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FILOSOFIA. IL PENSIERO DELLA COSTITUZIONE E LA COSTITUZIONE DEL PENSIERO

MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?! POCO CORAGGIOSI A SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E A PENSARE BENE "DIO", "IO" E "L’ITALIA", CHI PIÙ CHI MENO, TUTTI VIVONO DENTRO LA PIÙ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA FILOSOFICA E POLITICA ITALIANA, NEL REGNO DI "FORZA ITALIA"!!! Un’inchiesta e una mappa di Francesco Tomatis - a cura di Federico La Sala

Costituzione, art. 54 - Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge
lunedì 22 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
Non basta dire come fanno i francesi che la loro nazione è stata colta alla sprovvista. Non si perdona a una nazione, come non si perdona a una donna, il momento di debolezza in cui il primo avventuriero ha potuto farle violenza. Con queste spiegazioni l’enigma non viene risolto, ma soltanto formulato in modo diverso. Rimane da spiegare come una nazione dì 36 milioni di abitanti abbia potuto essere colta alla sprovvista da tre cavalieri di industria e ridotta in schiavitù senza far (...)

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> MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?! -- Immanuel Kant, Königsberg, Kaliningrad. Mondali di Russia 2018: l’incredibile storia del Baltika Kaliningrad (di Marco Corradi).

mercoledì 4 luglio 2018

LE "REGOLE DEL GIOCO" DELL’OCCIDENTE, IMMANUEL KANT, E I MONDIALI DI RUSSIA 2018 .....


Quando i km portano al fallimento: l’incredibile storia del Baltika Kaliningrad. E Putin interviene...

di Marco Corradi *

Possono le trasferte di campionato mandare un club sull’orlo del fallimento? In Russia, paese dalle dimensioni elefantiache (superficie da 17.1mln di km²), tutto è possibile: e quando diciamo tutto, intendiamo tutto, perchè la storia che andiamo a raccontarvi quest’oggi ha davvero dell’incredibile e riguarda un club che non è certo una delle big del paese guidato (da quando abbiamo memoria) da Vladimir Vladímirovič Putin. Stiamo parlando del Baltika Kaliningrad, una società che è decisamente particolare, e non solo per la sua attuale classifica, frutto di tre soli successi in 25 gare di campionato, e il fatto che stia seriamente rischiando di sparire.

Gli appassionati di storia e/o geografia già avranno capito di cosa stiamo parlando, ma vi facciamo un rapido riassunto: la russa Kaliningrad altro non è che la teutonica Königsberg, una città morta e risorta sotto un nuovo nome, una nuova popolazione e un nuovo... disegno. Succede che, al termine della 2a guerra mondiale, i russi ottengano come ”pegno di guerra” proprio Königsberg, antica città-simbolo dell’Impero prussiano, un luogo che diede i natali, ospitò nella sua lunga vita di saggezza e vede sepolto un certo Immanuel Kant (ma anche Eulero, l’uomo del famoso teorema, è nato qui): e, siccome ai russi le cose normali non piacciono, via al colpo di spugna con damnatio memoriae su una città che era troppo tedesca per i loro gusti. La vecchia cattedrale prussiana muore e rinasce come Kaliningrad, in onore a uno dei primi bolscevichi della storia: cacciati gli abitanti tedeschi, la città viene ripopolata con cittadini russi, i monumenti e gli edifici storici abbattuti e si riparte da zero. Kaliningrad viene inserita in uno specifico ‘Oblast, e diventa a tutti gli effetti parte della grande madre Russia, acquisendo uno status decisamente particolare: la città e il suo circondario, infatti, costituiscono una sorta di enclave russa nell’Europa continentale, dato che Kaliningrad è esattamente a metà tra Polonia e Lituania, e decisamente distante dal resto del Paese.

      • [Foto] L’incredibile distanza di Kaliningrad dal resto della Russia (foto Wikipedia)

E questo ci riconduce a quel rischio-fallimento già citato in avvio, e alle casse drammaticamente vuote del Baltika Kaliningrad, che attualmente gioca nella 1.Division russa, la nostra Serie B: il club vive un autentico dramma ogni volta che deve cimentarsi in una trasferta, un dramma legato al suo status di ”società russa fuori dalla Russia”. La posizione geografica di Kaliningrad, infatti, è portatrice di caos e problemi ad una società che, nel lungo periodo, si è ritrovata schiacciata dalle eccessive spese (non corroborate dai risultati) per le gare esterne: e tutto questo accade perchè, banalmente, la trasferta minore del Baltika consiste nei 900km verso San Pietroburgo, casa dello Zenit-2, la squadra B della formazione allenata da Lucescu. Avete letto bene, ”minore”, perchè il Kaliningrad vive continui drammi: sfidare il Volgar Astrakhan comporta un viaggio di 2.700km, affrontare il Luch-Energiya Vladivostok una traversata di 10.327 lunghissimi km, ”accorciati” attraverso la trans-siberiana. È una sfida che ha suscitato le fantasie di molti, quella tra Luch-Energiya e Baltika, e in particolare il Vladivostok ha generato aneddoti fantastici riguardo alle trasferte delle varie squadre/tifoserie: si narra che dei tifosi dello Zenit tentarono di raggiungere la città in macchina per una gara di coppa, riuscendoci in 132 modiche ore (5 giorni e mezzo) e dovendo tornare a casa in treno perchè il mezzo era... esploso, mentre Akinfeev (portiere del CSKA e della Nazionale) ha caldamente invitato il Vladivostok a ‘‘iscriversi al campionato giapponese” per l’eccessiva distanza.

