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AVANTI!!! A "REGIME LEGGERO", FINO ALLA CATASTROFE ....

L’ ITALIA IPNOTIZZATA. TUTTO IL PARLAMENTO CANTA ALLEGRAMENTE: "FORZA ITALIA" - L’INNO DI UN SOLO PARTITO!!! L’ECCEZIONE E’ LA REGOLA. Un commento di Giuseppe D’Avanzo - a cura di Federico La Sala

lunedì 16 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il quinto consiglio dei Ministri del Berlusconi IV ha dichiarato l’assoluta necessità di ridimensionare l’azione dei giudici; di limitare il diritto di cronaca; di declinare le ragioni dello Stato con l’esibizione, la forza, le armi dell’Esercito. E’ finora il caso più emblematico ed esplicito di quel che abbiamo definito la «militarizzazione della politica». Non è mai avvenuto in Italia che i soldati fossero chiamati a far fronte all’ordine pubblico o al controllo delle città. (...)

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> L’ ITALIA IPNOTIZZATA. TUTTO IL PARLAMENTO CANTA ALLEGRAMENTE: "FORZA ITALIA" - L’INNO DI UN SOLO PARTITO!!! .... Intercettazioni, no al bavaglio. Giornalisti europei contro Alfano. Articolo 21: legge anticostituzionale

lunedì 16 giugno 2008


-  Intercettazioni, no al bavaglio
-  Giornalisti europei contro Alfano
-  Articolo 21: legge anticostituzionale
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Il ministro AlfanoL’assemblea della Federazione europea dei giornalisti, riunita a Berlino, ha votato all’unanimità un documento di condanna della stretta sulle intercettazioni voluta dal governo italiano e le sanzioni penali previste contro i giornalisti. «L’assemblea annuale della Federazione europea dei giornalisti - si legge nel testo approvato reso noto dalla Fnsi, presente a Berlino con il presidente Roberto Natale, il segretario Franco Siddi e col direttore Giancarlo Tartaglia - condanna il progetto di legge del governo italiano che, con la scusa della privacy, vuole stabile sanzioni penali - fino a tre anni di carcere - per i giornalisti che pubblichino informazioni o citino notizie di inchieste giudiziarie. È il caso soprattutto delle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura. Questa è un’iniziativa - prosegue il documento - che mette il bavaglio ai giornalisti e impedisce ai cittadini di essere informati su temi d’interesse pubblico compresi nelle inchieste giudiziaria».

«Questo modo di procedere - è scritto ancora - è contrario ai principi universali dei diritti dei media e della loro funzione nelle democrazie moderne. I giornalisti, infatti, non devono nascondere le informazioni d’interesse generale, sia originate da fonti libere sia da fonti confidenziali, che essi hanno il dovere di proteggere. Il progetto di legge del governo italiano è contrario alle convenzioni internazionali e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. L’assemblea annuale della Fej sostiene il sindacato dei colleghi italiani, la Fnsi, nel suo contrasto, nella sua opposizione contro il disegno di legge e fa appello al Parlamento italiano a non approvarlo o a modificarlo profondamente».

Articolo 21: disegno di legge anticostituzionale «La magistratura potrebbe sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla corte costituzionale perchè il disegno di legge sulle intercettazioni limita la sua autonomia. La norma costituzionale che sarebbe violata è l’art.112 che prevede l’obbligo per il pm di esercitare l’azione penale. Questa norma verrebbe svuotata se il pm non avesse i mezzi per condurre l’azione penale...». È il parere autorevole dell’avvocato Domenico D’Amati, presidente del comitato giuridico di Articolo21 che interviene sul sito dell’associazione sul tema del ddl sulle intercettazioni.

