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EVANGELO E COSTITUZIONE: "DEUS CHARITAS EST" (1 Gv., 4. 1-16). STORIA E RIVELAZIONE, IN CAMMINO... E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA.

CIO’ CHE LA GERARCHIA VATICANA E LA CEI NON HA ANCORA CAPITO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA E DELL’ITALIA. Una nota di Federico La Sala

Indicazioni per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico
mercoledì 23 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Nonostante tante sollecitazioni a sciogliere i nodi e chiarirsi le idee da ogni parte - dentro e fuori le istituzioni cattoliche, c’è ancora molta confusione nel cielo del partito ’cattolico’ italiano: non hanno affatto ben capito né la unità-distinzione tra la “Bibbia civile” e la “Bibbia religiosa”, né tantomeno la radicale differenza che corre tra “Dio” ["charitas"] e “Mammona” ["caritas"] o, che è lo stesso, tra la Legge del Faraone (...)

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> CIO’ CHE LA GERARCHIA VATICANA E LA CEI NON HA ANCORA CAPITO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA E DELL’ITALIA. --- da questa gerarchia libera nos Domine! (di don Aldo Antonelli).

giovedì 26 febbraio 2009

CONCILIO VATICANO III

di don Aldo Antonelli

Vito Mancuso, in un articolo apparso su La Repubblica del 25 Febbraio scorso dal titolo “Cattolici, pensiamo a un Concilio Vaticano III”, accarezza l’idea di un Vaticano III «applicando lo spirito del Vaticano II a ciò che di più urgente c’è nel nostro tempo, cioè la comprensione della natura e della vita umana in essa”. E precisa: La svolta positiva che il Vaticano II ha introdotto nel rapporto tra cattolici e storia, deve essere estesa al rapporto con la natura.(...) Si tratta solo di estendere alla natura il medesimo principio di laicità applicato alla storia dal Vaticano II. Il criterio è quello indicato dal Concilio nel punto 7 della dichiarazione Dignitatis Humanae: “Nella società va rispettata la consuetudine di una completa libertà, secondo la quale all’uomo va riconosciuta la libertà più ampia possibile, e non deve essere limitata se non quando e in quanto necessario”». E precisa: «Se questa libertà, come insegna il Concilio, deve essere garantita agli uomini nel rapporto con Dio (che è il bene più prezioso che c’è), è evidente che una sana teologia non può non estenderla anche alla deliberazione degli uomini sulla propria vita naturale mediante il principio di autodeterminazione. E’ questo il passaggio che la dottrina della Chiesa, in fedeltà a se stessa, è chiamata a esplicitare».

Il riferimento al problema suscitato dal caso Eluana e al testamento biologico è chiaro e non lo si può non condividere. Se siamo liberi di accettare o no Dio, l’Oggetto/Soggetto Immenso della Fede, il Totalmente Altro che non sarà mai “nostro” (a dispetto del nazifascista “Gott mit uns”), figurarsi se non abbiamo la libertà di accettare o meno la vita che ci è stata data e che è nostra!

Il problema, quindi, non è l’estensione di questa rivoluzione copernicana dal mondo antropologico a quello della natura. No! Il problema è l’idea del Concilio...!

Chi lo farebbe questo Concilio? Questo papa? Con questi Cardinali e con questi Vescovi?

Dio ce ne scampi e liberi!

Da un papa “idiota”, nel senso letterale del termine, che confonde il “suo” mondo per il mondo di Dio, figlio di una specie di partenogenesi, frutto dei giochi di palazzo, Dio ci scampi e liberi.

Ed anche da una gerarchia clonata su un modello unico di “autorità”, autoreferenziale e supponente, mondana ed antievangelica, sumoniacamente mercantile e licenziosamente disponibile ad ogni tipo di connubio pur di restare sulla cresta dell’onda; da questa gerarchia libera nos Domine!

Non c’è da aspettarsi nulla di buono e lo stesso Spirito Santo si sentirà imbavagliato da questi gerarchi che “hanno sempre più bisogno di esecutori che di collaboratori, di formale ortodossia che di luminosa ortoprassi, di ossequio che di creatività, di obbedienza che di fede"(Aldo Bergamaschi: Diario di Mazzolari p.14)

Che senso avrebbe, in ultimo, ipotizzare un Vaticano III quando il Vaticano II è tutto ancora di attuare?

Aldo


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