La Stampa, 4/7/2008 (12:22) - CONFERENZA STAMPA DEL PREMIER
Berlusconi: contro di me solo fango
Il Cavaliere difende il suo lavoro
«Non mi servono nuove norme» *
ROMA All’indomani della rinuncia a partecipare alla puntata tv di «Matrix», il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna ad attaccare la magistratura. «Ci sono dei giudici che non accettano il verdetto delle urne, dal ’94 in poi contro di me sono state inventate delle accuse fasulle, lo sapevano anche loro che erano fasulle ma faceva comodo creare questo fango mediatico che mi portava anche alla possibilità di non essere producente sul piano politico». Lo ha detto il presidente del Consiglio silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a palazzo Chigi.
Il premier: "Io, sempre assolto"
Berlusconi difende inoltre la norma blocca-processi che, dice, «non è per me. Io rinuncio assolutamente a qualsiasi vantaggio, non ho bisogno di nuove norme, mi sono sempre difeso nei processi». Il premier ricorda poi di aver sempre avuto «assoluzioni totali perché il fatto non sussiste o perché non ho commesso il fatto». Quindi insiste: «Non ho bisogno di essere salvato».
«Tante cose in questi due mesi»
Quanto all’operato dell’esecutivo, il premier rivendica «le tante cose fatte in due mesi» e, in conferenza stampa, attacca i media che invece si concentrano «su fatti che nulla hanno a che vedere con la politica» e portano in primo piano «gli attacchi continui della magistratura» che vuole sovvertire il voto popolare. Ma, aggiunge «abbiamo una vasta esperienza in proposito e non ci impressioniamo. Il tentativo di farmi fuori nel ’94 ha funzionato, ma ora è destinato a fallire».
Nel cdm non si parla del decreto
Nel frattempo il gip di Napoli, Luigi Giordano, si è riservato di decidere sulla richiesta da inoltrare al Parlamento per utilizzare le telefonate tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e l’ex direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà. Il giudice dovrebbe pronunciarsi entro sette giorni e dovrà anche esprimersi in merito alla questione di competenza territoriale sollevata dai legali del premier che vorrebbero che il procedimento fosse trasferito nella capitale. Il decreto legge sulle intercettazioni oggi non è stato esaminato dal Consiglio dei ministri.