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A "REGIME LEGGERO", FINO ALLA CATASTROFE .... DELLA SCUOLA PUBBLICA E DELLA REPUBBLICA!!!

GELMINI PREPARA IL NUOVO ANNO SCOLASTICO DEL REGIME E PROPONE ZERO IN CONDOTTA PER CHI NON PARTECIPA AL RITO MATTUTINO DELL’ALZA BANDIERA E AL CANTO DELL’INNO DEL PARTITO UNICO "Forza Italia" - a cura di Federico La Sala

lunedì 14 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
Per la cancellazione della parola "PUBBLICA" (con tutte le sue conseguenze) dal Nome del Ministero dell’Istruzione della Repubblica, voto di condotta al Ministro e a tutto il governo del Partito di "Forza Italia": ZERO!!! ASSOLUTAMENTE: PER MALA EDUCAZIONE COSTITUZIONALE!!!.
GIOVANNI MARIA FLICK, A "BALLARO’": UNA LEZIONE DI VITA POLITICA E COSTITUZIONALE ANCORA VIVA !!! Una nota per aiutare il Ministro dell’Istruzione Gelmini a ben ricordare.
ITALIA: LA SCUOLA DELLA REPUBBLICA AL VIA. LE (...)

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> GELMINI PREPARA IL NUOVO ANNO SCOLASTICO DEL REGIME ---- La scuola invade Roma: 20mila in corteo.Studenti, insegnanti e precari sotto il Ministero.

lunedì 5 ottobre 2009


-  Studenti, insegnanti e precari sotto il Ministero
-  La scuola invade Roma: 20mila in corteo

-  di Daniele Nalbone (Liberazione, 04.10.2009)

Oltre ventimila tra docenti e studenti hanno manifestato ieri a Roma in due cortei. Il primo, indetto dal Coordinamento precari scuola e dalla Cgil, al quale hanno preso parte migliaia di studenti e una foltissima rappresentanza di militanti di Prc, Pdci, con la presenza dei segretari Ferrero e Diliberto, e una sparuta rappresentanza di sbandieratori dell’Italia dei Valori che si è subito dileguata dopo la visita di Di Pietro, è partito da piazza della Repubblica per arrivare, dopo una lunga e significativa tappa nella stracolma piazza del Popolo, al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in viale Trastevere. Il secondo, invece, organizzato dai Cobas Scuola, ha sfilato da piazza dei Cinquecento direttamente al Miur.

Chi si aspettava polemiche fra i due cortei, però, si è dovuto ricredere perché, come ha spiegato Piero Bernocchi dei Cobas, «il motivo per cui non abbiamo deciso di prendere parte a un corteo unitario non riguarda nessun punto della piattaforma, che è e resta condivisa, ma solo la decisione di partecipare o meno alla manifestazione di piazza del Popolo sulla libertà di stampa». Nessuna spaccatura, quindi, come si è potuto constatare alla fine della giornata quando, i due cortei, si sono riuniti sotto al Miur per un’ arrabbiata e decisa assemblea pubblica.

«Oggi (ier, ndr) è successo qualcosa di straordinario» commenta Francesco, del Coordinamento precario di Roma: «Abbiamo attraversato la città per protestare contro il progetto di distruzione della scuola pubblica messo in atto da Gelmini e Tremonti in qualità di esecutori di un ben preciso piano politico del Governo Berlusconi». L’anno scolastico 2009/2010 si è aperto all’insegna di 25mila lavoratori precari "cancellati", 37mila studenti in più e 57mila insegnanti in meno. «Il tutto» spiegano i portavoce del Coordinamento, «in un contesto più generale che vuole, in tre anni, una riduzione del 20% del bilancio della pubblica istruzione e un taglio di 150mila posti di lavoro». In poche parole, la distruzione della scuola pubblica. «Come non bastasse, il governo si permette anche di prenderci in giro con il cosiddetto decreto "salva-precari" che, attraverso contratti di disponibilità, dovrebbe garantire forme di reddito alternative a chi ha perso il posto di lavoro e non ha uno stipendio». Ma solo chi ha avuto una supplenza lunga un anno nel 2008/2009 può fare domanda. «E gli altri? Non possiamo accettare una divisione tra precari di seria A e precari di serie B».

Per il Governo Berlusconi, «quello servito ieri dai precari della scuola, è solo l’antipasto» spiega Antonella Vaccaro, docente precaria di Napoli, al microfono del furgone che apre il corteo, dopo essere intervenuta, salutata da un’ovazione della piazza, sul palco della manifestazione per la libertà di stampa. «Nei prossimi mesi serviremo al premier e al suo governo tutta la cena, che di certo non finirà come quelle di palazzo Grazioli ma in modo molto meno piacevole».

Ad aprire il corteo che da piazza della Repubblica ha raggiunto il Miur passando per piazza del Popolo sono stati i docenti precari al motto di "dignità e futuro per la scuola pubblica". Subito dopo gli studenti e quindi le organizzazioni sindacali e i partiti. In testa al corteo dei Cobas, invece, il coordinamento precari di Salerno dietro lo striscione "Dai tetti del sud fino al nord la mobilitazione è permanente". Più chiaro di così...

Non sono mancati, però, momenti di tensione: il primo corteo, al momento dell’ingresso a piazza del Popolo, è stato bloccato dalla gran folla presente. Quasi impossibile passare. Ci sono volute quasi due ore per uscire dall’imbuto che si era creato nella piazza prima di riprendere il cammino verso il Miur. Ma anche fuori da Porta del Popolo, in piazzale Flaminio, incredibilmente aperto al traffico, è stato il caos. Un involontario ma impermeabile blocco del traffico è stato messo in atto dalle oltre diecimila persone che cercavano di uscire senza nemmeno un vigile urbano o un qualsiasi segnale che indicasse il percorso, simbolo della confusione che regna fra Comune e Prefettura di Roma quando si deve gestire l’ordine pubblico per una manifestazione. «Qui le cose sono due» commenta Eleonora Forenza, membro della segreteria nazionale Prc : «O siamo davanti a incapaci che si ritrovano a gestire una città, oppure al cospetto di un comportamento doloso per giustificare ulteriori politiche repressive contro il diritto a manifestare».

Per questo una volta terminato l’intervento di Antonella Vaccaro dal palco di Piazza del Popolo, le forze dell’ordine hanno costretto il corteo a passare sull’argine del Tevere per raggiungere Ponte Garibaldi e quindi viale Trastevere. «E’ incredibile» il commento degli insegnanti, «ci trattano come topi, ci fanno passare lungo l’argine del fiume. E’ inaccettabile».

Alla fine, sotto al ministero dell’Istruzione, migliaia di persone hanno chiesto le dimissioni del ministro Gelmini, il ritiro dei tagli alla scuola pubblica, il ritiro della legge sul maestro unico e l’immissione in ruolo dei precari su tutti i posti vacanti.


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