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Emisfero destro ed emisfero sinistro. La ’politica’ della "mente bicamerale".... e la via chiasmatica della conoscenza.

LE DUE META’ DEL CERVELLO. QUANTO CONTA LA PARTE SINISTRA. Colloquio di Massimo Piattelli Palmarini con Michael S. Gazzaniga - a cura di Federico La Sala

domenica 7 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Dopo quasi mezzo secolo, quali lezioni possiamo trarre da questa lunga avventura clinica e scientifica? «Che gli esseri umani possiedono, nel loro emisfero sinistro, un dispositivo particolare che ci consente di dare un senso ai nostri propri comportamenti e umori, ci consente di interpretarli. Molti sono prodotti da meccanismi cerebrali impermeabili alla coscienza. Questo dispositivo è il loro interprete ci consente di raccontare a noi stessi la favola che siamo un’entità unica e (...)

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> LE DUE META’ DEL CERVELLO. QUANTO CONTA LA PARTE SINISTRA. --- Cervello e linguaggio. Comunicare senza parole (di Arnaldo Benini)

domenica 6 dicembre 2015

Cervello e linguaggio

Comunicare senza parole

di Arnaldo Benini (Il Sole-24 Ore, Domenica, 6.12.2015)

      • A. J. Newman, T. Supalla, et al. Neural systems supporting structure, linguistic experience, and symbolic communication in sign language and gesture, PNAS 2015

Guardando la comunicazione gestuale fra non udenti, ci si chiede come possano trasmettere con gesti e mimiche idee, propositi, stati d’animo, racconti, antipatie e simpatie, ironie, rabbuffi, consensi e rimproveri. Gli udenti comunicano con articolazioni vocali, i non udenti con movimenti di braccia, tronco, faccia, bocca (specie il labbro superiore), che entrano nei meccanismi percettivi come stimolazioni visive. La comunicazione gestuale è un sistema strutturato con vocabolario e grammatica, che, come il linguaggio, è basato su sintassi, semantica e fonologia. I non udenti danno un accento ai gesti che usano.

La comunicazione gestuale è acquisita gradualmente e cambia nel tempo, come il linguaggio, ed è diversa a seconda dell’area linguistica. Non udenti di Stati Uniti e d’Inghilterra, ad esempio, non si capiscono. Le neuroscienze cognitive studiano questa comunicazione non solo per l’importanza sociale, ma perché contribuisce alla conoscenza di varie aree cerebrali corticali e sottocorticali e delle loro connessioni. Le indagini sulla comunicazione gestuale confermano che le aree cerebrali del linguaggio (come anche, ad esempio, quelle primarie della visione) sono più estese, variabili e flessibili di quanto si pensasse.

Resta da chiarire quanto ciò dipenda da strutture e ultrastutture intrinseche alle aree e quanto da connessioni con aree lontane, nel senso della diaschisi (Cfr. Il Sole 24 Ore 21.12.2014).

Le visualizzazioni cerebrali (fondamentali in questi studi) mostrano che in coloro che comunicano con gesti, e solo nei non udenti che li vedono, sono attive le stesse aree sopra, sotto e dietro la fessura di Silvio dell’emisfero cerebrale sinistro, dove viene creato e capito il linguaggio parlato. Attivi nella comunicazione gestuale sono l’opercolo frontale e temporale, le aree frontali e prefrontali e il cervelletto, come nel linguaggio parlato. Il giro fusiforme, che riconosce i volti, è particolarmente attivo quando i gesti si riferiscono a verbi, le aree motorie per verbi di movimento. Più attivi che nel linguaggio parlato sono i lobi parietali, verosimilmente perché la comunicazione gestuale avviene nello spazio, di cui i lobi parietali sono i terminali cerebrali.

La comunicazione gestuale è prodotta da una vasta attivazione corticale e sottocorticale, in parte comune al linguaggio parlato. A ciò si deve la sua ricchezza, varietà, duttilità, capacità e forza esplicative. Nel linguaggio gestuale una mano, di regola la destra, è dominante, e, se necessario, è usata l’altra. In entrambi i casi sono attive le aree linguistiche dell’emisfero sinistro.

Un ictus nell’emisfero cerebrale sinistro del non udente può compromettere o rendere impossibile la comunicazione gestuale, come avviene col linguaggio parlato in caso di afasia. Gli udenti accompagnano e sottolineano quel che dicono con gesti. Si motteggia che alcuni popoli parlano più con le mani che con la bocca.

A. Newmann dell’Università di Halifax in Canada e collaboratori in varie università negli Stati Uniti e in Europa, si sono chiesti quale sia il rapporto fra la gestualità dei non udenti, per i quali essa è l’unica comunicazione, e quella con la quale gli udenti sottolineano quel che dicono, specie quando parlano di movimenti.

L’analogia è apparente: nei non udenti, nei gesti senza significato linguistico, sono attive, oltre a quelle dei movimenti, le aree linguistiche dell’emisfero sinistro, anche se meno intensamente dei gesti con significato linguistico. La pratica della comunicazione gestuale porta i non udenti a dare un significato linguistico anche a gesti superflui. Negli udenti sono attive solo le aree dei movimenti in chi parla e della loro percezione in chi ascolta e vede, ma non le aree linguistiche. Esiste un vasto meccanismo nervoso linguistico che, se non può esprimersi con lingua, labbra e voce, lo può con i gesti. I cervelli possono comunicare anche senza parole.


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