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ETA’ DELLO SPIRITO. VERITA’ E RICONCILIAZIONE..... locale e globale!!!

PER SAN GIOVANNI IN FIORE, GIOACCHINO, E LA GIORNATA DELLA PERDONANZA - CONTRO L’IMMANE DEGRADO!!! Una nota di Federico La Sala

mercoledì 24 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] La testimonianza di GIOVANNI e SALVATORE sta salda nella roccia - a vostra vergogna!!!
Essi vi stanno dicendo che a SGF procede tutto per il meglio - e voi non ascoltate!!!
Che l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore sta governando molto bene - e voi non capite!!!
Vi si dice che il Papa andrà a San Giovanni Rotondo nel 2009 - e non ascoltate!!!
E se anche vi si dicesse che il Papa andrà a San Giovanni in Fiore nel 2010, voi non ci credereste!!! E che (...)

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> PER SAN GIOVANNI IN FIORE E LA GIORNATA DELLA PERDONANZA!!! ---- Bertone: il Papa nel 2009 a San Giovanni Rotondo.

mercoledì 24 settembre 2008

Bertone: il Papa nel 2009 a San Giovanni Rotondo

di GIOVANNI RUGGIERO (Avvenire, 24.08.2008)

DAL NOSTRO INVIATO A SAN GIOVANNI ROTONDO (FOGGIA) Un applauso lungo e caloroso l’ha inter­rotto nell’omelia quando ha dato l’an­nuncio tanto atteso: Benedetto XVI verrà, pellegrino tra i pellegrini, sul monte del Gargano sulla tomba di san Pio. Il cardinale Tarcisio Bertone, nella chiesa dedicata al san­to di Pietrelcina, fa un inciso e, con parole sem­plice, dice: «Il Santo Padre sarà felice, ha con­fidato, di stare qui. Ormai tutto è predisposto: Benedetto XVI verrà, in una data ancora da sta­bilire, ma nel 2009 a San Giovanni Rotondo», poi, dopo questo applauso di gioia, ha ripreso la sua omelia.

Il segretario di Stato vaticano ha presieduto la solenne concelebrazione sotto gli eleganti ar­chi di pietra di Apricena voluti dall’architetto Renzo Piano per il nuovo tempio dedicato a Padre Pio. Può contenere 6.500 persone, e le panche disposte a raggiera sono tutte occupa­te.

La Messa, dopo la veglia nella notte gelida del­l’altra sera, ha chiuso in modo solenne la festa del santo, ricordato il 23 settembre. È stata con­celebrata dall’arcivescovo di Manfredonia-Vie­ste- San Giovanni Rotondo e delegato pontifi­cio per il santuario Domenico Umberto D’Am­brosio, dal ministro generale dei cappuccini, fra’ Mauro Jöhri, dal provinciale fra’ Aldo Broc­cato, oltre a numerosi vescovi anche apparte­nenti all’ordine dei frati minori.

È stato l’arcivescovo D’Ambrosio a portare il saluto al porporato che - lo ha ricordato - per la terza volta è salito fino al santuario. «Come sempre - ha detto in un punto del suo saluto - la numerosa e affollata assemblea liturgia scan­disce e rende sempre più vere le parole profe­tiche di Padre Pio quando diceva che avrebbe fatto più chiasso da morto che da vivo. È il chiasso della santità - ha aggiunto - che deve farsi strada in un mondo segnato ancor più da paure, incertezze, paurosi cali di speranza e di fiducia».

La festa coincide con due anniversari propri di questi giorni: la comparsa delle stimmate no­vant’anni fa e la morte di san Pio, il 23 settem­bre, appunto, di quarant’anni fa. Il cardinale Bertone ha ripercorso le dolorose e sofferte tap­pe terrene del santo, a partire dalla consacra­zione in giovane età (i suoi superiori temette­ro che dovesse morire presto e, dunque, af­frettarono i tempi) fino all’impressione delle stimmate, e poi la morte. «Padre Pio - ha spie­gato il porporato - fu veramente servo buono e fedele del Vangelo; visse tutto orientato ver­so il regno dei cieli; fu discepolo di Cristo che non cercò altro vanto se non amare e soffrire per lui; fu sacerdote che non cercò altro che consumarsi nell’amore di Dio e per i fratelli, come testimoniano le sue lunghe giornate di ascolto dei penitenti e le altrettanto lunghe not­tate di preghiera vegliando con il Signore cro­cifisso; fu figlio sincero della Chiesa che anche nelle occasioni più dolorose preferì non di­fendersi, morendo a se stesso sepolto nel si­lenzio docile dell’obbedienza lacerante, ma fe­conda ». Papa Paolo VI lo definì «un rappresentante stampato delle stigmate di Nostro Signore», il cardinale Bertone, riprendendo queste paro­le, ha sottolineato: «Le stimmate lo mostrava­no e lo indicavano ai fedeli inchiodato alla Cro­ce proprio nel momento in cui celebrava Mes­sa; esse sembravano ancora indicare fisica­mente il prezzo di sangue pagato da Cristo o­gni volta che amministrava il sacramento del perdono e ricordavano, a chi chiedeva inter­cessioni o miracoli, quanto costassero quelle ’grazie’ che Dio con generosità distribuiva. Eucaristia, perdono, risurrezione: riassumen­do tutte queste realtà, le stimmate ne mostra­vano la misteriosa sorgente».

Prima di officiare, il cardinale Bertone si è in­ginocchiato davanti al corpo del santo esposto in questi giorni (e lo sarà per un altro anno) nella cripta della chiesetta di Santa Maria del­le Grazie. A chi gli chiedeva delle sue emozio­ni, ha detto semplicemente che tutta la vita di Padre Pio lo ha sempre commosso per la sua eroicità, e nell’omelia, ha ricordato gli sforzi immani che segnarono tutta l’esistenza del santo. «Noi - ha detto - potremmo considera­re la condizione che toccò in sorte a Padre Pio come un sommo privilegio; egli la visse inve­ce con spavento e terrore, fino al punto di sen­tirsi dannato. Cristo - ha aggiunto - donò a Pa­dre Pio le sue stesse piaghe per renderlo par­tecipe delle sue stesse sofferenze patite per la nostra redenzione. Era atterrito, non in quan­to manifestavano l’amore di Cristo per lui e per il mondo, ma in quanto manifestavano le feri­te inferte a Cristo, i dolori di Cristo e l’aggravarsi su di Lui del peso dei peccati del mondo».

Bertone ha poi ricordato la sua capacità di ac­cogliere tutti indistintamente, mettendo in pra­tica la parola del Vangelo secondo cui si diventa padri e madri, fratelli e sorelle non solo nella carne, ma anche nell’ascolto e nel rendere frut­tuosa la parola di Dio. È ancora così. Anche ie­ri erano in fila migliaia di persone per vedere Padre Pio, anche se il cappuccino non c’è più. L’annuncio ieri mattina durante l’Eucaristia presieduta dal segretario di Stato vaticano nel 40° anniversario della morte di Padre Pio «servo buono e fedele del Vangelo, figlio sincero della Chiesa»


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