Inviare un messaggio

In risposta a:
LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL GIOCO SPORCO (1994-2008) DEL MENTITORE ISTITUZIONALE - CONTRO L’ITALIA!!!

LA CRISI ITALIANA, LA STELLA POLARE, E GIORGIO NAPOLITANO. L’IMPARZIALITA’ DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ BEN AL DI SOPRA DELLA PRESENZA MINACCIOSA DEL PARTITO CHE LO HA ESPROPRIATO DELLA STESSA POSSIBILITA’ DI DIRE ED ESCLAMARE: FORZA ITALIA!!! - a cura di Federico La Sala

IN ITALIA L’UNICO LEGITTIMO PRESIDENTE DEGNO DI GRIDARE "FORZA ITALIA" E’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO. Chi lo ha fatto e continua a farlo "ISTITUZIONALMENTE" è solo un mentitore e un golpista!!! E l’attentato alla Costituzione è già stato fatto!!!
venerdì 11 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] IL NUOVO ANNO SCOLASTICO, I COSTRUTTORI DELLA DEMOCRAZIA, E IL COLTELLO PUNTATO ALLA GOLA DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE DI TUTTA L’ITALIA.
Caro Presidente Napolitano, La prego, faccia chiarezza e ci liberi dalla trappola e dall’inganno!!! [...]
L’INNO DI MAMELI (Sito della Presidenza della Repubblica).

Napolitano: il Capo dello Stato deve essere arbitro imparziale *
Il capo di Stato deve essere «un arbitro imparziale» e «non il (...)

In risposta a:

> LA CRISI ITALIANA, LA STELLA POLARE, E GIORGIO NAPOLITANO. ---- La rivincita dell’Unità d’Italia. Il gruppo di garanti guidato da Ciampi delle celebrazioni dei 150 anni ribalta l’impianto ’leghista’ (di Simonetta Fiori).

mercoledì 7 ottobre 2009

Il gruppo di garanti guidato da Ciampi delle celebrazioni dei 150 anni Riscritto il progetto Bondi, si sottolinea l’identità e la coesione nazionale

-  La rivincita dell’Unità d’Italia
-  Il comitato ribalta l’impianto ’leghista’

-  di SIMONETTA FIORI

Sono i Garanti dell’Italia unita, al loro compito cercano di rimanere fedeli. Così il nuovo documento proposto da un gruppo di studiosi raccolti intorno al presidente Carlo Azeglio Ciampi ha proprio il sapore di una correzione rispetto alle linee-guida presentate un mese fa dal ministro Bondi. Cominceranno il 17 marzo del 2011 le celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. La data di avvio è stata proposta dal Comitato dei Garanti, che ieri ha reso pubblico il suo documento con i "suggerimenti" per il ministro Bondi. La rilevanza politica di questo nuovo atto consiste nel contrapporre alla "disunità" enfatizzata nelle linee guida del ministero, influenzato dai mal di pancia di Bossi (i localismi, la valorizzazione dei dialetti, le ombre del processo risorgimentale), una lettura che invece insiste sul carattere unitario della costruzione nazionale. E questo carattere unitario scaturisce da una tradizione storica che dal Risorgimento arriva alla Carta Costituzionale passando attraverso la stagione fondante della Resistenza.

Quella che è emersa nei giorni scorsi dal Comitato dei Garanti - presieduto da Carlo Azeglio Ciampi e composto tra gli altri da Gustavo Zagrebelsky, Walter Barberis, Roberto Pertici, Simona Colarizi, Elena Aga Rossi, Ernesto Galli della Loggia - è una lettura della storia nazionale molto distante dagli umori della Lega o dalle interpretazioni neoguelfe cui pure è sensibile il presidente del Consiglio. Ora spetta al ministro Bondi tradurre in mostre, manifestazioni nelle scuole, musei virtuali e fiction televisive questa lettura dell’identità nazionale. Ci saranno i soldi? E, soprattutto, ci sarà la volontà politica di valorizzare un’interpretazione della storia italiana così estranea alla visione dei governanti?

Vediamolo in dettaglio questo bilanciamento. Intanto nel cappello del documento si specifica che queste celebrazioni devono trasmettere essenzialmente un "significato unitario", ossia il "patrimonio di identità e di coesione nazionale che gli italiani hanno maturato nella loro storia". Questo non significa trascurare "le difficoltà del percorso di formazione nazionale" o "problemi ancora irrisolti come il divario tra Nord e Sud" né significa appiattire "gli elementi di pluralità e diversità" molto esaltati dal ministro Bondi, ma tutti questi aspetti devono essere trattati entro una cornice solidamente unitaria, cementata da un’identità nazionale "che ha le sue radici nella formazione della lingua italiana", scrive Ciampi, "e che negli ultimi due secoli s’è sviluppata in una continuità di ideali e valori dal Risorgimento alla Resistenza alla Costituzione Repubblicana".

Un capitolo centrale del documento investe le "istituzioni", questione ignorata nelle precedenti celebrazioni dell’Unità d’Italia. "L’unità di un popolo", vi si legge, "si misura sulla tenuta delle sue istituzioni, sulla capacità di fare di tante terre, distinte e anche lontane, un territorio integrato". Parlare dell’unità d’Italia equivale dunque a parlare delle sue istituzioni unitarie, della loro attuale tenuta. Centocinquant’anni di trasformazioni profonde: "dalla monarchia alla repubblica; dall’oligarchia liberale alla democrazia aperta a tutte le classi; dallo Stato centralizzato alle autonomie territoriali, al federalismo; dalla emarginazione delle donne dalla vita pubblica e sociale alla loro partecipazione; dai diritti di libertà ai diritti sociali, la salute, il lavoro, l’istruzione; dallo Stato-guardiano allo Stato del benessere; dalla separazione società-Stato alla "nazionalizzazione delle masse", allo Stato pluralista; dallo Stato confessionale alla laicità dello Stato". Il "documento riassuntivo" di questo percorso è la Costituzione, che dovrebbe assurgere a simbolo delle celebrazioni unitarie. Da queste considerazioni discende un’altra integrazione suggerita a Bondi dai Garanti: le manifestazioni non dovrebbero essere circoscritte al solo Risorgimento. La ricorrenza del 2011 investe la "vicenda italiana in tutta la sua unitarietà e interezza": non solo dunque la lotta per l’indipendenza, ma anche il successivo consolidarsi dell’identità italiana lungo un secolo e mezzo, con speciale attenzione "al tratto del percorso unitario compreso negli ultimi sessant’anni".

In questo quadro di riferimento - che valorizza anche la crescita di benessere legato al lavoro, il ruolo delle Forze Armate, la storia di genere - si potranno pure affrontare i singoli episodi, personaggi e luoghi geografici indicati dalla precedente bozza di Bondi (viaggi nella storia locale italiana, ritratti di statisti e artisti eminenti, luoghi delle memoria, targhe e monumenti riscoperti e puliti), elementi che tuttavia, sprovvisti della cornice unitaria, non sono più funzionali allo spirito delle celebrazioni. Conseguente a questa impostazione è anche la riflessione sui dialetti. "La valorizzazione delle lingue particolari", si legge nel documento, "è un fatto positivo se serve alla pluralità nell’unità; non ha invece alcuna relazione con le celebrazioni dell’Unità d’Italia, è anzi controproducente, se si riduce alla pura e semplice coltivazione di culture locali chiuse in sé, a vocazione folcloristica". Bondi aveva proposto il "censimento dei dizionari dialettali". Una "priorità dubbia", liquida il Comitato. Al momento Bossi è servito. La palla ora passa al ministero.

© la Repubblica, 7 ottobre 2009


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: