Australia. Inchiesta globale sulla pedofilia
di Stefano Vergine (il Fatto, 14.11.2012)
Perth (Australia) Il governo australiano ha annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sugli abusi sessuali subiti dai minori. La premier laburista Julia Gillard ha sottolineato che le indagini non riguarderanno solo la Chiesa cattolica ma tutte le istituzioni, dalle scuole alle organizzazioni no-profit.
Date le circostanze, è però evidente che l’obiettivo della commissione, che ha potere giudiziario, verrà puntato sugli eventuali insabbiamenti operati dal Vaticano. “Ci sono state rivelazioni su aggressori trasferiti da una sede a un’altra - ha detto Gillard - troppi adulti hanno preferito chiudere gli occhi”.
Giusto una settimana fa le dichiarazioni di Peter Fox, un ispettore di polizia, avevano riportato la Chiesa di Roma al centro dell’attenzione degli australiani, uno dei popoli meno religiosi al mondo, dove a perdere fedeli negli ultimi anni è stato soprattutto il cristianesimo. Fox ha detto di avere prove inconfutabili sul tentativo di “un arcivescovo, un vescovo e un prete” di insabbiare casi di abuso avvenuti nella Valle di Hunter, 170 chilometri da Sydney.
Finora la Chiesa cattolica ha ammesso che dal 1930 a oggi 620 bambini sono stati violentati da preti. Secondo diverse associazioni il numero delle vittime sfiora invece quota 10mila. I membri della commissione, la cui istituzione è sostenuta anche dal partito conservatore, dovrebbero essere nominati entro l’anno.
L’annuncio è stato accolto con favore dalle associazioni delle vittime di abusi, che hanno parlato di “fine del tradimento” dello Stato. Positivo anche il commento dell’arcivescovo di Sidney, George Pell: “Credo che l’aria debba essere ripulita: dovremo cooperare pienamente con la commissione”