L’osservatorio
Gli elettori e il comportamento dell’opposizione Il Pd delude il 40% dei suoi: troppo remissivo
di Renato Mannheimer (Corriere della Sera, 15.6.08)
Il governo continua di settimana in settimana a vedere incrementati la popolarità e il consenso di cui gode presso l’elettorato. Anche se, negli ultimi giorni, una quota crescente (benché sempre minoritaria) di coloro che inizialmente avevano sospeso la propria opinione sull’esecutivo in attesa di verificare il suo operato, inizia ad esprimere qualche scetticismo. Ma la valutazione definitiva sul governo è, per quasi tutti, di fatto rinviata alla fine del periodo della cosiddetta «luna di miele» (grossomodo alla fine dell’estate), quando i cittadini trarranno i primi bilanci sui risultati dell’azione della compagine guidata da Berlusconi.
Intanto, però, si diffonde in misura sempre maggiore nel Paese la percezione di una forte inadeguatezza dell’iniziativa dell’opposizione, a fronte della capacità propositiva del governo. In realtà, nelle inchieste di opinione condotte più di recente, il giudizio sull’opposizione risulta dividere il Paese in parti pressoché eguali tra loro: metà dei cittadini ne approva l’operato, in misura più o meno convinta, e metà, viceversa, esprime una valutazione di segno opposto. L’atteggiamento critico è più frequente tra i giovanissimi e, ciò che riveste un significato politico ancora maggiore, tra gli operai e i lavoratori subordinati in genere, ove l’opinione negativa sull’azione dei partiti di opposizione supera il 51%.
In linea di principio, l’atteggiamento critico verso l’opposizione è più presente (53%) tra quanti, alle ultime elezioni, hanno votato per le forze di centrodestra. Ma è interessante rilevare come il giudizio di insufficienza per il Pd e gli altri partiti di opposizione, sia diffusissimo anche tra chi in aprile aveva scelto il centrosinistra: tra costoro, addirittura il 42% esprime oggi una valutazione negativa sull’operato dell’opposizione nei primi mesi di vita del governo. Specialmente il Pd viene accusato di avere scarsa capacità propositiva, di possedere poca iniziativa e, secondo alcuni, di essere talvolta troppo «subordinato» verso ciò che viene proposto dall’esecutivo in carica. Per la verità, di fronte alla richiesta diretta di formulare un giudizio esplicito sul comportamento dell’opposizione nell’ultimo periodo, poco più di metà dell’elettorato nel suo complesso lo definisce «equilibrato». Ma questa opinione positiva (o, se si vuole, «assolutoria») proviene paradossalmente in misura maggiore dalle fila dei votanti per le forze di governo (ove è espressa dal 53%) che da quelle degli elettori dell’opposizione stessa (50%). Tra questi ultimi, infatti, più del 40% giudica Veltroni e alleati «troppo remissivi ».
In definitiva, l’opinione pubblica sembra, in questo primo periodo di esistenza dell’esecutivo, punire assai più l’opposizione del governo. Concordando col titolo del recente commento sull’Italia dell’Economist, secondo cui «Veltroni rischia di essere fin troppo gentile con Berlusconi».