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Editoriale

I violenti, i capelloni, i demolitori dell’antimafia. In una denuncia forte, Benny Calasanzio descrive un fronte che non contratta

giovedì 14 agosto 2008 di Emiliano Morrone
Già pubblicato sul sito di Benny Calasanzio
Brutti, sporchi e cattivi. Vendicativi, senza cuore, giustizialisti. Di parte, giacobini e sanguinari. Cui loro preferiscono il volto dolce, quello istituzionale, quello pacato dell’antimafia per bene, con le scarpe e i vestiti puliti, quelli dell’"armiamoci e partite". Quelli che questo non si può fare e questo non si può dire perchè non ci compete. Quelli che rimangono in silenzio quando tutti si aspettano parole decise, fulimi e saette. Loro (...)

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> I violenti, i capelloni, i demolitori dell’antimafia. In una denuncia forte, Benny Calasanzio descrive un fronte che non contratta

venerdì 15 agosto 2008

Senti, caro Benny, non mi sono affato "invaghita" di Bruno Contrada. Solo che da comune cittadina ricordo il caso Tortora ed altri simili.

Non ho offeso nessuno; ciò che ho affermato è stato in buona fede e con la volontà costruttiva di comunicare veramente;

ma se tu dici che le malattie di Contrada sono "finte",...beh! Ce ne sarebbe abbastanza per denunciarmi. Se credi perciò che abbia certificato il falso, muoviti e denunciami. E’ nel tuo diritto, così come è però nel diritto di chi crede nell’innocenza di Contrada, di fare altrettanto attraverso tutte le modalità che crede giuste.

E’ anche però nel mio diritto pensare che sia assurdo che uno lavora per lo Stato per tanti anni, e porta a termine tante operazioni antimafia, all’improvviso diventa l’essere peggiore del mondo, traditore, assassino, mafioso. Cosa significhi poi "concorso esterno" ancora non l’ho capito. Forse puoi spiegarmelo meglio tu in cosa consiste questo reato fatto evidentemente da un "imbecille" a cui non hanno trovato una sola prova di guadagno in tutto ciò, e per il quale non sono state affatto considerate le testimonianze a discolpa, come dovrebbe essere in ogni processo degno di essere chiamato tale; e diventato anche un vergognoso vanto di parzialità per il suo giudice accusatore. Che fine hanno fatto poi le affermazioni dell’emerito Presidente della Repubblica, Cossiga?

Un concorrrente "esterno" anche lui, al processo di beatificazione di Contrada?

Non è neppure logico che in appello uno venga completamente scagionato e, dopo, ri-, condannato. Qualcosa non funziona nel meccanismo ma non sono tanto presuntuosa da ritenere di detenere la veritàe le certezze che informano i comportamenti altrui. Solo che non capisco. Non capisco davvero.

Non capisco la sceneggiata plateale di arrestarlo alla vigilia di Natale per dare più risonanza mediatica all’evento. Cosa c’entra la storia di Fincantieri di cui parla il sindacalista di cui non ricordo il nome? Cosa doveva essere deviato dall’attenzione nazionale con il plateale arresto di Contrada? Neppure capisco, a proposito delle domande che mi ha fatto un utente del blog di Borsellino (e che dovrei chiedere a Contrada, cosa che farò appena lo rivedo...), come possa un uomo che sta complottando contro lo Stato, e che ne sa qualcosa di servizi segreti...essere tanto "scemo" da confidarsi con chicchessia su un attentato da fare...bah misteri dell’umana imbecillità.

Mi toccherà quindi leggere tutti gli atti processuali. Magari potrò anche rispondere motivatamente e non essere inclusa nel minestrone degli accusati di vigliaccheria commentatoria di fronte ai fatti. Anche tu,Benny caro, con tutto il rispetto profondo per il tuo dolore, non credo abbia mai avuto un colloquio diretto con Contrada e mai lo abbia guardato negli occhi; certo senza stringergli la mano, nessuno lo pretende. Ma anche stringendo la mano ad una persona si possono capire tante cose. Non sarebbe affatto il primo caso in cui tutti, dopo aver dato addosso al mostro e all’untore, hanno dovuto fare un passo indietro. Il grande problema è che chi pretende comprensione ed umanità deve essere in grado di esercitarle, altrimenti ogni azione e rivendicazione, animata necessariamente solo da odio e vendetta, acceca la ragione e fa perdere il senso di tutto. Quando si cova rabbia e vendetta non si vive affatto bene neppure con se stessi.

I capelli non c’entrano assolutamente nulla, almeno per quanto mi riguarda, essendo stata una delle pioniere della trasgressione e dell’anticonformismo in Basilicata.

Mettere tutto e tutti in un calderone non giova, non ripaga, non soddisfa, non acquieta. Ed io dal tuo calderone mi tiro fuori Sinceramente Agnesina Pozzi


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