«Non è difficile prevedere che - afferma D’Amati se il disegno di legge sulle intercettazioni sarà approvato dalle Camere e se la legge approvata sarà promulgata dal Presidente della Repubblica, Berlusconi avrà il suo caso Guantanamo davanti alla Corte Costituzionale. Il primo magistrato cui sarà chiesto di condannare alla reclusione un giornalista per aver dato notizia delle malefatte di qualche esponente della casta, emerse da intercettazioni in sede giudiziaria, manderà gli atti alla Consulta perchè annulli la nuova legge. E la Corte Costituzionale non sarà la sola a sancire l’abnormità di questo tentativo di ritorno ai tempi bui, perchè non mancheranno certo di pronunciarsi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte di Giustizia dell’Unione».

Per D’Amati, «un’altra ragione che potrà portare la legge sulle intercettazioni davanti alla Corte Costituzionale è che essa si presenta come attentato all’autonomia della magistratura. Per l’art. 112 della Costituzione, il Pubblico Ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale. Questa norma sarebbe svuotata del suo contenuto, se il Pubblico Ministero fosse privato della possibilità di ricorrere, in caso di necessità, allo strumento delle intercettazioni».

Giulietti: proposta Alfano è un bavaglio ai giornalisti «La proposta presentata, dal ministro Alfano in materia di intercettazioni, per quanto riguarda il diritto di cronaca è letteralmente irricevibile». Lo afferma Giuseppe Giulietti, portavoce di articolo 21. «Non è solo e soltanto un tentativo di mettere un bavaglio ai cronisti e agli editori - sostiene - ma è anche e soprattutto il tentativo di mettere una benda sugli occhi e sulle orecchie dei cittadini italiani. Se tali norme dovessero essere mai approvate non favorirebbero il diritto sacrosanto alla privacy delle persone, bensì aumenterebbero i ricatti incrociati e il commercio clandestino dei dossier. Il cronista che entrerà in possesso di notizie di particolare rilevanza sociale non potrà che pubblicarle pena la violazione del codice deontologico e della legge professionale del 1963. Questo principio del resto è stato riconosciuto anche dai giudici di Strasburgo. Agli editori ed ai cronisti non resterebbe che ricorrere alla obiezione di coscienza facendo prevalere i valori contenuti nell’Articolo 21 della Costituzione. Nelle prossime ore - conclude - l’associazione ’Articolo 21’ costituirà in Europa ed in Italia un comitato di giuristi che avranno il compito di seguire l’iter della legge e di controllarla in tutte le sedi possibili».

Bindi: no ai privilegi per i parroci «Sono assolutamente contraria a una norma che crei privilegi per qualunque esponente di qualsiasi religione». Così Rosy Bindi, intervistata da Lucia Annunziata nel corso di "In mezz’ora", ha commentato il ddl sulle intercettazioni che prevede che per intercettare un prete si debba avvisare il vescovo. Alla conduttrice, che le fa notare come questa norma fosse presente anche nel disegno di legge preparato da Clemente Mastella, la vicepresidente della Camera ha risposto: «Se questa norma c’era, io non me ne ero accorta e chiedo scusa, perchè sono contraria a questo provvedimento. Posso solo dire: meno male che non è stato approvato».

Bonelli (Verdi): aria di regime Per Angelo Bonelli dei Verdi «anche la stampa europea sente aria di regime in Italia. Per questa ragione oggi da Berlino ha fortemente criticato il disegno di legge sulle intercettazioni varato dal governo Berlusconi che, non solo rischia di imbavagliare il diritto all’informazione dei cittadini, ma che lega le mani su reati gravi alla magistratura, commentando il documento votato all’unanimità dall’assemblea della Federazione europea dei giornalisti.

«La destra - aggiunge l’esponente del Sole che ride - vuole far assomigliare sempre più il nostro Paese ad un regime sud americano minacciando con il carcere i cronisti e mandando l’esercito per le strade per l’ordine pubblico». «Il disegno di legge sulle intercettazioni è un attacco alla libertà d’informazione dei cittadini e mina fortemente la capacità di indagine della magistratura ma, soprattutto, rischia di far diventare l’Italia la zimbella d’Europa - ha concluso Bonelli - Non esiste nulla di simile in nessun altro Paese europeo».

* l’Unità, Pubblicato il: 15.06.08, Modificato il: 15.06.08 alle ore 20.33


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