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"Meditate che questo è stato" (Primo Levi)

SHOAH - STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO. 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA - a cura del prof. Federico La Sala

domenica 10 dicembre 2006 di Emiliano Morrone
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
In data 20 luglio 2000 è stata promulgata dal Presidente della Repubblica, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati e del Senato, la seguente legge:
Art. 1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (...)

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mercoledì 13 dicembre 2006

Un solo male: il nazicomunismo

Resta da capire, pur ormai nell’abbondanza delle fonti, di cui Il mio cammino è solo l’ennesimo tassello, come non si riesca fino in fondo a smitizzare la grandezza del comunismo. Neppure di fronte a esempi lampanti, l’apologeta convinto rinuncia a questa utopia che ha prodotto più di cento milioni di morti nel Novecento.

Soprattutto riesce ancora difficile, l’equiparazione del fenomeno Gulag ai lager nazisti. Come se un male assoluto potesse avere una gradazione differente solo perché differenti le finalità con cui è stato compiuto: da un lato, il progetto di sterminio di una razza, dall’altra il progetto di sterminio di un popolo. Senza sminuire la portata storica della Shoa, oggi il rimontante antisemitismo, fomentato guarda caso da frange della sinistra ex comunista o altromondista, dimostra come si saldino i due poli e possano essere ricompresi in un unico sostantivo: il nazi-comunismo.

L’uso di questa categoria potrebbe finalmente annullare le velleità dei (purtroppo) tanti che ai giorni nostri continuano a salvare il comunismo in nome dell’idea che lo ha mosso. Il termine "comunista" sarebbe, allora, al pari di "nazista" un aggettivo dequalificante da abbandonare e non una bandiera da sventolare con gioiosa protervia, un marchio infame da nascondere e non la felice evoluzione ipotizzabile per ogni democrazia.

Quando nel 1998 fu pubblicato il Libro nero del comunismo di Stéphan Courtois, Norberto Bobbio rilasciò un’intervista a l’Unità, in cui auspicava questo processo di identificazione. Il filosofo torinese diceva: "La ragione dichiarata di questa contabilità (quella presente nel Libro nero... ndr) è di farla finita una volta per sempre di distinguere, rispetto alla vastità del crimine, il comunismo dal nazismo. Ci sarebbe, se mai, da domandarsi - e gli autori indubbiamente lo fanno - perché questa distinzione sia stata fatta e ne sia seguita non soltanto una attenuazione delle responsabilità dei regimi comunisti, ma anche una sopravvivenza del comunismo". E ancora: ". . .non c’è paese in cui sia stato instaurata un regime comunista, ove non si sia imposto un sistema di terrore. Possono variare i meccanismi dell’esercizio del terrore, la quantità e la qualità delle vittime, ma è dovunque, ripetiamo pure con forza, dovunque, identica la spietatezza, l’arbitrarietà e l’enormità dell’uso della violenza per mantenere il potere". E più oltre: "Questo universalismo dispotico appartiene alla natura stessa del comunismo storico. Se è così, e il libro offre una prova ineccepibile che è così, non ci si può non porre la domanda se la forma dispotica del potere non sia connaturata all’essenza stessa del comunismo. Coloro che ne tentano una difesa, hanno un bel dire: "Il comunismo storico è stato una forma degenerativa del comunismo ideale". Ma come mai questa degenerazione è avvenuta sempre e dappertutto?".

La ragione di questo, per ora, non accettato raffronto tra comunismo e nazismo è forse nella falsità che ha ispirato e talora ancora ispira gli intellettuali di sinistra di tutto il mondo. Sosteneva Sartre di essere più sensibile all’uso che la borghesia fa delle rivelazioni sui campi di concentramento piuttosto che alla loro esistenza vera e propria.

Liberamente tratto da :"Gulag l’inferno del comunismo" di Angelo Crespi


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