IL CASO
Razzismo, dodicenne cubano picchiato
da coetanei italiani per il colore della pelle
L’aggressione nel parco di un piccolo comune nel Milanese: il bambino in ospedale col naso rotto *
Era un anno e mezzo che quei ragazzini poco più grandi di lui - giusto un anno - lo avevano preso di mira per il colore della sua pelle. Un anno e mezzo di offese verbali. Per la prima volta sono passati dalle parole ai fatti. E per un dodicenne cubano la serata è finita con tanto spavento e il naso fratturato. Teatro dell’aggressione un parco di Zelo Surrigone, paese alle porte di Abbiategrasso, nel Milanese, dove il giovane - che giocava con il suo skateboard insieme con due coetanei - è stato avvicinato da altri tre ragazzini, di 13 anni, insultato e poi preso a spinte e qualche pugno.
Tornato a casa,ha raccontato l’accaduto alla madre e, successivamente, è stato condotto all’ospedale di Abbiategrasso. Al giovane - che è stato visitato nel reparto di otorinolaringoiatria del nosocomio di Magenta - è stata riscontrata una contusione al naso, con probabile frattura, e una lesione agli occhi. "Mio figlio era al parco con due amici della stessa età quando sono arrivati i tre ragazzini - ha spiegato la madre del ragazzo, che denunciato la vicenda ai carabinieri - Hanno salutato gli amici italiani e gli hanno chiesto il suo skateboard. Mio figlio glielo ha dato per andare a giocare con una altalena, ma quando ha visto che stavano per rompere lo skateboard è andato a riprenderlo e lì è iniziato tutto".
A quel punto, osserva la donna - cubana, madre del ragazzino e di un altro figlio, in Italia da 15 anni e divorziata dal marito italiano - "lo hanno insultato dicendogli ’sporco negro’ e ’negro di merda’, poi due lo hanno tenuto fermo e uno ha cominciato a colpirlo con pugni: gli hanno rotto il naso e gonfiato tutta la faccia. E’ successo tante volte che lo offendessero verbalmente - ha proseguito la madre - è una cosa che va avanti da circa un anno e mezzo, ma è la prima volta che gli mettono le mani addosso. I due amici italiani che erano con lui - ha chiosato - sono piccolini e tranquilli, si sono spaventati e gli hanno detto di smettere".
I tre aggressori - non ancora identificati con certezza, nonostante siano stati forniti dati abbastanza precisi sul loro conto - non frequentano la stessa classe del ragazzino cubano, ma studiano nella stessa scuola media, l’istituto comprensivo Gianni Rodari di Vermezzo, paesino contiguo a Zelo Surrigone. All’istituto composto da sei plessi distribuiti tra Vermezzo, Zelo Surrigone e Gudo Visconti fanno capo tre scuole dell’infanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado. Gli alunni iscritti e frequentanti sono circa 800 mentre i docenti sono un’ottantina.
"Di fronte ad atti discriminatori e di razzismo come questo, abbiamo il dovere di agire subito, soprattutto quando sono coinvolti giovanissimi, per combattere alle radici il fenomeno delle discriminazioni". E’ quanto afferma Massimiliano Monnanni, direttore generale dell’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni (Unar), operante presso il dipartimento delle Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che ha già provveduto a trasmettere alla competente Procura della Repubblica la notizia di reato inerente l’aggressione a sfondo razziale. "Al ragazzo e alla sua famiglia l’Unar assicurerà assistenza legale".
* la Repubblica, 03 settembre 2010