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IL TERRIBILE E’ GIA’ ACCADUTO. L’ANIMA VENDUTA E LA PAROLA RUBATA. A "REGIME LEGGERO", FINO ALLA CATASTROFE

ANNO PRIMO DELL’ERA "FORZA ITALIA". Tutte le persone (donne e uomini, bambini e bambine) residenti in Italia che non hanno la carta d’identità del Partito saranno schedate!!! «Impronte? Ma no, faremo solo foto segnaletiche» - a cura di pfls

Il censimento dei campi nomadi sarebbe fatto proprio «per tutelare i bambini. Parlare di leggi razziali è una stupidaggine».
sabato 28 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Secondo il prefetto con la nuova ordinanza del ministero degli Interni per il censimento dei nomadi, «non ci sono novità», perchè «le norme già in vigore consentono il fotosegnalamento per chi non riesce a dimostrare la propria identità, siano anche minori». Il prefetto fa riferimento ad una legge del ’41- in tarda epoca fascista, dunque -che prevede che chi non è in grado di dimostrare la propria identità possa essere fotosegnalato.
Si tratta della legge 633 del 22 aprile 1941 che (...)

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> ANNO PRIMO DELL’ERA "FORZA ITALIA". --- La Lega: legge anti burqa, in cella chi lo porta. Arresto in flagranza, reclusione fino a 2 anni e multa fino a 2mila euro (di Vladimiro Polchi).

mercoledì 7 ottobre 2009


-  La Lega: legge anti burqa, in cella chi lo porta
-  Sì di Bonino. Il Pd: "Incostituzionale"

-  Proposta del Carroccio: "Motivi di sicurezza"
-  Le pene previste: carcere fino a due anni e multe da duemila euro Scontro fra i Poli

di Vladimiro Polchi (la Repubblica, 7.10.09)

ROMA - Arresto in flagranza, reclusione fino a 2 anni e multa fino a 2mila euro. La Lega Nord va alla guerra del burqa e presenta una proposta di legge per punire chi «in ragione della propria affiliazione religiosa» indossa in pubblico indumenti che rendono «impossibile o difficoltoso il riconoscimento».

Il testo, depositato il 2 ottobre, modifica in soli due articoli la legge del 1975 in materia di tutela dell’ordine pubblico, che già prevede il divieto di utilizzare «senza un giustificato motivo» caschi o qualsiasi altro indumento che impedisca il riconoscimento della persona. La Lega, come ha spiegato il capogruppo Roberto Cota, propone ora di togliere il riferimento al «giustificato motivo», che sarebbe fonte di contenziosi tra sindaci e prefetti e di inserire tra i divieti anche «gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa». Il testo di fatto chiede di vietare l’uso di burqa e niqab (il velo che lascia scoperti solo gli occhi), ma senza menzionarli esplicitamente come invece fa la proposta a firma Souad Sbai (Pdl) già all’esame della commissione Affari costituzionali di Montecitorio.

Per l’opposizione, Pd in testa, si tratta di un’ipotesi illegittima, che rischia di condannare molte donne di religione musulmana alla segregazione in casa. «È una norma incostituzionale - attacca la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti - che lede la libertà religiosa. Ma come può una legge parlare di affiliazione religiosa? Le suore sarebbero affiliate?» Simile il rilievo che solleva Ahmad Gianpiero Vincenzo, presidente dell’associazione Intellettuali Musulmani Italiani: «Per vietare il burqa e il niqab in Italia non troviamo opportuno fare riferimento a una presunta affiliazione religiosa islamica. La copertura del volto - aggiunge - non fa parte della religione islamica, come chiaramente dichiarato anche da Mohammed Said Tantawi, grande imam dell’università egiziana Al Azhar. In realtà basterebbe far rispettare la normativa di sicurezza già vigente in Italia fino al 1975, la quale impedisce di coprirsi in pubblico il volto». Ma non manca chi, anche nell’opposizione, sottolinea che il problema esiste. «È da tempo immemore - sostiene la radicale Emma Bonino - che ritengo che indossare il burqa o il niqab integrale in pubblico violi le leggi dello Stato e il concetto della piena assunzione della responsabilità individuale». E ancora: «La proposta di legge della Lega - dice l’europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani - usa strumentalmente l’argomento dell’ordine pubblico e si colloca sullo stesso piano delle fiaccolate contro le moschee e i cimiteri islamici, ma tocca un problema vero».

Di velo si interessa anche un disegno di legge presentato dall’opposizione: sì al burqa, ma a condizione che il volto sia riconoscibile, altrimenti si rischia l’arresto da 3 a 6 mesi e un’ammenda da 300 a 600 euro. Il testo è in commissione Affari costituzionali del Senato, presentato dal Pd (prima firmataria Emanuela Baio) e co-firmato da altri 11 senatori dello stesso gruppo. In sostanza, l’articolo unico di cui è composto prevede il divieto di usare «in luogo pubblico qualunque mezzo che travisi e renda irriconoscibile la persona senza giustificato motivo».


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