      • [Foto] L’enorme distanza tra Vladivostok e Kaliningrad (foto Google Maps)

E proprio le trasferte per Vladivostok hanno contribuito a prosciugare (definitivamente?) le casse del Baltika Kaliningrad, che ora rischia seriamente di sparire: la società si trova al 19° posto nella 1.Division, con 20 punti in 25 gare e una stagione da tre sole vittorie in campionato. Lo score del Baltika parla di 3 successi, 11 pareggi e altrettante sconfitte, e l’ultimo hurrà è arrivato proprio oggi, dopo 22 gare di digiuno: il club aveva infatti vinto le prime due gare, salvo poi precipitare in una spirale di impotenza economica e disastri sportivi, che ha portato alla rivoluzione invernale. Via il tecnico Zakhariak, dentro Cherevchenko, che ha ottenuto dal mercato l’ex CSKA Jaffar e giocatori noti come Solomatin (ex Dinamo Mosca) e Sheshukov (ex Lokomotiv Mosca): e qui la domanda sorge spontanea, perchè questi giocatori approdano in un club penultimo in Serie B, con 8 punti da recuperare dalla zona-salvezza per evitare di sparire a fine stagione, e per di più in un’enclave? La risposta è molto semplice, ed ha il nome ed il volto di Putin.

E, se non capite il collegamento tra Kaliningrad e lo zio Vladimiro, siamo qui per spiegarvelo: succede che Kaliningrad sia una delle città designate per i Mondiali di Russia 2018, con tanto di investimento-monstre per allargare l’Arena Baltika e portarla a 45mila posti. L’obiettivo di Putin è semplice, fare di Kaliningrad l’occhio russo in Europa, con un porto sempre più ”curato” dallo Stato, una base missilistica in costruzione e una squadra di calcio perfettamente funzionante: perchè il buon Vladimir sa che il calcio è da sempre ”oppio dei popoli” (e forse anche ”coca dei poveri”, come direbbe Francesco Gabbani), e dunque avere un Baltika ancora in vita è importante per tutto il progetto-Kaliningrad, e anche per l’Arena Baltika stessa. Da qui, e dalla volontà di mostrare ulteriormente il suo potere, nasce l’intervento governativo per salvare le esangui casse della squadra, che stava rischiando seriamente di sparire: è stato Putin a ”pilotare” il rafforzamento invernale del Baltika, ed è stato sempre lui a ”spedire” al capezzale del club Olga Smorodskaya, ex amministratrice della Lokomotiv Mosca che aveva promosso l’abbattimento degli stranieri nella Prem’er Liga (da non confondersi con la Prem’er Liha ucraina), e farà da CEO del Kaliningrad.

      • [Foto] Il concept dell’Arena Baltika di Kaliningrad, che sarà finita nel 2018

Un insediamento, il suo, che risponde alla volontà di Putin di salvare il club nelle restanti 13 gare di campionato (nonostante il -8 dalla zona verde), e poi fare in modo di costruire una rosa da promozione nella stagione seguente: perchè avere il Baltika Kaliningrad nella massima serie proprio nell’anno dei Mondiali sarebbe un ottimo spot sia per l’Arena Baltika, che per il delirio da plenipotenziario di Putin. Riuscire a salvare una squadra spacciata, e portarla addirittura in una Prem’er Liga che ha assaggiato solo tra il 1997 e il 1999, dà una sensazione di potere inimmaginabile, e Putin vive per questo: perchè ”la lontanza sa di fallimento” (storpiamo così una canzone di Modugno), ma questo in Russia non lo sanno, o forse semplicemente sono ormai abituati a ridisegnarle a loro piacere le cose. E così, non ci stupiremmo di una salvezza del Baltika Kaliningrad, il club dissanguato dalle trasferte e ormai prossimo al fallimento: perchè Vladimir Putin, si sa, non conosce (purtroppo) la parola sconfitta, nemmeno quando deve rimettere in sesto una squadra di calcio...

(di Marco Corradi, @corradone91) (ripresa parziale - senza immagini).


Sul tema, nel sito, si cfr.:

OCCIDENTE, AGONISMO TRAGICO, E MENTE ACCOGLIENTE.

RIPENSARE L’EUROPA. PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO. ANCORA NON SAPPIAMO DISTINGUERE L’UNO DI PLATONE DALL’UNO DI KANT, E L’IMPERATIVO CATEGORICO DI KANT DALL’IMPERATIVO DI HEIDEGGER E DI EICHMANN !!! FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO.

Federico La Sala


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