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Politica

Il sindacalista Giuseppe Casamassima, opinionista autorevole, risponde all’appello di Emiliano Morrone al presidente Ciampi

Per proseguire il dibattito sull’isolamento della Calabria e lo spopolamento di San Giovanni in Fiore, il contributo di un giovane quanto acuto intellettuale
lunedì 16 gennaio 2006 di Emiliano Morrone
Caro Direttore,
ho letto anch’io, con molto interesse, la tua lettera del 07 gennaio scorso che, rimbalzando qua e là, ha determinato un vero e proprio effetto-onda dal punto di vista mediatico. Scrivendola, sei riuscito a suscitare un vivace dibattito che ha coinvolto anche altri media (stampa e TV) e, soprattutto, a far riflettere molta gente sulla realtà che sta sotto gli occhi di noi tutti. Credo, perciò, che la tua lettera offra un’occasione unica per iniziare a fare, finalmente, (...)

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> Saluti e risposta all’amico Marco Militerno, fresco consigliere comunale di San Giovanni in Fiore

sabato 21 gennaio 2006

Caro Marco,

ti ringrazio per i complimenti e ti confesso che risentirti dopo parecchi anni mi ha suscitato un vivo piacere.

Scoprire in maniera chiara le cause storiche e politiche del nostro (sotto)-sviluppo non è solo la via maestra per trovare il coraggio e la determinazione necessari per risollevare le nostre sorti, ma anche per riacquistare quella dignità e quella memoria storica che 145 anni di colonizzazione da parte del Nord d’Italia hanno cancellato.

Dignità : la calpestiamo sotto i nostri stessi piedi ogni volta che ripetiamo frasi del tipo “Però, molti sono i calabresi che fuori dalla Calabria si sono fatti strada...!”, - oppure anche quando, in un misto di sorpresa e di latente soddisfazione inconscia, esclamiamo "Guarda quel Professore che insegna alla Bocconi (o alla Sapienza, che è lo stesso) è... Calabrese !!". Ma un tale stupore che ci coglie ogni qual volta scopriamo che, al Nord, gli emigrati Kalabresi sono diventati Docenti universitari, Direttori di Banca, alti Funzionari dello Stato, Imprenditori di successo, Primari o Medici ricercatissimi, valenti Professionisti, Lavoratori in carriera, Persone stimate ecc.ecc. - un tale stupore non denota altro che la profonda disistima e sfiducia che nutriamo verso noi stessi e verso i nostri conterranei. Ci stupiamo del fatto che soprattutto fuori dalla nostra terra siamo, nella vita e nel lavoro, nettamente superiori ai Settentrionali, perché ancora ci portiamo dentro un certo Senso Collettivo di Inferiorità, che gli stessi apparati di Stato, a partire dalla Skuola, ci hanno inculcato...

Memoria storica : è stata cancellata dai vincitori (così come è sempre successo fin dai tempi arcaici in cui si stava affermando la cultura scritta). Valga un solo esempio: a Napoli, che fu la Capitale del Regno del Sud, non esiste una sola via o una sola piazza intitolata ai Borbone, e anche il teatro San Carlo, che è il più antico teatro lirico d’Europa, sembra che sia stato fatto costruire (miracolosamente) da un santo e non dal re Carlo di Borbone. Quando, durante le gite scolastiche, ci portano a visitare la stupenda Reggia di Caserta, ci dicono che in quelle splendide stanze soggiornavano i Savoia quando scendevano a riposarsi al Sud, mentre, in realtà, la Reggia di Caserta era la residenza della dinastia dei Borbone che vollero far costruire appositamente un gioiello di Architettura ancora più bello della Reggia francese di Versailles. La stessa assenza di memoria storica è riscontrabile in tutte le città meridionali e anche qui in Calabria: le vie più importanti di Cosenza e Catanzaro sono intestate a Mazzini, il corso di Crotone a Vittorio Veneto...sembra, insomma, che al SUD non sia mai successo nulla di rilevante e che, addirittura, non sia mai esistita neanche una "storia locale"...!

