Il Papa i nell’Angelus parla della figura del grande scienziato perseguitato
Nessun accenno alle polemiche: "La sua opera non era contro la fede
Galileo, l’omaggio di Ratzinger
"La scienza ci insegna la natura"
"Galileo e gli altri scienziati ci hanno insegnato le leggi della natura e l’opera di Dio". Non accenna alle polemiche che lo hanno direttamente coinvolto, né alle scuse della Chiesa al grande scienziato del Seicento, ma Benedetto XVI sfrutta una occasione astronomica - il solstizio d’inverno - e la ricorrenza simbolo della cristianità - il Natale - per riaffermare la riabilitazione di uno dei simboli dei periodi bui della della Chiesa.
"Il fatto che proprio oggi, 21 dicembre, in questa stessa ora, cade il solstizio d’inverno - dice il Papa - mi offre l’opportunità di salutare tutti coloro che parteciperanno a vario titolo alle iniziative per l’anno mondiale dell’astronomia, il 2009, indetto nel quarto centenario delle prime osservazioni al telescopio di Galileo Galilei". Pur senza accennare alla riabilitazione decisa da Papa Wojtyla, Ratzinger ha ricordato che la sua ricerca non era contro la fede ma finalizzata a comprendere meglio le leggi della Natura creata da Dio. "Se i cieli narrano la gloria di Dio, anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo - a scandire - a contemplare con gratitudine le opere del Signore".
E proprio nei primi mesi di quest’anno Galileo fu di nuovo al centro della polemica con il Vaticano: nella protesta che in gennaio portò una parte dei docenti dell’Università La Sapienza di Roma a opposrsi alla presenza del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico, molti accusarono di oscurantismo Ratzinger per aver definito nel 1990, quando era cardinale, "equo" il processo di Galilei. Un punto su cui il Vaticano rispose puntigliosamente: "Fu invece proprio il cardinale Ratzinger, da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede - risposero in sintesi da San Pietro - il primo ad affiancare il Papa nel processo che cancellò l’antica condanna ecclesiale". Affermazioni a cui seguì un atto piccolo, ma simbolico: l’entrata in Vaticano della figura dello scienziato attraverso una statua nei giardini vaticani, presso la Casina di San Pio V, dietro al Cupolone.
Galileo è tornato a essere nuovamente "figlio legittimo" della Chiesa cattolica il 31 ottobre del 1992, dopo ben 359 anni, 4 mesi e 9 giorni dalla condanna "al silenzio" inflitta allo scienziato pisano il 22 giugno 1633 dal Sant’ Uffizio. Una condanna decisa nel vano tentativo di tappare la bocca al fondatore dell’astronomia e della fisica moderne, accusato di aver sposato quelle tesi copernicane che, in contrapposizione alle autorità ecclesiastiche di allora, sostenevano che è la Terra, insieme agli altri pianeti, a girare intorno al sole, e non viceversa. Galileo Galilei, come si sa, per salvarsi fu costretto a pronunciare la storica "abiura" davanti al tribunale vaticano, diventando automaticamente l’esempio tangibile di una delle più grandi ingiustizie perpetrate dalle autorità ecclesiastiche. La riabilitazione avvenne con una storica ammissione pubblica dell’errore in una solenne cerimonia, presenti i membri della Pontificia accademia delle scienze, presieduta da Giovanni Paolo II.
* la Repubblica, 21 dicembre 2008