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Antropologia e Costituzione. Quale missione per gli architetti?

ARCHITETTURA E DEMOCRAZIA. A margine del Congresso mondiale e della Biennale di Venezia, un intervento-appello di Franco La Cecla - a cura di Federico La Sala

mercoledì 2 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Non si tratta di fare il processo agli architetti, si tratta però di farli finalmente parlare dello specifico del loro lavoro di cui devono rispondere ai cittadini. Oggi non esiste da nessuna parte un lavoro sulla fortuna di certe opere architettoniche. Gli architetti si sbarazzano dell’opera alla consegna, e non ne sono più responsabili, mentre è allora che l’opera entra nella sua funzione pubblica. Cosa sono le case, le università, gli edifici pubblici, i musei di Gregotti, Purini, (...)

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> ARCHITETTURA E DEMOCRAZIA. --- Cari ragazzi dovete rompere le scatole. Frank Lloyd Wright nelle conversazioni con gli studenti delle università Usa.

giovedì 17 settembre 2015

Cari ragazzi dovete rompere le scatole

La “rivoluzione” del grande architetto nelle conversazioni con gli studenti delle università Usa: basta parallelepipedi, gli edifici sono esseri viventi e dialogano con il paesaggio

di Frank Lloyd Wright (La Stampa, 16.09.2015)

L’architettura organica

Cosa costituisce un bell’edificio? Cosa crea una bella atmosfera in cui vivere, muoversi, esistere? Come puoi migliorare, senza distruggere, il paesaggio in cui vivi? E quali sono i princìpi all’origine di ciò che chiamiamo architettura organica? Questo principio di cui stiamo parlando in architettura è la cosa più antica, probabilmente, nel pensiero filosofico! Gesù stesso era il più grande promotore dell’architettura organica! Perché e come? Quando ha detto: «Il Regno di Dio è dentro di voi». Ecco dov’è il regno dell’architettura! È dentro di voi! È nella realtà della vostra situazione! Nella natura del vostro ambiente! La natura del vostro luogo! La natura del cumulo su cui dovete stare in piedi! È nella natura delle cose! Ed è nello studio della natura che troverete la differenza tra un’ideologia democratica della civiltà - di una cultura - e un ideale nazista o comunista, o qualsiasi altro ideale! Sta proprio in questo. Nello scoprire l’innato principio e la natura di ciò che è! Non abbiamo bisogno di educazione architettonica, abbiamo bisogno di cultura architettonica

Le Corbusier chi?

Come siamo costruiti noi? Come siete costruiti voi? Dall’interno. Siete costruiti su una spina dorsale. Guardate un albero. Supponete che costruisca quell’albero dall’esterno e cerchi poi di crearne l’interno. Assurdo. È tutto senza senso ma è considerata una buona pratica, e infatti c’è Mies van der Rohe che cerca di prendere quella struttura di acciaio e renderla architettura, pensando solo alla struttura: la struttura: la struttura. Le Corbusier, chi è? È un pittore, non un architetto! Vede la facciata esterna. Anche lui è un uomo di facciata. Sono tutti uomini di facciata, sono tutti sidewalk-happy. Non vedono nemmeno la natura. Non vedono l’albero. Non ti vedono. Non vedono nulla dall’interno.

L’albero e il grattacielo

Quando ero giovane andavo per foreste e vedevo alberi abbattuti con le radici verticali come una mano alzata sopra di essi, poi ho visto alberi un po’ piegati, ma che stavano in piedi, e ho scoperto che erano alberi con la radice a fittone. Ecco da dove ho preso le fondamenta a fittone, come nel Johnson Building e nella Price Tower; come nel Mile-High Building: le fondamenta a fittone. Non ci sarà alcuna oscillazione in cima a questo edificio, nient’affatto. Un’altra sua caratteristica, ovviamente, saranno i pavimenti a sbalzo. I pavimenti sono come braccia che si estendono dal tuo corpo, e i muri sono le tue dita incollate alla fine delle tue mani, tutto l’esterno dell’edificio è appeso alla spina dorsale interna, così abbiamo una pioggia di cavi d’acciaio all’esterno dell’edificio - come questa - che sospende tutti i pavimenti al nucleo centrale. Così ha un’enorme stabilità grazie al modo in cui è costruito.

Musica e architettura

Beethoven è stato probabilmente il più grande architetto mai vissuto. Mio padre mi ha insegnato a vedere una sinfonia come un’architettura di suoni e non ascolto mai una sinfonia senza prefigurarmi un edificio, vedere come è stato costruito, come vengono poste le fondamenta, come l’edificio viene creato dal suono. Queste sono le due grandi arti coerenti: la musica e l’architettura. E non pensate che l’architettura sia musica congelata. Non lo è. Se fosse congelata, non sarebbe architettura. Ed è tale solo in quanto vivente - il ritmo e l’espressione dell’anima umana, e lo spirito - che è architettura.

Dall’interno verso l’esterno

La «scatola» nell’architettura ha una lunga e onorata storia, perché non c’era modo di costruire un edificio se non, in pratica, facendo una scatola o erigendo colonne che formano una scatola. Ma da quando, nell’epoca moderna, abbiamo avuto un materiale, anzi due: l’acciaio e il vetro, i due elementi possono abolire, se vogliamo abolirla, la scatola. Naturalmente gli architetti, essendo colti, sono legati al passato e ritengono ancora che il parallelepipedo sia «la base» di tutto, come dicono loro di solito. In questo modo, ottieni l’edificio delle Nazioni Unite; ottieni queste nostre città legate all’architettura antica che, ovviamente, era la «scatola». Ma questo non è tipico di quella che chiamiamo architettura «organica» o «moderna».

La scatola era un contenitore con ogni cosa al suo interno. Viceversa, la nuova idea intendeva eliminare la scatola, lasciando che ogni cosa all’interno si proiettasse verso l’esterno e dialogasse col suo ambiente. Così l’ambiente, l’interno e la vita stessa diventarono una cosa sola. Per avere un’idea precisa del «moderno» dobbiamo usare la parola organico, ovvero integrale; ciò che procede dall’interno verso l’esterno. Possiamo eliminare il muro esterno di un edificio; fuori ci sono gli alberi, forse un panorama, dell’acqua e un lago. L’interno è lo spazio della stanza in cui vivi e abiti. Se metti in relazione questo spazio interno con questo senso esterno del paesaggio e della vista, hai portato nella tua esistenza la bellezza di entrambi contemporaneamente. Prima, questa era una stanza e questo era un muro che ti separava dal paesaggio, mentre ora è qualcosa che ti permette di dialogare col paesaggio.

Il mattone è vivo

Credo sia stato Paracelso a dire che non c’è oggetto o forma in natura che non sia vivo. Per Paracelso, un mattone sarebbe vivo. Per un buon architetto, un mattone è vivo nello stesso identico senso. Per un buon designer o artista, ciò che egli guarda è vivo. Ha una vita propria, ed è quella vita funzionale alla cosa ciò che interessa all’artista creativo e alla mente creativa, perché il mattone ha un’individualità - che gli è stata data dal fuoco -, la pietra è stata prodotta nei secoli per mezzo del sedimento di varie cose. Tutto questo arriva all’essere secondo determinate condizioni e trova un’espressione precisa nella natura delle cose. Ogni vero artista è un interprete. Deve vedere in profondità. Deve vedere la natura e manifestarla in ciò che fa. La cosa universale è la cosa naturale.


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