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ITALIA. LA COSTITUZIONE E LA PAROLA RUBATA .... E IL MENTITORE ISTITUZIONALE

EMERGENZA BALLISMO. LA SCUOLA DELLA REPUBBLICA NON SI TAGLIA!!! Contro il governo del partito unico e del maestro unico parte la protesta degli studenti. Una nota di Salvo Intravaia - a cura di Federico La Sala

domenica 21 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Secondo gli studenti i tagli previsti per la scuola pubblica dalla manovra economica produrranno effetti disastrosi. "Saranno cancellati i corsi di recupero con conseguente boom delle lezioni private" dice la portavoce Giulia Tosoni, che continua: "Le classi saranno più affollate, le sperimentazioni verranno tagliate, così come le ore dedicate allo studio in laboratorio e quelle di indirizzo dei istituti tecnici e professionali". Ma non solo. "Sarà impossibile avere scuole aperte al (...)

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> EMERGENZA BALLISMO. LA SCUOLA DELLA REPUBBLICA NON SI TAGLIA!!! --- Scuola, proteste studenti ... Il tutto a poche ore (alle 15 al ministero) dal primo incontro Gelmini-sindacati con la presentazione del piano dei tagli.

venerdì 19 settembre 2008


-  Scuola, proteste studenti
-  Incontro Gelmini-sindacati

Gli studenti la chiamano "Emergenza ballismo", vedendo nelle bugie della Gelmini la vera emergenza. Iniziative simboliche nelle scuole di tutta Italia contro tagli e voto in condotta: striscioni calati dalle finestre, volantinaggi e azioni dimostrative per svelare le "balle" del governo sulla scuola. Le azioni realizzate oggi sono solo l’inizio di un anno scolastico di mobilitazioni, per fermare i tagli e portare al ritiro del decreto sul voto in condotta.

Le città coinvolte sono state Roma, Bologna, Torino, Padova, Venezia, Verona, Reggio Emilia, Imola, Faenza, Forlì, Teramo, Perugia, Prato, Massa Carrara, Sassari, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Cosenza.

Un inizio scuola con sorpresa in tanti istituti in tutta Italia, per denunciare le scelte Berlusconi- Gelmini in materia di istruzione. Gli studenti hanno voluto esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti dei tagli ai finanziamenti, lesivi della qualità dell’istruzione e del diritto allo studio, e dei provvedimenti mediatici inutili e dannosi, come il voto in condotta.

Prossimo appuntamento sarà la manifestazione studentesca nazionale il 4 ottobre davanti al Ministero dell’Istruzione.

Il tutto a poche ore (alle 15 al ministero) dal primo incontro Gelmini-sindacati con la presentazione del piano dei tagli.

Giovedì la Flc-Cgil ha sferrato un duro attacco al ministro Mariastella Gelmini alla vigilia del confronto sui contenuti in finanziaria e del decreto legge 137 sul maestro unico: secondo il leader sindacale Enrico Panini il ministro del Miur nell’illustrare la situazione della scuola italiana - in particolare sul Pil, rapporto docenti-studenti e spesa per gli stipendi - farebbe riferimento a numeri ed informazioni infondate che non rispecchiano la realtà.

«Il ministro Gelmini - afferma Panini - da alcuni giorni, a sostegno delle proprie posizioni, utilizza percentuali e riferimenti quantitativi o fa affermazioni che lasciano intendere di poggiare su una base quantitativa certa. In realtà la situazione, a partire dai fondamentali, non è quella descritta dal ministro ed è particolarmente grave che i cittadini possano formarsi le proprie convinzioni a partire da informazioni errate».

La Flc-Cgil porta avanti alcuni esempi a sostegno della propria tesi: «il ministro dice che `la spesa per la scuola è fuori controllo, ma noi gli diciamo che in questi anni la spesa per la scuola è costantemente diminuita: gli stessi dati del ministero dicono che negli anni ’90 era il 3,9-4,0% del Pil, ora è del 2,8% del Pil».

Sempre dal ministro è stato poi detto: "Aumentano i docenti, diminuiscono i bambini"; la Flc risponde che non è vero: dall’anno scolastico 2001/02 fino all’anno scolastico 2007/08 gli alunni sono costantemente cresciuti mentre i docenti sono diminuiti del 4-5%», commenta sempre Panini.

Sulle dichiarazioni del responsabile dell’istruzione sull’altissimo costo sostenuto dalla pubblica amministrazione per il personale scolastico («Il 97% della spesa per la scuola è destinata agli stipendi») il leader di comparto sindacale ricorda che «la spesa per l’istruzione è composta da 42 mld dello stato, più 10 mld di regioni ed enti locali, in totale 52 mld. Per gli stipendi del personale si spendono 40 mld circa, che su 52 mld complessivi rappresentano il 78% del totale, una percentuale inferiore al 79% che è la media europea».

In conclusione secondo la Flc-Cgil «le numerose dichiarazioni del ministro Gelmini vogliono accreditare l’immagine di un governo efficiente che aggredisce i problemi della scuola con strumenti di ordine, là dove il disordine, l’inefficienza e lo spreco regnano sovrani. Ma i dati vanno letti correttamente».

* l’Unità, Pubblicato il: 19.09.08, Modificato il: 19.09.08 alle ore 13.52


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