Su Rosarno dura presa di posizione del quotidiano della Santa Sede
Epifani lancia l’allarme: "Ci sono altre polveriere pronte a scoppiare"
L’Osservatore romano accusa
"Gli italiani ancora razzisti"
Bersani: "La Bossi-Fini non funziona". E Tosi propone l’invio dell’esercito
ROMA - I fatti di Rosarno continuano a far discutere. E a scendere in campo, oggi, è anche L’Osservatore romano, che pubblica un duro atto d’accusa verso il razzismo degli italiani. Nell’articolo del quotidiano ufficiale della Santa Sede si compie un rapido excursus storico sulle radici dell’intolleranza nei primi decenni dell’unità d’Italia, per poi concludere: " Nel 2010, invece, siamo ancora all’odio. Ora muto, ora scandito e ritmato dagli sfottò, ora fattosi gesto concreto".
Ancora, nel lungo servizio dal titolo "Gli italiani e il razzismo, Tammurriata nera" e firmato da Giulia Galeotti, si legge: "Oltre che disgustosi, gli episodi di razzismo che rimbalzano dalla cronaca ci riportano all’odio muto e selvaggio verso un altro colore di pelle che credevamo di aver superato". "Per una volta - prosegue il testo - la stampa non enfatizza: un viaggio in treno, una passeggiata nel parco o una partita di calcio, non lasciano dubbi".
Il testo del quotidiano della Santa Sede viene pubblicato dopo che il Papa domenica ha chiesto rispetto per gli immigrati e che il Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, aveva parlato delle drammatiche condizioni di vita in cui si trovavano gli immigrati nell’area di Rosarno.
Ma non c’è solo la presa di posizione vaticana. A lanciare l’allarme, sempre oggi, è il segretario della Cgil Guglielmo Epifani: "Di Rosarno - avverte - ne abbiamo tante, pronte a scoppiare. Sono problemi da tempo segnalati; sono dieci anni che la Cgil sta conducendo una battaglia. "Non è il sindacato il problema; il problema è chi per tempo ha chiuso gli occhi e ha fatto finta di non vedere".
Secondo Antonio Di Pietro, a Rosarno c’è stata "la rivolta degli schiavi" perchè all’origine "ci sono stati i negrieri del 2000, che hanno sfruttato e stanno sfruttando il lavoro nero e che nessuno vuole fare". Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, "la legge Bossi-Fini e la sua applicazione non sono adeguate ad affrontare il problema del lavoro per gli immigrati". Per il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, invece, il problema è che "la Bossi-Fini è stata applicata poco e male e Rosarno lo dimostra. Serve un intervento forte dall’esterno, con la presenza dello Stato che deve mandare l’esercito, le forze dell’ordine, la forza della magistratura".
E quanto alla cittadinanza per gli immigrati, a pronunciarsi contro un iter breve per ottenerla - cinque anni, invece degli attuali dieci - è il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Deve essere un risultato dell’integrazione e non uno strumento per ottenerla".
* la Repubblica, 11 gennaio 2010