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IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS ( la Legge dei nostri Padri e della nostri Madri Costituenti), NON IL "LOGO". Note per un riorientamento antropologico, e teologico-politico....

IL SOGNO "INFANTILE", DEVASTANTE E GOLPISTA, DI "FORZA ITALIA" E DELLA CHIESA "CATTOLICA" E’ FINITO!!! LA COSTITUZIONE ITALIANA E’ GIOVANE E SALDA E, CON LE SUE RADICI DANTESCHE ED ETERNE, NON HA PAURA DELLE SFIDE DELL’AVVENIRE!!! Una nota di Federico La Sala

martedì 11 gennaio 2011 di Maria Paola Falchinelli
LA GRAZIA DEL DIO DI GESU’ E’ "BENE COMUNE" DELL’INTERA UMANITA’, MA IL VATICANO LA GESTISCE COME SE FOSSE UNA SUA PROPRIETA’. Bruno Forte fa una ’predica’ ai politici, ma non ancora a se stesso e ai suoi colleghi della gerarchia. Una sua nota, con appunti
AL DI LA’ DELLA LEZIONE DI PAOLO DI TARSO: "Diventate miei imitatori [gr.: mimetaí mou gínesthe], come io lo sono di Cristo. Vi lodo perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. (...)

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> IL SOGNO "INFANTILE", DEVASTANTE E GOLPISTA, DI "FORZA ITALIA" E DELLA CHIESA "CATTOLICA" E’ FINITO!!! 1948- 2008: LA COSTITUZIONE ITALIANA E’ GIOVANE E SALDA E, CON LE SUE RADICI DANTESCHE ED ETERNE, NON HA PAURA DELLE SFIDE DELL’AVVENIRE!!! --- San Rossore, settembre 1938. La persecuzione fascista degli ebrei comincia da qui, dalla tenuta reale immersa nel parco di Migliarino dove, dai primi anni del Novecento, i Savoia avevano l’abitudine di trascorrere le vacanze estive (di Gaia Rau).

martedì 8 luglio 2008


-  Settembre ’38: Vittorio Emanuele III, in vacanza proprio nella tenuta toscana, diede avvio alle leggi razziali
-  E tra un bagno e una passeggiata il re firmò la condanna degli ebrei

di Gaia Rau (la Repubblica/Firenze, 08.07.2008)

San Rossore, settembre 1938. La persecuzione fascista degli ebrei comincia da qui, dalla tenuta reale immersa nel parco di Migliarino dove, dai primi anni del Novecento, i Savoia avevano l’abitudine di trascorrere le vacanze estive. Tra un bagno in mare, una battuta di caccia e una passeggiata all’ombra dei pini marittimi furono decisi i primi provvedimenti che, passo dopo passo, delinearono il calvario al quale, negli anni immediatamente successivi, furono sottoposti oltre 6mila ebrei italiani di tutte le età. A cominciare dai più piccoli.

Primo bersaglio ad essere colpito dalle cosiddette «leggi razziali» fu infatti la scuola. Il 5 settembre Vittorio Emanuele III, raggiunto a San Rossore da Benito Mussolini e dai ministri dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai e delle Finanze Paolo Thaon di Revel, mise la sua firma sul Regio Decreto n. 1390, intitolato Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista. Un testo in sette punti nel quale si sosteneva «la necessità assoluta e urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana», e si provvedeva a «liberare» la scuola ariana vietando, a partire dal nuovo anno scolastico, l’accesso alle scuole di ogni ordine e grado e alle università ad alunni e insegnanti di «razza ebraica». Una definizione specificata nel decreto stesso, ai sensi del quale veniva «considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica», e ricalcata da quella contenuta dal Manifesto degli scienziati razzisti italiani, pubblicato nel luglio dello stesso anno dal Giornale d’Italia e sottoscritto da 10 sedicenti «scienziati» del regime.

Ancora San Rossore, due giorni dopo. Un nuovo incontro tra il re e gli esponenti del governo fascista, seguito dalla firma di un altro testo legislativo, il Regio Decreto n. 1381 del 7 settembre 1938, che dava il via ai Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri. Il decreto vietava agli ebrei stranieri di stabilire la propria dimora nel Regno, in Libia e nei possedimenti coloniali nell’Egeo, e stabiliva la revoca della cittadinanza italiana per coloro che l’avessero ottenuta a partire dal 1919. Tutti gli ebrei stranieri residenti in Italia se ne sarebbero dovuti andare entro sei mesi: se non l’avessero fatto «volontariamente», sarebbero stati espulsi. Incaricato di discutere con Vittorio Emanuele III il nuovo provvedimento fu l’ex sindaco di Pisa Guido Buffarini Guidi, nelle sue vesti di sottosegretario agli Interni, il quale ricevette da Mussolini il compito di rassicurare il re, preoccupato che anche gli ebrei «benemeriti» della patria subissero la stessa sorte degli stranieri. Lo stesso Buffarini Guidi, che era stato uno dei firmatari del Manifesto, si batté successivamente contro le leggi razziali, cercando di mitigarne gli effetti.

Sempre a San Rossore, il 23 settembre, fu firmato un terzo provvedimento, il Regio Decreto n. 1630, che tornava ad affrontare il «problema» degli ebrei nella scuola. Con esso si istituivano, a spese dello Stato, «speciali sezioni di scuola elementare per i fanciulli di razza ebraica». Si dava inoltre alle «comunità israelitiche» la possibilità di aprire, con l’autorizzazione del Ministro per l’Educazione Nazionale, scuole elementari e medie per i bambini ebrei.

La ghettizzazione all’interno della scuola rappresentò l’inizio della discriminazione a tutti i livelli della società. Ai tre provvedimenti varati a San Rossore seguirono, il 6 ottobre, una «Dichiarazione sulla razza» votata dal Gran Consiglio del Fascismo; il 15 novembre un Testo Unico delle norme già emanate a proposito della tutela della razza nella scuola e, il 17 novembre, un Regio Decreto «sulla razza italiana» che raccoglieva tutti i provvedimenti precedenti. Infine, il 29 giugno 1939, fu la volta del «Regio Decreto sulla disciplina dell’esercizio delle professioni da parte di cittadini di razza ebraica», che sanciva il divieto, per gli ebrei, di esercitare professioni fra cui quella di giornalista, medico, avvocato, ragioniere, architetto. In poco tempo, gli ebrei furono completamente esclusi dalla società italiana.

Il 25 luglio 1943, Vittorio Emanuele III e il governo Badoglio lasceranno in vigore le leggi razziali, che saranno abrogate soltanto sei mesi dopo, nel gennaio del 1944, con un decreto la cui attuazione fu tuttavia rinviata alla fine della guerra.


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