I sei operai morti a Mineo lavoravano alla manutenzione della vasca di un depuratore
Forse una fuga di gas tossico o una valanga di melma che li avrebbe sommersi
Strage sul lavoro in Sicilia
"Monossido e fango probabili killer" *
MINEO - Sono durati tutta la notte e proseguono ancora rilievi e sopralluoghi nella vasca del depuratore di Mineo, non lontano da Catania, dove ieri sul lavoro sono morti sei operai. Sembra sempre più probabile che ad ucciderli siano state esalazioni di monossido di carbonio, ma prende piede anche un’altra ipotesi: un guasto alla pompa che improvvisamente avrebbe riversato fango dall’autobotte per l’espurgo e questo sarebbe ritornato nella vasca da un bocchettone del depuratore. Così gli operai sarebbero finiti nel fondo, intrappolati, ingurgitando melma e respirando gas tossici, compreso il monossido killer. Meno credito viene dato invece alla possibilità che i sei operai addetti alla manutenzione della vasca siano stati uccisi da una scarica elettrica, partita dalla vicina cabina dell’energia.
Nella tarda serata ieri sono stati recuperati i cadaveri tra diverse difficoltà, dovute alla necessità di bonificare il sito dalla presenza di sostanze tossiche, le stesse che potrebbero avere causato l’ennesima strage sul lavoro. Il comandante dei vigili del fuoco di Catania, Salvatore Spanò, sin da subito ha escluso che i lavoratori fossero forniti di mascherine per filtrare l’aria che respiravano.
Oltre al gas killer, si parla quindi anche di una valanga di melma che potrebbe aver travolto subito i due operai della ditta specializzata Carfì di Ragusa, muniti di stivali, Salvatore Tumino e Salvatore Smecca, già dentro la vasca per ripulire i filtri; gli altri quattro - Giuseppe Zaccaria, 47 anni; Giovanni Natale Sofia, 37 anni; Giuseppe Palermo, 57 e Salvatore Pulici, 37, tutti dipendenti comunali - sarebbero morti nel tentativo di aiutarli. Bisognerà comunque attendere l’esito delle autopsie per saperne di più: due dei cadaveri sono stati trasportati nell’ospedale di Palagonia e altrettanti in quelli di Caltagirone e Mineo.
* la Repubblica, 12 giugno 2008