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Editoriale

L’essenza della democrazia. Una nota su amici di Bruno Contrada che tacciono sopra i fatti, dimostrando di non avere argomenti, al di fuori di puerili giochi pretestuosi

martedì 5 agosto 2008 di Emiliano Morrone
On-line un pezzo di Aldo Pecora su Bruno Contrada, il nostro giornale ha ricevuto messaggi da persone vicine all’ex poliziotto.
Ne abbiamo accolto molti e rifiutati pochi, nonostante strumentalmente strutturati: con inesattezze sulla condanna dell’ex agente segreto, divagazioni sull’omicidio di Cogne e impropri rinvii a vicende utili a generare il sospetto che certa magistratura agisca per teoremi e fini politici.
Ogni redazione è sovrana, e per questo decide se pubblicare o meno un (...)

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> L’essenza della democrazia. Una nota su amici di Bruno Contrada che tacciono sopra i fatti, dimostrando di non avere argomenti, al di fuori di puerili giochi pretestuosi

giovedì 31 luglio 2008

Alle ore 6,28 del 31 luglio 2008, Agnese Pozzi ci ha inviato questo messaggio, che abbiamo pubblicato, nonostante il suo incipit, imperativo e offensivo.

Sul piano dell’informazione, si tratta di un’intervista a Bruno Contrada, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte di Cassazione. La sentenza in capo a Bruno Contrada è definitiva. Alcune repliche alle dichiarazioni del condannato.

"Le dichiarazioni negative provengono da persone che non hanno alcuna conoscenza dei fatti che hanno portato alla mia vicenda giudiziaria, che ormai data a 16 anni fa".

Sta parlando il condannato Contrada, è la sua campana, non è presente, per replicare, qualcuno della famiglia Borsellino. I fatti che hanno portato alla vicenda giudiziaria di Bruno Contrada sono perfettamente noti alla famiglia Borsellino.

"I familiari di Borsellino replicano sostenendo che con il giudice non eravate amici, né lei era un suo collaboratore. Non avevamo rapporti privati d’amicizia, ma ottimi rapporti professionali quando lui era giudice istruttore a Palermo e io capo della Criminalpol. Quando il 7 febbraio 1981 gli arriva sul tavolo il mio rapporto sull’omicidio Giuliano, dispone subito 15 o 20 mandati di cattura dei 35 mafiosi che io denunciavo nell’atto e che costituivano lo zoccolo duro dei corleonesi. Tra questi ben sei appartenenti alla famiglia Marchese, ovvero padre, zii e cugini di quel Giuseppe Marchese che poi fu uno dei primi pentiti ad accusarmi. Nel mandato di cattura sempre Borsellino indica come accusa anche le minacce di morte nei miei confronti. Come al processo, anche oggi il suo caso divide."

Rinvio, in replica, ai seguenti e interessantissimi link:

-   Le acquisizioni su Contrada;

-  Su Contrada;

-  Le sentenze su Contrada, perfettamente note alla famiglia Borsellino. Salvatore Borsellino ha realizzato un sito di completa documentazione anche sul caso di Bruno Contrada.

Per concludere, Agnese Pozzi è stata invitata ieri, per e-mail, a rettificare sue affermazioni su una, dal suo punto di vista, mia diffamazione a carico di Marina Salvadore. Si è peritata, di buon mattino, di inviare a "la Voce di Fiore" l’intervista a Contrada su Panorama, che abbiamo pubblicato, e non ha provveduto a rimediare, come la legge impone, rispetto alla sua proposizione "(Morrone, nota mia) Ha inoltre pubblicamente diffamato la Dr.ssa Marina Salvadore accusandola di non essere giornalista..." (http://agnesepozziarticoletti.splinder.com/post/17951536/Morrone+&+Co).

Peraltro, non ha dato seguito alla mia richiesta di replica, nella stessa e-mail, in cui l’ho invitata a riportare mie precisazioni sulla sua ricostruzione circa la vicenda dei suoi post indirizzati a "la Voce di Fiore".

Agnese Pozzi ci aveva scritto: "So anche che parecchi famigliari e amici di eroi e galantuomini, compresi Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino ed altri, piangendo sui loro cari morti, ne hanno anche cavalcato l’onda; assurgendo a posizioni privilegiate e diventando chi parlamentare, chi giornalista, chi trascinatore di masse, chi pseudo-filosofo, chi immeritato erede morale".

Questo, ovviamente, non lo ha messo sul suo blog, e risulta pubblicato, per quanto evidentemente offensivo, all’indirizzo http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=3408 (suo commento del 28 luglio 2008). Alla mia domanda di completare l’affermazione con dei nomi, la Pozzi ha cambiato discorso, nel suo successivo post, che non abbiamo pubblicato perché altro rispetto a quanto richiesto, cioè pubblicità alla sua corrente. Oltretutto, dall’inizio la Pozzi ha inviato dei post con link al suo blog, cosa che le è stato permesso di fare, benché non corretta anche alla luce del suo comportamento su questo forum.

Ancora, Agnese Pozzi ha violato regole e raccomandazioni di questo forum, esordendo, nel presente messaggio, con: "Siate uomini... E pubblicate questa".

Invito Agnese Pozzi alle rettifiche e repliche di cui nella mia e-mail di ieri e la invito al rispetto delle regole di questo forum.

Soprattutto, la invito a produrre fatti e non a inviarci interviste a Bruno Contrada, condannato in via definitiva.

Emiliano Morrone


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