Ansa» 2008-07-21 20:19
BOSSI, INTERVENGONO FINI E SCHIFANI, NAPOLITANO APPREZZA
ROMA - Dopo le dichiarazioni di Umberto Bossi contro l’Inno di Mameli, intervengono i presidenti delle Camere nelle aule del Parlamento per chiedere rispetto per i simboli dell’unità nazionale. E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano apprezza.
"Nessuno, men che meno un ministro della Repubblica, deve pronunciare parole che offendono un sentimento nazionale che sta nell’Inno di Mameli ed in quello che significa, al di là delle parole che lo compongono", dice Gianfranco Fini. E Renato Schifani definisce "sacri" i "simboli dell’unità e della patria", aggiungendo l’invito "ad abbassare i toni e a lavorare per il bene del Paese". Interventi in piena sintonia con il pensiero del Quirinale. Il capo dello Stato, si apprende infatti, ha apprezzato il responsabile intervento del presidente della Camera e il fermo richiamo del presidente del Senato al rispetto dei simboli costitutivi dell’unità nazionale.
"Poteva non intervenire, che era meglio", dice Bossi commentando l’intervento del presidente della Camera in aula che ha stigmatizzato le parole pronunciate ieri dal leader del Carroccio sull’inno. "Le polemiche - ha aggiunto il ministro - sull’inno di Mameli sono strumentalizzazioni. C’é scritto che pure che ’i bimbi d’Italia si chiaman balilla ".
E’ intervenuto sulla polemica anche il presidente del Senato Renato Schifani ribadendo che "i simboli dell’unità e della patria sono sacri, riassumono la nostra storia e sono parte costitutiva della nostra identità nazionale". "Sono certo comunque - ha aggiunto - che quanto accaduto nella giornata di ieri sia frutto di un clima particolare che spesso si realizza nei convegni di partito. A mia memoria fatti come quelli di ieri non si sono mai verificati in ambito parlamentare". Infine Schifani ha invitato tutte le forze politiche "ad abbassare i toni e a lavorare per il bene del Paese".
"A me l’Inno di Mameli non è mai piaciuto, fin dai tempi della scuola, preferisco la canzone del Piave...quella che fa ’Il Piave mormorava calmo e placido..’’.Quella è una canzone di popolo, è più vicina alla Marsigliese": lo ha detto all’Ansa il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, interpellato sulle polemiche al suo gesto di ieri a Padova.
Ministro Bossi, che cosa replica alle polemiche che le sono piovute addosso dopo le sue frasi e il gesto di ieri a proposito dell’inno d’ Italia? "Adesso sono tutti pronti a saltar su una cosa così, detta davanti ad una platea come quella veneta che è calda, nella concitazione del momento - replica il leader della Lega - Ma Certamente e me l’inno di Mameli non piace. Il poeta usò questa frase, schiava di Roma che non ho mai sopportato...il problema é sul contenuto, non sull’inno in quanto inno d’Italia. Proprio non mi piacciono le parole dell’inno e l’ho sempre detto".
"Quella parola, schiava...- aggiunge Bossi - non la sopporto. Noi siamo per abolirla la schiavitù in ogni sua accezione. E così ho anche detto che il nord, la Lombardia, il Veneto mica possono essere schiavi di qualcuno...E allora perché non usare come inno quella canzone del Piave che mi ha sempre commosso? Quella è popolare, trascinante, somiglia, come intonazione e come senso patriottico, alla Marsigliese".
"Mi aspetto che a questo punto arrivino le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a dire se condivide le parole del suo ministro che sono, a questo punto, di tutto il gruppo della Lega". Così il leader del Pd Walter Veltroni, in Aula alla Camera, dopo che il capogruppo del Carroccio Roberto Cota ha manifestato "l’appoggio del gruppo della Lega alle parole del ministro Umberto Bossi".