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Editoriale

Ecco come muore un "negro di merda", è avvenuto a Milano. Razzismo e taglione alla decima

martedì 16 settembre 2008 di Emiliano Morrone
La ’ndrangheta di solito non uccide. Salvo a Duisburg. Giovanni Strangio docet, per chi indaga.
A Milano, Fausto e Daniele Cristofoli, proprietari del locale Shining Bar, nei pressi della stazione centrale, hanno ammazzato Abdul Salam Guibre, 19 anni, di colore.
I Cristofoli non sono della Santa né hanno il passaporto calabrese.
Tre neri rubano dei dolci nel bar. I titolari li inseguono, li acciuffano, li ingiuriano, ci litigano e finiscono a sprangate il giovane Abdul.
Costernazione e (...)

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> Ecco come muore un "negro di merda", è avvenuto a Milano. Razzismo e taglione alla decima

sabato 20 settembre 2008

Abdoul, la città in marcia per ricordarlo

Via libera del pubblico ministero alla sepoltura: martedì mattina i funerali *

"Abba vive. Stop al razzismo". È questo lo striscione alla testa del corteo antirazzista partito da porta Venezia, dedicato ad Abdoul Guiebre, il 19enne di colore ucciso domenica mattina in via Zuretti. In testa al corteo, amici e familiari di Abdoul con in mano la foto del 19enne, appartenenti al comitato "Per non dimenticare Abba, per fermare il razzismo", organizzatore della manifestazione.

"C’è troppo razzismo, devono smetterla - ha esclamato poco prima della partenza Adriarata, la sorella di Abdoul - Quel che è successo è drammatico, nessuno può sentire il dolore che ho dentro, per avere un paese bello bisogna vivere insieme". Qualche episodio di tensione si registra per un migliaio di manifestanti che, staccatisi dalla testa del lungo corteo, hanno imboccato prima corso Vittorio Emanuele per arrivare in piazza Duomo e poi invece che terminare sulla piazza, come previsto, hanno proseguito per via Manzoni.

I manifestanti hanno percorso alcune centinaia di metri di corsa rovesciando alcuni cestini delle immondizie. I giovani, tra cui molti amici di Abdoul, hanno affrontato e spinto il cordone di polizia che si era creato, riuscendo a passare e iniziando a correre, mentre alcuni di loro tiravano calci e pugni contro motorini e macchine lungo la strada.

Le decine di manifestanti sono passati poi per via Santa Margherita e per piazza della Scala, dirigendosi lungo via Manzoni. Bloccato inevitabilmente il traffico e scesi i passeggeri dai tram, alcuni dei manifestanti sono saliti sopra i tram fermi, tenuti sotto controllo dalla polizia. Tra loro c’era anche lo zio di Abdoul, che ha cercato di placare gli animi gridando: "Non rovinate la nostra manifestazione".

Il vicesindaco Riccardo De Corato torna a ribadire che il delitto non ha avuto alcuna connotazione xenofoba e quindi la manifestazione ha un carattere squisitamente politico. "Milano non crede al razzismo - ha affermato De Corato - ma sulla vicenda del ragazzo ucciso c’è una parte, quella della sinistra radicale, che si ostina a rinfocolare una congettura smentita dagli organi inquirenti, dai magistrati dal questore, dal prefetto, dal capo della Mobile".

"Di fronte a questa realtà di fatto - ha concluso De Corato - è evidente che l’assillante ricorso al sostegno della piazza, con cinque manifestazioni in sei giorni, è puramente un’operazione di speculazione politica".

* la Repubblica, 20 settembre 2008.


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