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EU-ANGELO E COSTITUZIONE . "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1 Gv., 4. 1-8). «Et nos credidimus Charitati...»!!!!

LA LIBERTA’ DI ELUANA E IL MONOPOLIO SULLA VITA E SULLA MORTE. Gesù diceva "solo Dio [charitas] è buono", la Cei e il Vaticano pretendono che si debba "comprare" tutto da loro e a "caro-prezzo" ("Deus caritas est, 2006) anche l’acqua, il pane e il vino!!! - a cura di Federico La Sala

martedì 15 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Se c’e’ una certezza nel caso di Eluana Englaro e’ che la famiglia, anzi il papa’-tutore Beppino, ha intenzione di andare sino in fondo con in mano il provvedimento che consente di staccare il sondino della nutrizione alla donna, da 16 anni in stato vegetativo. Lunedi’ la Procura generale di Milano ha fatto sapere che entro la meta’ della settimana prossima decidera’ se impugnare o meno la decisione della Corte d’Appello [...]
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> LA LIBERTA’ DI ELUANA E IL MONOPOLIO SULLA VITA E SULLA MORTE. ---- E... La volontà di dominio (di Giuseppe D’Avanzo).

martedì 15 luglio 2008

Il corretto punto di vista sulla vita

È bene rendersi conto che la filosofia del salvare la vita ad ogni costo non riguarda solamente gli esperti di tecnologie mediche. Si tratta di un prodotto naturale della moderna filosofia secolare. Perché diciamo questo? Ebbene, se la vita attuale è tutto quello che c’è, può sembrare che la nostra vita debba essere salvata in qualsiasi circostanza e ad ogni costo. Ma in alcuni casi questa filosofia secolare ha dato luogo a situazioni veramente angosciose: persone in stato di incoscienza sono state mantenute “in vita” artificialmente per anni.

D’altro canto, ci sono quelli che credono nell’immortalità dell’anima. Secondo la loro filosofia, questa vita è solo un passaggio sulla strada che porta a qualcosa di meglio. Platone, che è tra coloro che diedero origine a questa filosofia, si espresse così:

“O è come un non esser più nulla, e chi è morto non ha più nessun sentimento di nulla; o è proprio, come dicono alcuni, una specie di mutamento e di migrazione dell’anima da questo luogo quaggiù a un altro luogo. . . . Se la morte è come un mutar sede di qui ad altro luogo, . . . quale bene ci potrà essere, o giudici, maggiore di questo?” - Platone, Opere complete, trad. di Manara Valgimigli, Bari, Laterza, 1987, Vol. I, pp. 67, 68.

Chi ha questa convinzione potrebbe considerare la morte un’amica, qualcosa di gradito e forse anche da affrettare. Tuttavia la Bibbia insegna che Geova considera sacra la vita. “Presso di te è la fonte della vita”, scrisse il salmista ispirato. (Salmo 36:9) Un vero cristiano dovrebbe dunque accettare di avere una parte in un caso di eutanasia?

Secondo alcuni, le Scritture fanno riferimento a questo soggetto nell’episodio in cui il re Saul, gravemente ferito, implorò il suo scudiero di ucciderlo. Considerano questo gesto una forma di eutanasia, un atto deliberato per affrettare la morte di qualcuno che stava già morendo. In seguito un amalechita asserì di avere ubbidito alla richiesta di Saul di metterlo a morte. Ma il gesto di quell’amalechita che pose fine alle sofferenze di Saul fu forse approvato? Tutt’altro. Davide, l’unto di Geova, ordinò che l’amalechita fosse ucciso per la sua colpa di sangue. Pertanto questo episodio biblico non legittima in alcun modo l’eutanasia per il cristiano.

Ma questo vuol forse dire che il cristiano debba fare tutto ciò che la tecnologia rende possibile per prolungare una vita che è agli sgoccioli? Bisogna prolungare l’agonia il più a lungo possibile? Le Scritture ci insegnano che la morte non è amica ma nemica dell’uomo. (1 Corinti 15:26) Inoltre i morti non si trovano né in un luogo di sofferenza né in un luogo di beatitudine, ma in una condizione simile al sonno. Le prospettive future di vita per i morti dipendono completamente dalla potenza che ha Dio di risuscitarli per mezzo di Gesù Cristo. Pertanto riscontriamo che Dio ci ha provveduto questa utile conoscenza: La morte non è qualcosa da desiderare, ma non c’è neppure l’obbligo di compiere sforzi disperati per prolungare l’agonia.

Infine, riflettete su questi punti. I cristiani desiderano moltissimo restare in vita per poter servire Dio. Si rendono conto, però, che nel sistema attuale moriamo tutti; in questo senso siamo tutti affetti da una malattia terminale. Solo per mezzo del sangue riscattatore di Gesù Cristo possiamo avere la speranza di capovolgere questa situazione.

Se un nostro caro muore, per quanto ne siamo addolorati, non dobbiamo tormentarci e rattristarci “come fanno anche gli altri che non hanno speranza”. Possiamo invece trarre conforto dal pensiero che abbiamo fatto tutto ciò che era ragionevolmente possibile per il nostro familiare malato e che qualsiasi assistenza medica gli sia stata prestata gli ha dato al massimo un aiuto temporaneo. Abbiamo tuttavia la rallegrante promessa di Colui che ci libererà da tutti questi problemi allorché l’‘ultimo nemico, la morte, sarà ridotto a nulla’.

Sì, in ultima analisi il migliore aiuto per chi sta morendo verrà dall’Iddio che diede la vita alle prime creature umane e che promette la risurrezione a coloro che esercitano fede in lui e in suo Figlio, Gesù Cristo.


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