Eppure, quando il Nord d’Italia era da poco uscito dalla età neolitica e le popolazioni padane vivevano ancora nelle palafitte o nelle capanne villanoviane, il SUD viveva negli splendori della Magna Grecia e, per un certo periodo, Sibari, cioé l’antica Sybaris i cui giardini pensili erano più belli di quelli di Babilonia, fu la città più progredita del mondo. Dopo la fine dell’Impero romano di Occidente, e dopo i brevi regni di Odoacre e di Teodorico, il Nord fu conquistato dai Longobardi, ossia da barbari analfabeti che riportarono in uso il baratto, le ordalie ecc., mentre il SUD rimase ancorato all’orbita della Civiltà Bizantina, ossia dell’antico Impero romano d’Oriente che era stato solo parzialmente scalfito dalle invasioni barbariche e che continuerà, con alterna fortuna, ad esistere per quasi un altro millennio. Pertanto, al Nord si ripiombò indietro al tempo del baratto, al SUD invece non scomparve mai la circolazione della moneta, il commercio, i traffici col sistema-mondo mediterraneo e gli scambi culturali, che furono poi enormemente arricchiti dagli apporti filosofici, medici e scientifici provenienti dalla cultura araba..., - eppure, tutti i libri scolastici di testo dedicano non più di un paio di paginette a questo lungo periodo storico che pure rappresentò l’apice della Civiltà mondiale del tempo !!!

Lo stesso dicasi per il Rinascimento: le narrazioni dei libri di testo partono giustamente dalla Milano sforzesca, dalla Mantova dei Gonzaga, dalla Padova degli Scrovegni e dalla sublime Venezia ma arrivano solo fino a Napoli (ma, beninteso, in maniera molto fugace), ignorando completamente le terre più a Sud di Napoli, come se più giù non esistesse niente e non fosse mai accaduto nulla di importante. Sembra quasi che a Napoli non sia mai esistito un ambiente letterario e culturale degno di competere con quello padano del Bembo e dell’Ariosto; che un secolo e mezzo prima il Petrarca e il Boccaccio avessero amato Napoli senza alcun valido motivo culturale; che sempre il Petrarca, definito ad unanimità il Padre e il precursore degli Umanisti del Quattrocento, non sia mai sceso a Reggio Calabria e a Messina per seguire le lezioni del dotto letterato Leonzio Pilato, allo scopo di imparare il greco (che al Nord d’Italia nessuno conosceva) per poter leggere in originale i testi della Cultura Antica. Sembra poi anche che Giordano Bruno scrivesse a Londra, alla corte di Elisabetta I, le sue migliori opere filosofiche in volgare napoletano (e non nella "aulica" codificazione linguistica vigente nelle corti padane) perché era un genio incompreso dalla sua terra e che, ancora, Bernardino Telesio e Tommaso Campanella siano nati e cresciuti culturalmente in Calabria per un puro sbaglio della natura !!

Purtroppo, come vedi, si è arrivati finanche a tanto. Anche a me e a te, caro Amico, ai tempi del Liceo ci hanno insegnato questa versione-pappardella della Storia. Perciò procedere ad un sano e corretto "revisionismo storico", riguardo alla storia del SUD, è un’opera molto difficoltosa. Significa camminare su un terreno minato dall’ignoranza, dalla malafede e da tanti pregiudizi culturali.

Di certo è che vi sarà bisogno del concorso di tutte le energie illuminate della nostra Terra, e che il punto di partenza deve essere per ciascuno il territorio locale: riscoprirne la storia significa anche valorizzarlo. In questo senso, nella tua veste di consigliere comunale tu potresti darci una grossa mano. Vi sono luoghi storici da recuperare e valorizzare, archivi parrocchiali ove è racchiusa la nostra storia ancora tutti da studiare, rifugi montani naturali, situati nel territorio di San Giovanni in Fiore (che io conosco), che furono il teatro di azione di bande organizzate di Briganti che combatterono contro l’esercito invasore dei Savoia e contro i ‘galantuomini’ del posto che per aumentare i loro privilegi personali tradirono i Borbone e si vendettero alla dinastia piemontese...Ecco quei galantuomini del 1860 sono, per così dire, gli avi spirituali dei "meschini politicanti" (come tu li definisci) e delle corrotte classi dirigenti che hanno occupato posti di rilievo nella Pubblica Amministrazione, i quali hanno sempre tradito le attese di riscatto del SUD e hanno saccheggiato il denaro e le risorse pubbliche.

Insomma, c’è molto da fare e da riscoprire.

Detto questo, ti rinnovo la mia stima e la mia amicizia, sperando di rivederti presto (sicuramente, male che vada, in occasione del prossimo Consiglio comunale).

GIUSEPPE CASAMASSIMA


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