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EV-ANGELO, COSTITUZIONE... E L’UNTO DEL SIGNORE: L’ITALIA COME VOLONTA’ E RAPPRESENTAZIONE DI UN SOLO PARTITO: "FORZA ITALIA"!!!

L’IDEOLOGIA CATTOLICO-FASCISTA DEL MAESTRO UNICO E L’ART. 7 DELLA COSTITUZIONE, UN BUCO NERO CHE DISTRUGGE L’ITALIA E LA STESSA CHIESA CATTOLICA. Per un ri-orientamento teologico-politico. Una nota - di Federico La Sala

Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio ... un cattolicesimo-ROMANO che ha sempre e per lo più confuso "Erode" con Cesare e Dio con "Mammona"!!!
mercoledì 25 aprile 2012 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il messaggio del patto costituzionale, come quello del patto eu-angelico ...e della montagna è ben-altro!!! La Costituzione è - ripetiamo: come ha detto e testimoniato con il lavoro di tutto il suo settennato il nostro Presidente, Carlo A. Ciampi - la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemlea), e non la ’Legge’ di “mammasantissima” e (...)

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> L’IDEOLOGIA CATTOLICO-FASCISTA DEL MAESTRO UNICO E L’ART. 7 DELLA COSTITUZIONE, UN BUCO NERO CHE DISTRUGGE L’ITALIA E LA STESSA CHIESA CATTOLICA. ---- Può un articolo della costituzione essere (o essere divenuto) incostituzionale? (di Antonio Guagliumi).

lunedì 9 marzo 2009

Può un articolo della costituzione essere (o essere divenuto) incostituzionale?

di Antonio Guagliumi (Comunità cristiana di base di San Paolo - Roma) *

Può un articolo della costituzione essere (o essere divenuto) incostituzionale? La risposta, per quanto possa apparire paradossale, è, a mio parere, “si”. Si tratta dell’art. 7 che recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”. Che succede se uno dei due soggetti vìola l’indipendenza e la sovranità dell’altro? Chi interverrà a dirimere la questione, visto che non c’è un Organismo sovraordinato ai due? E se il soggetto passivo è lo Stato italiano, avrà questo come unica soluzione l’abrogazione dell’art. 7 secondo la procedura di revisione costituzionale ovvero avrà altri modi per denunciare la violazione e tornare pienamente in possesso della sua piena sovranità?

Da tempo, praticamente da quando quell’articolo esiste ma recentemente in modo particolare, molti e autorevoli soggetti hanno riflettuto sull’anomalia dei rapporti tra Chiesa e Stato in Italia, sicché il paradosso di definire incostituzionale una norma della Costituzione non è poi tanto scandaloso, perché deriva da un altro paradosso: due entità che si proclamano egualmente “sovrane” sugli stessi cittadini “ciascuna nel proprio ordine”, come se il cittadino potesse appartenere a due “ordini” operanti su piani diversi. Di fatto quelle che si possono distinguere e salvaguardare sono le scelte private e organizzative dei cittadini nell’ambito delle comuni libertà, nelle quali lo Stato non può entrare (e infatti nessun prefetto potrà pretendere di presiedere l’eucarestia o nessun sindaco battezzare) mentre la Chiesa (intesa qui e in seguito come “Santa Sede” salvo diversa indicazione) pretende di essere portatrice di norme “superiori” a quelle dello Stato, che valgono anzi non solo per i suoi fedeli, ma per tutti gli esseri umani perché finalizzate al loro bene supremo e come tali richiedono di essere inserite nell’ordinamento statuale. Come si vede, la posizione dei due soggetti contemplati nell’art. 7 è “a priori” squilibrata; la prassi si è poi incaricata di mostrare che un equilibrio tra i due “poteri” dipende molto da come la Chiesa vive la sua missione ed è strutturata al suo interno: si va da momenti come quelli espressi dal Concilio Vaticano II che sembrò mettere in discussione la necessità stessa di privilegi concordatari (Cost. “Gaudium et Spes” n° 76) alla attuale tendenza restauratrice e integralista.

A un tale organismo lo Stato italiano ha comunque ceduto non solo una parte, sia pur minima, del suo territorio consentendo la nascita di un vero e proprio “Stato” sovrano secondo il diritto internazionale, ma tutti i suoi cittadini (nell’ordine religioso, s’intende) e ha riconosciuto una serie singolare di privilegi e potestà che limitano la propria sovranità in vari settori (territoriali, fiscali, educativi, ecc.) consentendo che organismi periferici di uno Stato straniero, governato da una monarchia assoluta, risiedano ed operino sul suo territorio, per di più senza alcuna reciprocità. Il sindaco non può battezzare, s’è detto; ma il parroco può sposare obbligando l’ufficiale di stato civile a prenderne atto. Lo Stato si è ripreso il diritto di dichiarare nulli i matrimoni, ma il parroco non riconosce questo diritto.

