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INDIETRO NON SI TORNA. In memoria di Papa Luciani - il Papa del Sorriso, il Sorriso di Dio ("Charitas") ...

UN CODICE ETICO PER LA TEOLOGIA. DA LUCIANO DI SAMOSATA UNA ULTERIORE SOLLECITAZIONE A PAPA BENEDETTO XVI, A RETTIFICARE I NOMI - di Federico La Sala

EU-ANGELO, BUONA-NOTIZIA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4. 1-16). «Et nos credidimus Charitati...»!!!!
venerdì 20 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
Codice etico per lo Storico *
"Così dunque deve essere per me lo storico: impavido, incorruttibile, libero, amante della franchezza e della verità, e come dice il comico, capace di chiamare i fichi, fichi, e la barca, barca, di non risparmiare o concedere nulla per odio o per amicizia; non deve avere riguardo, pietà, vergogna, o paura; sia un giudice imparziale, benevolo verso tutti ma non al punto di concedere a nessuno più di quel che gli è dovuto; nelle proprie opere deve essere (...)

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> UN CODICE ETICO PER LA TEOLOGIA. --- Giovanni Paolo I: “Sì a moschee e unioni di fatto” (di Andrea Tornielli)

venerdì 20 aprile 2012

Giovanni Paolo I “Sì a moschee e unioni di fatto”

di Andrea Tornielli (La Stampa, 20 aprile 2012)

I fedeli islamici «hanno diritto di costruirsi una moschea», e se «volete che i vostri figli non diventino musulmani, dovete fare meglio il catechismo». Parole di Albino Luciani, che così spiegava, alla fine del Concilio, il decreto sulla libertà religiosa. Il futuro Papa, pochi mesi prima della nomina a patriarca di Venezia, aprirà alla possibilità di un riconoscimento coppie di fatto, finalizzato, nelle sue intenzioni, a evitare l’introduzione del divorzio in Italia.

Sono alcuni degli episodi contenuti nel volume «Giovanni Paolo I», la biografia di Papa Luciani scritta da Marco Roncalli (San Paolo, pp. 734, 34 euro). Grazie a testimonianze e documenti inediti, l’autore contribuisce a smentire il consolidato cliché di Luciani «conservatore».

Attuali, quasi cinquant’anni dopo, sono le parole che Luciani pronuncia nel novembre 1964, spiegando la dichiarazione conciliare Dignitatis humanae: «I non cattolici hanno il diritto di professare la loro religione, e io ho il dovere di rispettare il loro diritto: io privato, io prete, io vescovo, io Stato». «Qualche vescovo - affermava Luciani - si è spaventato ... Ci sono quattromila musulmani a Roma: hanno diritto di costruirsi una moschea. Non c’è niente da dire: bisogna lasciarli fare. Se volete che i vostri figli non si facciano buddisti o non diventino musulmani dovete fare meglio il catechismo, fare in modo che siano veramente convinti della loro religione cattolica».

Nei «pensieri alla famiglia» raccolti nei primi mesi del 1969, l’allora vescovo di Vittorio Veneto, apre, con cautela, alle «unioni di fatto» come un «male minore» per evitare l’introduzione del divorzio. Luciani precisa che queste unioni non dovrebbero essere equiparate al matrimonio, ma aggiunge: «Ci sono, innegabili, le situazioni patologiche della famiglia, i casi dolorosi. A rimedio, alcuni propongono il divorzio, che, viceversa, aggraverebbe i mali. Ma qualche rimedio, fuori del divorzio, non si può proprio trovare? Tutelata una volta la famiglia legittima e fatto ad essa un posto d’onore, non sarà possibile riconoscere con tutte le cautele del caso qualche “effetto civile” alle “unioni di fatto”?».

È la stessa sensibilità che nei mesi precedenti la pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI, al cui insegnamento prontamente aderirà, farà essere Luciani «moderatamente liberale» sulla pillola anticoncezionale, a patto che fosse usata con «intenzione retta», con il proposito di «mettere al mondo il numero dei figli che si possono convenientemente mantenere ed educare». All’obiezione che fosse contraria alla legge naturale, rispondeva: «La natura vuole che noi siamo più pesanti dell’aria: ciononostante facciamo bene a viaggiare» in aereo.

L’esempio, spiega don Taffarel, già segretario di Luciani a Vittorio Veneto, ha questo significato: «L’aereo che per volare vince la legge di gravità, viola le leggi della natura, ma nessuno dice che i piloti facciano peccato. Così si chiedeva: perché non si può vincere la natura senza peccare?».

Nel libro si afferma che già all’indomani dell’elezione papale, avvenuta il 26 agosto 1978, Giovanni Paolo I avrebbe voluto tornare sui suoi passi. «Non so come abbia potuto accettare. Il giorno dopo ero già pentito, ma ormai era troppo tardi», si legge in una lettera scritta dal Papa, il cui contenuto è stato rivelato dall’ex presidente dell’Azione Cattolica Mario Agnes.

Infine è da citare la testimonianza del padre saveriano Gabriele Ferrari, che il 2 maggio 1978, incontrando il patriarca Luciani si sentì dire: «Da qualche tempo non sto bene...». «Mentre lo diceva, si toccò il petto con la mano e soggiunse: “Da tempo ho un gran male qui”».


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