Al Senato il Lodo Alfano Il Pd: un sovrano senza limiti
Casson: chiamatelo Lodo Berlusconi *
«Non è né molto urgente né poco urgente, é semplicemente giusto». Il ministro della Giustizia Angelino Alfano parla così del Lodo che martedì sera sancirà l’immunità delle quattro più alte cariche dello Stato. Sarà anche giusto, come dice Alfano, ma nel dubbio si è scelta anche l’urgenza.
Il Lodo arriva infatti al Senato, e più in generale all’attenzione del Paese, con una rapidità che in campagna elettorale si diceva sarebbe stata dedicata ad altri temi. Ma tant’è, si va avanti spediti. Martedì mattina, in meno di mezz’ora, la maggioranza ha respinto tutti e 58 gli emendamenti presentati dall’opposizione. E continua a chiedere il dialogo, nonostante non mostri il minimo interesse per le ragioni della controparte. La capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro dice chiaramente che sembra che «l’intenzione della maggioranza sia di costruire un sovrano senza limiti e francamente non mi convince». Per questo, ribadisce, «è ben difficile che si possa trovare un filo comune di ragionamento».
La Finocchiaro non è sola, si scaglia contro «una furia legislativa cieca, quasi iconoclasta, per approvare qualsiasi norma che possa non arrecare noia al premier, anzi al princeps» anche il senatore Pd, Felice Casson. Casson ci tiene a chiamare il Lodo con il suo nome: non Alfano, dunque, ma Berlusconi, perché «è stato lo stesso premier a dire nella lettera inviata al presidente del Senato che aveva bisogno di questo scudo protettivo ritenendolo indispensabile contro quelli che lui ha definito attacchi della magistratura».
* l’Unità, Pubblicato il: 22.07.08, Modificato il: 22.07.08 alle ore 18.07