ESAMI
Maturità, Gelmini rassicura
"Con un 5 non si boccia nessuno"
Il ministro dell’Istruzione precisa: "Una norma voluta per restituire rigore alla scuola, ma se c’è una insufficienza spetta al consiglio di classe, con buon senso, valutare l’opportunità di ammetere o meno lo studente all’esame di Stato"
ROMA - "Con un cinque non si boccia nessuno". A pochi giorni dall’inizio degli esami di maturità, il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini rassicura gli studenti o meglio smussa un po’ quello che è stato un cavallo di battaglia della riforma da lei fortissimamente voluta nell’autunno del 2009 nonostante le proteste studentesche che animarono quei mesi. Una sola insufficienza e addio promozione. Oggi il ministro, ospite nello studio di Porta a porta, torna a parlare delle nuove norme che prevedono, per l’ammissione all’esame di Stato che conlude il ciclo delle superiori, la sufficienza in tutte le materie, condotta compresa.
"Rispetto alla prassi di questi anni di ammissione totalitaria alla maturità - ha spiegato Gelmini - questa è una delle norme pensate per restituire rigore e maggiore serietà alla scuola e alla maturità. Non mi sfugge che laddove c’è l’insufficienza in una materia, il consiglio di classe debba valutare collegialmente se ammettere o no lo studente. Queste norme - ha proseguito - vogliono evitare i sei politici e il lassismo degli ultimi anni".
La parola più usata è "rigore": "La strada intrapresa di un ritorno a più rigore è giusta - dice il ministro - è chiaro che l’applicazione delle nuove regole deve essere accompagnata dal buon senso e dunque con un cinque non si boccia nessuno. Queste norme però - ha concluso - promuovono negli studenti un maggiore impegno per raggiungere almeno la sufficienza".
Poi, Gelmini smentisce quanto affermato poche ore prima dal capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni. Ovvero, che i fondi destinati agli insegnanti meritevoli, cioè "il 30% dei tagli inferti agli organici dalla manovra estiva di Tremonti di due anni fa", saranno invece utilizzati per pagare i debiti delle scuole. Al contrario, insiste il ministro, "quei risparmi ottenuti con gli interventi di razionalizzazione nella scuola resteranno destinati a valorizzare il merito". "Stiamo valutandone l’impiego - ha detto nel corso dell’intervento a Porta a porta - i risparmi matureranno dal 2012, il blocco degli scatti di anzianità durerà per tre anni, noi dobbiamo usare questo periodo per affermare il principio che gli avanzamenti di carriera non saranno più legati all’anzianità ma al merito".