La Conferenza episcopale può invitare i cittadini italiani (e vincolarne la coscienza in quanto fedeli cattolici) a partecipare o a non partecipare ad un referendum previsto dalle leggi italiane; a votare in un certo modo o in un altro; a rifiutarsi di obbedire a certe leggi regolarmente votate dal parlamento; a qualificare il grado di “cattolicità” degli uomini politici; ma lo Stato non può intervenire in difesa di un insegnante di religione privato dal vescovo del suo incarico perché divorziato secondo la legge dello Stato (il Concordato non lo consente) o di un parroco allontanato dalla sua parrocchia per le sue idee (che in questo caso non sono tutelate dalla costituzione) tra le proteste di parrocchiani e non ricordo casi di proteste delle autorità italiane per le tante invasioni di campo della Chiesa contro lo Stato, sempre giustificate col pretesto che “nel proprio ordine” essa è sovrana. Mentre la Chiesa afferma di

avere un diritto “originario” e “divino” che giustifica il suo comportamento invasivo, lo Stato sembra succube e inerme. L’unico che riuscì ad arginare questo dilagare della Chiesa fu Mussolini, proprio lui, l’uomo della Provvidenza, responsabile del primo Concordato, formulato in termini ancora più favorevoli alla Chiesa di quello craxiano dell ’84 eppure trasferito nella nostra Costituzione così com’era nel 1946 con l’appoggio del partito Comunista, caduto nella trappola di pensare in tal modo di ammorbidire la Chiesa che infatti scomunicò subito i comunisti. Allora era Mussolini che conquistava alla sua religione dello Stato semplici fedeli e parti notevoli della gerarchia, oggi la democrazia sembra debole e succube, eppure la preferiamo perché ci lascia almeno la speranza.

Ma questa pretesa della Chiesa di avere un diritto assoluto e originario a dirigere “eticamente” i cittadini di un’altro Stato sovrano, che dovrebbe anzi favorirla in questa opera di “educazione” con contributi finanziari e privilegi operativi, è veramente “originario”? E’ veramente assoluto e gestibile da una struttura monarchica operante a partire da uno Stato uguale a tutti gli altri Stati ma nello stesso tempo superiore a tutti?

Finora ho parlato di Chiesa per quello che è di fatto, cioè una struttura gerarchica al cui vertice c’è un sovrano assoluto attorniato da una curia di eminenti consiglieri scelti ad libitum, in periferia vescovi e parroci con pochissima autonomia operativa e molti obblighi esecutivi, anch’essi scelti e revocabili ad libitum. Ma è stato e dovrà essere sempre così? In verità il Concilio Vaticano II, come già sopra accennato, faceva intravedere come possibile una Chiesa senza privilegi, retta da criteri di collegialità episcopale e soprattutto consapevole che il Popolo di Dio è una sua componente fondamentale ed imprescindibile, che dovrebbe in qualche modo essere interpellata quando si stipulano patti e trattati con lo Stato. Che senso ha affermare che una Chiesa di questo genere è “Indipendente e sovrana”? Che si costituisca in Stato sovrano? Ma è noto che le novità introdotte dal Concilio Vaticano II sono stare rapidamente soffocate e si è tornati ad una situazione peggiore di quella che c’era prima. Per conservare intatte le verità eterne e per rispetto della tradizione, si dice. Ma la Chiesa cattolica quale cristianesimo rappresenta oggi? Quale tradizione rispetta?

Un marziano che, pur dotato di logica perfetta, leggesse queste riflessioni direbbe ora meravigliato: “Cristianesimo” ? Che è mai questo? L’art. 7 parla di Chiesa cattolica, i Patti lateranensi di Stato della città del Vaticano , so di Cardinali, Vescovi e preti cattolici, di conferenze episcopali, di fedeli cattolici ecc., ma questo cristianesimo in tutto ciò che c’entra?” E allora bisognerà spiegare al marziano un po’ di storia, cosa che non farò qui perché non siamo marziani; però non poso non pensare a che cosa avrebbe detto o fatto Gesù, detto il Cristo, prima che diventasse cattolico, se avesse dovuto firmare il concordato o i patti lateranensi; se si fosse trovato a dover governare uno Stato tutto suo, lui che aveva detto “Il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36); che rifiutò sdegnato la signoria su tutti i regni della terra offertigli da Satana, che a quanto pare è in possesso di una signoria sui poteri temporali ancora più originaria dei quella rivendicata da Gregorio VII e successori (Mt 4, 8ssg e par.); che quando si fece dare una moneta non vi trovò sopra la sua faccia o quella di un papa, come accade oggi con le monete del Vaticano, se no non avrebbe potuto dire “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” (Mt 22,19 e par.); che fece dire al suo apostolo: “Questo vi dico fratelli, il tempo ormai si è fatto breve; d’ora in poi quelli che hanno moglie vivano come se non l’avessero; coloro che piangono come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano come se non possedessero; quelli che usano del mondo come se non ne usassero appieno, perché passa la scena di questo mondo! Io vorrei vedervi senza preoccupazioni...(I Cor 7,28 sgg.) ecc.

Queste parole conservano, anche nella diversa prospettiva circa la fine dl mondo, tutto un loro profondissimo valore un valore che rende inutile e peccaminoso aggrapparsi alle sicurezze del mondo, ai privilegi del mondo, alle leggi del mondo e anche a leggi ecclesiastiche che vadano oltre alla regola aurea, ripresa e testimoniata da Gesù, di amare Dio nel prossimo.

*

-  FOGLIO DI COMUNITA’

-  supplemento al n°2/2008, anno XI di Viottoli


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