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ANTROPOLOGIA E FILOSOFIA. IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS - NON IL "LOGO"! La questione della "Parola" e della "Lingua" ...

RILEGGERE SAUSSURE. UN "TRATTATO TEOLOGICO-POLITICO" RIDOTTO A UN BANALE "CORSO DI LINGUISTICA GENERALE"!!! Un omaggio e un appello a Tullio De Mauro. Un’indicazione di Federico La Sala

DUE PERSONE CHE DISCORRONO... Il punto fermissimo della ricerca saussuriana.
venerdì 18 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
Saussure: il dialogo, in principio.
DUE PERSONE CHE DISCORRONO...
Il punto fermissimo della ricerca saussuriana *
di Federico La Sala *
I suoni che sono nella voce (tà en tê fonê) sono simboli (súmbola) delle affezioni che sono nell’anima (en tê psychê pathemáton), e i segni scritti (tà grafómena) lo sono dei suoni che sono nella voce. E come neppure le lettere dell’alfabeto sono identiche per tutti, neppure le voci sono identiche. Tuttavia ciò di cui queste cose sono segni (semeîa), come (...)

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> RILEGGERE SAUSSURE. UN "TRATTATO TEOLOGICO-POLITICO" --- ARCHEOLOGIA FILOSOFICA, E APOCALISSE: "CHE AVETE VISTO L’AORISTO?". Una domanda all’altezza dei tempi.

martedì 6 dicembre 2022

LINGUISTICA, ARCHEOLOGIA FILOSOFICA, E APOCALISSE [1, 8]: "L’INFINITO", IL "CONOSCI TE STESSO", E IL TEMPO DELL’AORISTO.

Una domanda all’altezza dei tempi:*

      • "Che avete visto l’Aoristo? È un tipo molto sigmatico (a volte un po’ cappatico), leggermente asigmatico; è forte, fortissimo, senza tempo; arriva sempre primo, secondo o terzo..." (Salvo Micciché).

Brillantissima, epocale domanda, questa di Salvo Micciché! Una sollecitazione straordinaria a svegliarsi da un letargo più che millenario e a prendere la parola: annuncia, forse, un grande Natale2022, un BuonAnno2023? Boh? Bah?!

Dalle profondità oceaniche, dalla fossa labirintica di ogni M-Arianna, intanto, egli ha riportato spiritosa-mente - alla luce di una generale coscienza caduta in un sonno dogmatico profondo - l’implicito e l’indeterminato tempo del γνῶϑι σεαυτόν "conosci te stesso", di ogni comunicazione di ogni essere umano: l’A e l’O... risto [Ap. 1, 8].

*

Federico La Sala


L’INFINITO:

"Sempre caro mi fu quest’ermo colle / e questa siepe che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude./ Ma sedendo e mirando, interminati/ spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quïete/ io nel pensier mi fingo; ove per poco/ il cor non si spaura. E come il #vento / odo stormir tra queste piante, io quello / infinito silenzio a questa #voce / vo comparando: e mi sovvien l’#eterno, /e le morte stagioni, e la presente /e viva, e il suon di lei. Così tra questa/ immensità s’annega il pensier mio: /e il naufragar m’è dolce in questo mare" (Giacomo Leopardi, "L’Infinito").


FLS


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