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AL DI LA’ DELLA "FATTORIA DEGLI ANIMALI"!!! A DANTE ALIGHIERI E A FERDINAND DE SAUSSURE, A GLORIA ETERNA.....

LA LIBERTA’, LA "PAROLA" E LA "LINGUA" DELL’ITALIA, E IL COLPO DI STATO STRISCIANTE DEL PARTITO "FORZA ITALIA". Alcune note di Federico La Sala

sabato 28 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[,,,] Oggi, più che mai, contro coloro che "vogliono costruire una democrazia populista per sostituire il consenso del popolo sovrano a un semplice applauso al sovrano del popolo"(don Giuseppe Dossetti, 1995), non è affatto male ricordarci e ricordare che i nostri padri e le nostre madri hanno privato la monarchia, il fascismo e la guerra del loro consenso e della loro forza, si sono ripresi la loro sovranità, e ci hanno dato non solo la vita e una sana e robusta Costituzione, ma anche la (...)

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> LA LIBERTA’, LA "PAROLA" E LA "LINGUA" DELL’ITALIA, E IL COLPO DI STATO STRISCIANTE DEL PARTITO "FORZA ITALIA". ---- Berlusconi non sta ragionando da lupo braccato per l’esasperazione dei suoi guai giudiziari, ma è la longa manus di un progetto mai sopito, sempre presente nelle nostre istituzioni (Di Pietro, Intervista di Marcella Ciarnelli)..

sabato 28 giugno 2008

Di Pietro: i cittadini devono sapere, il regime avanza

di Marcella Ciarnelli *

Attacco alle istituzioni. Interesse privato. Antonio Di Pietro non tradisce il suo stile e va all’attacco del governo di Silvio Berlusconi, che ieri ha provveduto all’approvazione del Lodo Alfano, sfoderando l’arma dei referendum abrogativi.

Onorevole Di Pietro, un’altra legge salva premier con l’iter blindato in Parlamento?

«Come giustamente è stato notato anche dal Partito democratico in riferimento al Dpef e alla legge finanziaria, si sta svuotando totalmente la funzione del Parlamento, che è diventato semplicemente un organo di passaggio e ratifica di decisioni che vengono prese in altri luoghi. Un metodo che non va. Ancor meno il merito. Questa è un’avvisaglia importante del regime che ci aspetta a cui voglio aggiungere anche il tentativo di zittire ogni forma di controllo, vedi la vicenda della Commissione di Vigilanza».

Come si contrasta?

«Credo proprio che sia necessario informare bene l’opinione pubblica sul futuro che ci aspetta. La manifestazione che terremo l’8 luglio è una prima risposta di quell’altra Italia che non ci sta a chiudere gli occhi e a farsi prendere in giro da un imbonitore che dice una cosa e ne fa un’altra, parla di sicurezza e fa leggi contro la sicurezza. Parla di libera informazione e fa leggi contro la libera informazione, parla di rilancio delle infrastrutture e dell’economia e propone norme punitive sia per lo sviluppo del Sud e che per il federalismo fiscale».

Berlusconi lavora per sé?

«Il presidente del Consiglio a fronte delle emergenze vere del Paese sta truffando letteralmente, non solo politicamente, i cittadini facendo credere che questi provvedimenti servano alla sicurezza, al rilancio dell’economia, alla governabilità, alla credibilità delle istituzioni. Invece se li valutiamo uno per uno, con la lente di ingrandimento, interessano solo lui».

È la P2 che ritorna?

«Berlusconi non sta ragionando da lupo braccato per l’esasperazione dei suoi guai giudiziari, ma è la longa manus di un progetto mai sopito, sempre presente nelle nostre istituzioni. Preoccupazione che peraltro, lo stesso presidente dell’Antitrust ha rilanciato l’altro giorno, quando ha detto che è neccessario fermare i cartelli. Il progetto di asservire le istituzioni e gestirle nell’interesse di pochi è più che ma attuale. La dimostrazione è nel fatto che se c’è qualcuno che gli mette il bastone tra le ruote lo si ferma, se bisogna cambiare una legge si cambia, se c’è bisogno di criminalizzare un’istituzione, si fa. Anche Benito faceva così».

I numeri in Parlamento sono quelli che sono...

«Abbiamo deciso di fare un’opposizione parlamentare ma anche d’informazione. Vogliamo parlare alla gente, non ai partiti. Attraverso il Parlamento e le nostre manifestazioni vogliamo far sapere agli italiani che in realtà hanno votato una truffa».

Parlamento e piazza?

«Certo. E anche rete».

E poi i referendum?

«Sette, che dovranno servire a formare ed informare. Vogliamo chiamare a raccolta i cittadini per dire no ad un grappolo di leggi che, messe tutte insieme sono, l’esemplificazione del regime che verrà. Vogliamo liberare l’informazione, liberare l’economia, liberare la giustizia».

C’è tempo per la raccolta?

«Abbiamo una procedura da rispettare. Ovviamente non si può depositare il quesito prima che il provvedimento sia diventato legge. Ma soprattutto non lo si può depositare nei sei mesi successivi all’indizione dei comizi elettorali. Quindi il 13 settembre. E non si possono depositare le firme dopo il 30 settembre se lo vuoi far valutare dalla Corte di Cassazione entro il 30 novembre. Altrimenti si va all’anno successivo. Per cui noi lanciamo da subito l’allarme firma, per poi andare rapidamente alla raccolta vera e propria, in modo di far sì che l’anno prossimo si voti per le europee ma anche per il referendum sulla legge elettorale, già previsto, e per quelli per i quali ci siamo impegnati».

Questo è un paese normale?

«Berlusconi e i suoi hanno detto che vogliono un Paese normale. In realtà ne vogliono uno normalizzato, in cui non si deve disturbare il manovratore ed in cui il popolo deve essere un po’ più suddito. Una volta c’era l’olio di ricino e adesso le veline di turno».

* l’Unità, Pubblicato il: 28.06.08, Modificato il: 28.06.08 alle ore 8.25


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