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PER LA COSTITUZIONE. UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AL PARLAMENTO ....

RICHIESTA DI DIMISSIONI PER IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Fondando il Partito "Forza Italia", il cittadino Silvio Berlusconi si è appropriato indebitamente della Parola della Repubblica: ITALIA - a cura di pfls

mercoledì 2 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] «Dicono che faccio leggi nel mio interesse. Ma io in politica sono sceso per difendere gli interessi degli italiani. Il mio interesse semmai sarebbe quello di lasciare il Paese e godermi i soldi meritatamente guadagnati» [...]

«non accetto che un potere dello Stato voglia cambiare chi sta al governo»
«Vogliono darmi 6 anni e farmi dimettere»
Lo sfogo di Berlusconi con i suoi: come potrei continuare a governare con una (...)

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> RICHIESTA DI DIMISSIONI PER IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Fondando il Partito "Forza Italia", il cittadino Silvio Berlusconi si è appropriato indebitamente della Parola della Repubblica: ITALIA ---- Dopo il "magnaccia" rivolto ieri al Cavaliere, Di Pietro, niente scuse a Berlusconi: "Lui deve chiederle agli italiani".

domenica 29 giugno 2008


-  Dopo il "magnaccia" rivolto ieri al Cavaliere, in riferimento alle intercettazioni
-  il leader dell’Idv non fa marcia indietro: "Obbliga il Parlamento a fare leggi per lui"

-  Di Pietro, niente scuse a Berlusconi
-  "Lui deve chiederle agli italiani"
*

ROMA - Il giorno dopo la bufera scatenata dalle sue dichiarazioni su Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro non chiede scusa al premier, per averlo definito "un magnaccia". Anzi. Infatti il leader dell’Italia dei valori, ospite di Lucia Annunziata nel programma tv In mezz’ora, sostiene che è il Cavaliere a doversi "scusare con gli italiani, perché in campagna elettorale ha detto che si sarebbe attivato per farli stare bene. E invece sta obbligando il Parlamento a fare leggi che servono a lui per suo interesse".

"Il mio sarà pure un linguaggio crudo - aggiunge Di Pietro - ma il suo è un insulto agli italiani perché quando ha un processo in corso si fa una legge per farsi salvare". Quindi "è il premier che si deve scusare con gli italiani anche perché non può fare telefonate al direttore della rete pubblica per cui noi paghiamo il canone per dire piazza questo, piazza quello".

Ieri il presidente del Consiglio, dalla Sardegna, ha reagito a quel "magnaccia" di Di Pietro dicendo ai suoi amici presenti "è un mascalzone". Mentre il suo avvocato difensore nonché parlamentare del suo partito, Nicolò Ghedini, ha annunciato querele.

* la Repubblica, 29 giugno 2008.


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