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"Meditate che questo è stato" (Primo Levi)

SHOAH - STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO. 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA - a cura del prof. Federico La Sala

domenica 10 dicembre 2006 di Emiliano Morrone
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
In data 20 luglio 2000 è stata promulgata dal Presidente della Repubblica, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati e del Senato, la seguente legge:
Art. 1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (...)

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>27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA ---- IL MICIDIALE CORTOCIRCUITO. Quando la feccia si presenta in tivù (di Antonio Padellaro)

mercoledì 4 marzo 2015


Quando la feccia si presenta in tivù

di Antonio Padellaro (il Fatto, 04.03.2015)

Nel 1938, Telesio Interlandi pubblicò il primo numero del quindicinale La difesa della razza e ne stampò 95 mila copie che andarono rapidamente esaurite. Un successo editoriale che durò fino al 1943 e che ebbe, per così dire, la funzione di fare venire a galla l’antisemitismo che albergava in una parte degli italiani. Così, quando cominciò la persecuzione degli ebrei, molti girarono la testa e qualcuno fu indotto a pensare: in fondo se la sono cercata. Quello che succede in Italia a proposito dei rom richiama quello schema, per ora (ma solo per ora) nella forma farsesca adatta ai nostri tempi.

Lunedì sera, a Piazza pulita, Gianluca Bonanno parlamentare europeo, leghista, girovago dei talk show dove vende la sua merce avariata, ha definito rom e zingari “feccia della società”. Una parte del pubblico ha battuto le mani e il conduttore Corrado Formigli, collega che stimo, ha detto: “È un applauso di cui mi vergogno”. Spiegando poi: “Bonanno è qui perché riflette un pezzo di Paese che la pensa come lui”.

Nelle due frasi, entrambe vere, c’è il micidiale cortocircuito che sta resuscitando il mostro. Abbiamo un Salvini, e i suoi tristi epigoni che raccattano voti dando voce agli istinti più bassi: contro i clandestini che sarebbe meglio abbandonare tra le onde e contro i nomadi brutti, sporchi e cattivi. E abbiamo la Tv che in crisi di ascolti li corteggia e legittima presso milioni di persone la feccia che rappresentano. Purtroppo, vergognarsi non basta più.


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