Delegazione Ue ai campi rom. E Maroni cambia idea
di Marco Filippetti *
Arrivano i parlamentari europei e Roberto Maroni diventa amico dei rom. Niente aggravante di clandestinità per i cittadini comunitari, nessuno sgombero dei campi nomadi senza una soluzione alternativa e niente schedatura su base etnica o religiosa come è successo qualche tempo fa nei campi nomadi napoletani. Questi gli impegni presi dal ministro durante la visita dei deputati della Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo.
Pur di fare bella figura con il Commissario europeo Jaques Barrot e dimostrare che l’Italia non è un paese razzista il ministro degli Interni “ammorbidisce” i toni usati fino ad ora contro i rom e promette che nel decreto definitivo non ci sarà nessuna violazione delle norme comunitarie.
Come scritto sulla risoluzione votata da Strasburgo, che condanna le politiche discriminatorie adottate verso i nomadi dal nostro paese, venerdì gli eurodeputati hanno incontrato le autorità italiane e visitato i campi rom. La delegazione della Commissione di Strasburgo, guidata dal Presidente Gerard Deprez, è stata ricevuta dal Garante della privacy, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno ed il ministro degli interni Maroni. Nel pomeriggio gli eurodeputati hanno visitato il campo nomadi del Casilino 900 e il campo di via Salone.
Questioni piu calde; la raccolta delle impronte digitali e le precarie condizioni dei campi nomadi italiani. «Non ci sono parole per descrivere quello che ho visto: una situazione che insulta la dignità umana» ha detto Deprez, definendo le condizioni in cui versa il campo nomadi Casilino 900. Sotto una fitta pioggia i deputati europei hanno visitato le baracche alla periferia della Capitale in cui vivono oltre 600 persone. Il campo è sprovvisto di acqua potabile e i servizi igenici sono pressoché inesistenti.
«Mi hanno detto che alcuni vivono qui da 35 anni - prosegue il presidente - Mi chiedo come sia possibile: mancano le più elementari norme igieniche, non c’è l’elettricità». A chi gli chiedeva dell’iniziativa del governo e dell’avvio di una schedatura della comunità nomade Deprez ha risposto: «E’ giusto che uno stato voglia sapere chi abita sul proprio territorio ma a mio modo di vedere un censimento senza un programma di integrazione è fine a se stesso».
Sulla questione schedatura intervengono i parlamentari della sinistra. Per Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Sinistra europea, «il Garante è animato da gran buona volontà ma privato di qualunque risorsa e possibilità concreta di intervento». La delegazione, ha spiegato voleva sapere se «le persone vengono informate che sono libere di non rispondere al censimento e il Garante si è limitato a rispondere che “dovrebbe” essere così. Abbiamo chiesto - ha continuato - la distruzione di tutti i dati raccolti prima del 17 luglio che non rispettavano le linee guida, cioè quanto fatto a Napoli dove sono stati raccolti anche dati sulla religione e l’etnia. Il Garante è favorevole ma ci ha risposto di non avere la possibilità di verificare se questo stia avvenendo». Sempre per Agnolotto «Maroni ha stanziato 3 milioni di euro per il censimento e non un soldo per le attività volte all’integrazione dei rom e per i servizi sociali».
Per Claudio Fava, eurodeputato di Sinistra democratica «Maroni, di fronte alle pressione della Ue e del Parlamento europeo, modificherà il decreto legge contro i rom a dimostrazione della natura razzista del provvedimento». Continua Fava: «Il ministro ha cancellato l’aggravante di clandestinità per i comunitari, evidentemente contraria al principio di libera circolazione delle persone e al principio di uguaglianza». Per Giusto Catania parlamentare europeo del Prc il governo «si comporta come un Giano bifronte. Da una parte fa la faccia buona con l’Europa per non esporsi a critiche, e dall’altra continua a perpetuare di fatto quotidianamente abusi verso questo popolo». Insomma, «anche se modificassero il decreto bisogna verificare se poi realmente cambieranno direzione».
In visita ai campi nomadi c’erano anche i deputati neofascisti Roberto Fiore e Luca Romagnoli accompagnati dal leghista Mario Borghezio che è stato a Colonia, al convegno europeo dell’estrema destra contro “l’islamizzazione” dell’Europa e che alla fine ha deciso di visitare il campo.
* l’Unità, Pubblicato il: 19.09.08, Modificato il: 20.09.08 alle ore 18.10