Caro Biasi,
io ti ammiro per la tua capacità di scacciare i pregiudizi. Nacci non sostiene che andando in Amazzonia si risolvano i problemi che la scienza ufficiale non riesce sempre a fronteggiare. Nacci fa un discorso molto complesso, con tanto di richiami e studi di ricercatori che hanno speso una vita per analizzare e capire. Bollare il suo lavoro come se non avesse da principio delle basi mi sembra un arbitrio. Ho messo il suo libro sul sito. Vogliamo brevemente parlarne.
1) Umberto Veronesi non mi pare che abbia un atteggiamento di favore incondizionato verso la chemioterapia; 2) Umberto Veronesi ci informa delle proprietà antitumorali dell’aglio; 3) Umberto Veronesi si pronuncia a favore d’una dieta a base di verdure e frutta; 4) Umberto Veronesi si chiama Umberto Veronesi e Giuseppe Nacci si chiama Giuseppe Nacci; 5) la credibilità è dunque solo un fatto di nome, di credenziali convenzionali (titoli, cattedre e direzioni varie) o dipende da ciò che effettivamente si afferma e di cui si può avere riscontro consultando fonti accreditate (Pubmed, per esempio)? 6) Nel pubblicare il volume di Nacci non dico a chi legge che è la Bibbia dell’oncologia; 7) mi pare uno strumento utile, invece, di cui tener conto, visto che la verità non è degli uomini e "la ricerca è - con Karl Popper - senza fine".
Con viva stima e amicizia filosofica.
emiliano