Inviare un messaggio

In risposta a:
EVANGELO ("CHARITAS") E TEOLOGIA POLITICA DEL MENTITORE E DI "MAMMONA" (" CARITAS"). PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO, CHE GIA’ DANTE SOLLECITAVA ...

CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITA’. IL CASO DEL CARDINALE NEWMAN. Per farlo santo, il vaticano tenta di occultarne l’omosessualità - a cura di Federico la Sala

martedì 2 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] mentre certa parte della stampa cattolica si affretta a dar voce a chi assicura che il rapporto tra i due era di semplice amicizia (come ha fatto Avvenire nell’edizione del 26/8), restano inconfutabili le parole che lo stesso Newman scrisse alla morte di St. John, nel 1875: "Ho sempre pensato che non vi fosse lutto paragonabile a quello di un marito o di una moglie, ma mi risulta difficile credere che ve ne sia uno maggiore del mio" [...]
COR AD COR LOQUITUR (Il cuore parla al (...)

In risposta a:

> CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITA’. ---- Nel testo delle omelie per la quaresima edito dai Paolini e diretto ai sacerdoti una lettera di Nichi Vendola a don Tonino Bello (di Angela Frenda).

venerdì 28 gennaio 2011

Nel libro per le omelie anche un testo di Vendola

di Angela Frenda (Corriere della Sera, 28.01.2011)

MILANO- È accanto a Madre Teresa di Calcutta, al cardinale Van Thuan e a Charles de Foucauld, come testimone della quaresima nel Sussidio liturgico-pastorale edito dai Paolini e diretto ai sacerdoti, cioè uno strumento per preparare le omelie del tempo liturgico penitenziale. Ma Nichi Vendola questa notizia l’ha appresa soltanto ieri, uscito da una riunione a Bruxelles. Ed è stato subito entusiasta: «Che abbiano scelto il mio pezzo su Don Tonino Bello mi ha molto commosso. Non ne sapevo nulla. D’altronde io amo la Chiesa quando sa accogliere. Quando sa annunciare. Quando è crocevia di salvezza» .

Non nasconde, il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, di poter essere un personaggio «scomodo» per una parte della Chiesa. Ma rilancia con orgoglio: «So bene che nella Chiesa ci sono coloro che pensano che la mia vita sia incompatibile con la fede. Il mio peccato è di non essere un’ipocrita. Sono pronto a una discussione vera anche sui temi dell’omosessualità. Non mi sono mai nascosto. Perché la cosa che più ho aborrito è l’ipocrisia» .

A scegliere il suo pezzo è stato don Giuseppe Turani, parroco di Monte Marenzo, in provincia di Lecco, che ha curato anche l’introduzione dell’opuscolo di 155 pagine. E che ieri, interpellato, mostrando preoccupazione soprattutto per eventuali strumentalizzazioni sulla sua scelta, ha spiegato: «Ho voluto pubblicare la lettera di Vendola perché parla del vescovo Tonino Bello. E credo sia un segnale positivo presentare questo personaggio attraverso una persona che è impegnata in politica. Persona, Vendola, che io so molto religiosa e in gamba. E che io stimo da tempo» .

La lettera del presidente della Regione Puglia (pubblicata sulla Gazzetta per il Mezzogiorno del 19 aprile 2010) è idealmente indirizzata a don Tonino Bello, mitico vescovo del Sud da molti ritenuto un santo, scomparso nell’aprile ’ 93, ed inserita nella meditazione per la prima domenica di Quaresima. Scrive Vendola: «Oggi vincono e convincono quelli che non hanno tempo per occuparsi di vittime, di poveri, di esuberi, di quelle pietre di scarto che nel Vangelo saranno pietre angolari dell’edificio della salvezza. Quelli che girano lo sguardo dall’altra parte, quelli che fingono di non vedere l’orrore, quelli che sono gli eroi di cartapesta del nostro immaginario e della nostra etica. Oggi gli afflitti vengono ulteriormente afflitti e i consolati ulteriormente consolati...» .

Il governatore della Puglia riflette anche, nella sua lettera, su quella Chiesa che «spesso pare più vocata all’autodifesa che non all’annuncio» . Ad accompagnare la lettera del governatore pugliese, però, è stato inserito dai Paolini anche un boxino legato al tema del perdono dei peccatori, e che è intitolato «La sapienza dei padri» in cui si narra di Bessarione, grande monaco vissuto nel IV secolo. «Capitato in una chiesa durante la predica- scrive la rivista dei Paolini - gli toccò sentire il presbitero scacciare un peccatore, giudicato indegno di stare tra la gente per bene. Bessarione non mosse ciglio, si alzò e uscì con lui dicendo: anch’io sono un peccatore» .


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: