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"Meditate che questo è stato" (Primo Levi)

SHOAH - STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO. 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA - a cura del prof. Federico La Sala

domenica 10 dicembre 2006 di Emiliano Morrone
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
In data 20 luglio 2000 è stata promulgata dal Presidente della Repubblica, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati e del Senato, la seguente legge:
Art. 1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (...)

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> 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211 - a cura del prof. Federico La Sala

giovedì 25 gennaio 2007

Il capo dello stato alle celebrazioni della giornata della memoria. "Si riaffacciano indizi di aberrazioni come la Shoah"

Napolitano: "No all’antisemitismo anche se si traveste da antisionismo"

Bertinotti: "Ricordare è un dovere, la Shoah è l’indicibile". *

ROMA - No all’antisemitismo "anche quando esso si travesta da antisionismo". E’ l’appello lanciato da Giorgio Napolitano nella giornata della Memoria, celebrata al Quirinale, in una cerimonia solenne cui hanno partecipato anche il presidente del Consiglio Romano Prodi, i presidenti della Camera e Senato Fausto Bertinotti e Franco Marini.

"Antisionismo", ha detto il capo dello stato, "significa negazione della fonte ispiratrice dello stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele".

E’ doveroso ed importante ricordare, ha continuato il presidente della Repubblica, per guardarci da pericolosi rigurgiti. ’’Pochi paesi possono essere garantiti da una futura marea di violenza generata da intolleranza, da libidine di potere, da ragioni economiche, da fanatismo religioso o politico, da attriti razziali’’. Citando queste parole di Primo Levi, Napolitano ha ricordato "tutti i pericoli da cui dobbiamo guardarci, tutti i fenomeni che possono sfociare in aberrazioni come la Shoah: e non abbiamo forse visto in anni recenti - si chiede il capo dello stato - e non vediamo oggi affacciarsi alcuni di quei fenomeni, in piu’ parti del mondo e anche non lontano dal nostro Paese?’’

"Come italiani", ha proseguito il presidente, "dobbiamo serbare il ricordo e sentire il peso degli anni bui delle leggi razziali del fascismo e delle persecuzioni antiebraiche della Repubblca di Salò". "Come Chirac ha fatto in Francia", ha proseguito Napolitano, "vogliamo anche noi ricordare per l’Italia la luce che venne dalle imprese dei Giusti, di coloro che hanno meritato questo nome per le prove concrete che offrirono, anche con il rischio della vita, di soldarietà verso i fratelli ebrei perseguitati, esposti alla minaccia della deportazione, della tortura, dello sterminio dei campi".

Bertinotti: "la Shoah è un dramma indicibile". Anche il presidente della Camera è intervenuto alle celebrazioni per la giornata della Memoria, rinnovando l’invito a ricordare il passato. "L’abisso in cui il nazismo ha gettato il genere umano, aggredendo le ragioni elementari della dignità dell’uomo ed il rispetto che ad esso si deve solo perché tale è, troppo profondo per essere denominato: la Shoah è l’indicibile".

"Oggi - ha aggiunto - è nostro dovere ricordare, ribadire e diffondere questa verità, contro le tentazioni che pure periodicamente si profilano a negare ciò che è accaduto o anche solamente a ridurne la portata". Al termine del suo intervento, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio, cui è seguito un applauso unanime.

Pacifici: "Il discorso di Napolitano, un passaggio storico". Le parole di Napolitano sono piaciute a Elio Toaff. "Ha parlato con il cuore", ha detto l’ex rabbino capo di Roma. Anche il portavoce della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, nel commentare il discorso del presidente della Repubblica sull’allarme antisionismo, lo ha definito "storico". "Un passaggio che sotto certi aspetti - ha commentato Pacifici - non dico che azzeri le polemiche, ma che fa fare un grande passo avanti nel ristabilire giustizia e verità nei confronti della storia e di coloro che molto spesso, non sempre, usano l’antisionismo come moderno strumento di antisemitismo".

* la Repubblica, 25 gennaio 2007


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