tricolore si serve con coraggio, costanza e determinazione, facendo bene il proprio dovere fino in fondo". E’ quanto si legge nel messaggio del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, inviato alle Forze armate e a tutto il personale civile della Difesa in occasione della Festa della Repubblica. "E’ questo - sottolinea La Russa - che oggi desidero ricordare a me e a tutti voi perché la stagione politica che si é aperta sia feconda per la nostra Repubblica, rafforzando le basi istituzionali e l’efficienza della Difesa. E’ questa la via che tutti dobbiamo seguire, nel solco dei più alti esempi delle nostre tradizioni militari e civiche". Le Forze armate, ricorda il ministro "in ogni occasione della storia repubblicana hanno testimoniato l’unità di spirito e di intenti del nostro popolo, dalla difesa dei confini al soccorso in caso di calamità, fino all’impegno all’estero nelle numerose missioni internazionali". "Siate sempre orgogliosi - è l’invito di La Russa alle Forze armate - di appartenere ad una istituzione impegnata in modo decisivo per il bene e la sicurezza della Patria e per la difesa degli inalienabili valori della sicurezza e della civiltà. Siate sempre all’altezza delle sfide che ci attendono e continuate ad operare con fermezza, intelligenza e fiducia nel sistema di sicurezza e di alleanze delle quali l’Italia fa parte, con la certezza che il paese vi segue e apprezza il vostro impegno e la vostra dedizione".

FEDERALISMO: SCHIFANI, SIA SOLIDALE PER NON DIVIDERE PAESE - L’attuazione, in questa legislatura, di un federalismo fiscale che sia però solidale per non aumentare le fratture tra la parte ricca e la parte povera del Paese, è auspicata dal presidente del Senato, Renato Schifani con un incontro con una rappresentanza di studenti cui dona una copia della Costituzione nella libreria del Senato. "Ci vuole - spiega Schifani - un federalismo che avvicini i cittadini alle istituzioni e alle decisioni su come spendere il denaro pubblico. I cittadini vogliono pagare ma in cambio chiedono servizi efficienti. Si tratta di un processo che responsabilizzi chi gestisce le risorse". "Ma - avverte il presidente del Senato - occorre che ci sia un federalismo fiscale solidale per evitare che il Paese si divida, salvaguardando le fasce più deboli".

FINI, MESSAGGIO NAPOLITANO ALTO E CONDIVISO - "Un messaggio, quello di ieri del capo dello Stato, alto, condiviso, certamente impregnato di quella passione civile che caratterizza il mandato del presidente Napolitano". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rispondendo ad una domanda dei giornalisti prima di raggiungere il palco delle Autorità in via dei Fori Imperiali, dove tra poco comincerà la parata militare per la Festa della Repubblica. A chi poi gli chiedeva cosa ne pensasse della scarsa conoscenza che, secondo un sondaggio, gli italiani avrebbero della ricorrenza odierna, Fini ha risposto che "occorre ricordare, soprattutto ai più giovani, che cosa significa; non dare per scontato che sia una festa acquisita dal nostro popolo e ribadirne i valori di fondo, tra l’altro non solo riferiti al passato".

BERLUSCONI: ANDIAMO A PIEDI. PASSEGGIA TRA FOLLA

Come gli altri anni, nonostante la pioggia battente, Silvio Berlusconi non rinuncia alla passeggiata che dal palco delle Autorità della Parata per il 2 giugno lo porta fino a quasi sotto casa, a Palazzo Grazioli. All’inizio, proprio per le condizioni climatiche, il presidente del Consiglio sale nell’auto blindata. Ma la macchina non parte perché bloccata dagli altri cortei che attendono di farsi largo tra la folla per guadagnare piazza Venezia. Qualche attimo di esitazione, poi Berlusconi, incitato dai tanti sostenitori che circondano la vettura fa un cenno al capo scorta e dice: "andiamo a piedi". Inizia una lenta passeggiata fra due ali di folla con il cordone di sicurezza che a stento riesce a trattenere l’entusiasmo dei tanti che vogliono salutarlo o stringergli la mano.

Inizia così una lunga passeggiata fra due ali folla e un nutrito cordone di sicurezza. Per percorrere qualche centinaio di metri, Berlusconi impiega oltre quarantacinque minuti. Ogni passo c’é una foto da fare, una mano da stringere, una foglio su cui mettere un autografo. Moltissimi lo incitano ad andare avanti, a risolvere i problemi del Paese. Ma i più, vogliono soltanto una scatto ricordo. E pur di ottenerlo stanno sotto l’acqua. Berlusconi ha una parola per tutti, ringrazia, stringe centinaia di mani. Alcuni lo ringraziano per "aver mandato Prodi a casa". Altri gli chiedono di "ridurre le tasse". Altri ancora gli urlano "Silvio santo subito". Partono i cori: "Silvio, Silvio". C’é anche chi, una signora di mezza età, arriva a commuoversi per aver sfiorato il Cavaliere e lo dice emozionata all’amica. La pioggia insistente non frena l’entusiasmo dei fans del Cavaliere. Lo circondano, mettendo a dura prova il cordone di sicurezza eretto da uomini in divisa e in borghese che danno manforte alla scorta del premier. La passeggiata si interrompe poche decine di metri prima di piazza Venezia. Il presidente del Consiglio sale sulla blindata e parte. Ma un centinaio di metri dopo, davanti alla sua residenza di via del Plebiscito, scende dalla vettura perché ad aspettarlo ci sono un centinaio di persone. Ancora strette di mano, sorrisi, foto. Non è la prima volta che il Cavaliere si concede il bagno di folla dopo la parata. In qualche occasione aveva incontrato qualche fischio e contestazioni. Non stavolta. La ’luna di miele’ sembra reggere.


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